Creato da kikkodirisobianco il 14/04/2007

Sol Levante

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Laboratorio di scrittura maggio

Post n°707 pubblicato il 15 Giugno 2018 da kikkodirisobianco

 In che cosa consiste? Ciascuno di noi, scriverà un breve racconto seguendo delle piccole regole: 1⃣ Tema libero 2⃣ All' interno del racconto devono essere inserite ( obbligatoriamente) queste parole: 👉Una rosa rossa 👉io vivo nella speranza 👉 un' antica scatolina di legno 👉 sasso ritrovato in riva al mare 👉 una foto sbiadita 3⃣ Il racconto essendo breve deve essere composto da 4096 battute. Qualcuna di meno di si , di più no, essendo i caratteri permessi da telegram in un unico post 4⃣ Tutti i racconti possono essere firmati ( anche solo con un nickname) o in forma anonima Buon inizio a tutti 😉

 

L'antica scatolina di legno troneggiava sul comò. Luise si chiuse la porta dietro le spalle delicatamente e vi si avvicinò lentamente. Era a piedi nudi ma il vecchio pavimento di legno aveva scricchiolato ad ogni passo e il suo cuore si era fermato ad ogni scricchiolio. Ma nessuno aveva sentito e ora col cuore palpitante era dinanzi alla preziosa scatolina. L'afferrò e si diresse verso la porta, uscendo vide la rosa rossa che aveva regalato alla madre la domenica prima, erano arrivati il sabato antecedente alla festa della mamma e lei aveva faticato per trovare una scusa per andare a comprarle quel fiore da regalarle la domenica. Ma adesso non era il momento di indugiare oltre. Uscì dalla stanza e si diresse veloce verso le scale del soppalco dove la nonna non avrebbe potuto raggiungerla. Salì velocemente  e si andò a sedere sul davanzale interno della finestra per controllare la strada da dove la madre sarebbe tornata. Poggio' la scatolina sul grembo, le mani le tremavano. Il meccanismo per aprirla era inceppato. Il bottoncino sul davanti che faceva scattare la serratura si pigiava a vuoto. Nel tentativo di aprirla le scivolò dal grembo capovolgendosi. Lettere e numeri indistinguibili erano incise sotto la base. La scatola era di mogano intarsiata sui bordi e con uno stemma sul coperchio. - Luise! Luise!- La voce della nonna la chiamava dabasso. -Cosa c'è nonna? -Vieni ho bisogno di te! Luise nascose la scatola dentro un vecchio baule sotto una coperta  e scese. -devi andare un attimo al lido, Piero ha portato il tonno e ce ne darà un trancio per questa sera. Luise agitata, correva sul lungomare, doveva fare in fretta o la madre sarebbe tornata prima che lei avesse visto il contenuto della scatola, arrivata al lido Piero era sulla barca che armeggiava ancora col tonno e il trancio non era pronto, le salì la rabbia e prese il sasso ritrovato in riva al mare al mattino e lo scagliò tra le onde. -Quanto ci vuole? - È quasi fatto piccola, ecco qua, te lo metto in questo secchio, ma domattina fammelo trovare sull'uscio così potro' riprenderlo. -Si si grazie a presto. Corse veloce, più veloce che  potette nonostante il peso, nonostante il fiatone. Finalmente depose il secchio in cucina e poté salire sul soppalco, prese la scatola e ora impaziente cominciò ad armeggiarvi. Nulla, non si apriva, si sfiló allora una forcina dai capelli e la inseri' tra il coperchio e la scatola spingendo il bottoncino. Con uno scatto il coperchio di aprì, all' interno c'erano dei fogli ingialliti con una calligrafia sottile e fitta. Poi un laccetto d'argento con un cuore all'estremità. D'un tratto un rumore di gomme sul selciato. La madre era tornata e la nonna sull'uscio le parlava. Rovesciò velocemente il contenuto della scatola sul davanzale e corse al piano di sotto, aprí la porta e mise la scatola al suo posto, tornando lesta sul soppalco mentre la madre e la nonna parlavano in cucina. Riprese i fogli tra le mani. E mentre li apriva una foto sbiadita di suo padre cadde sul pavimento. La prese e se la portò alla bocca. Cominciò a leggere. Mia adorata ti scrivo questa mia  nel momento in cui l'angoscia ha preso il sopravvento e io non ho più la forza di lottare. Davanti a me vedo solo orrore e disgrazia e l'anima mia tutta è dilaniata tra voi e lei. Troppo mi manca e la sofferenza è atroce. Voi siete il mio bene più grande ma io ormai sono una larva umana che esempio darei alla nostra bambina? Cosa penserebbe di me crescendo? Che suo padre non l'ama abbastanza per essere sempre così triste? Ma come potrei spiegarle? Come potrei giustificarmi? Io! È tutta colpa mia io so che è impossibile ma io, io vivo nella speranza di rivederla ma questa speranza è nella morte non nella vita!!! Ah! se solo quel giorno fossi stato più attento la nostra amata bambina, la sua adorata sorella sarebbe ancora con noi. Io non posso più vivere con questo peso. Ti supplico perdonami. Perdonatemi! Nell'eternità tuo, Mario. -Luise è pronto vieni a cena? Luise alzo' la testa, le guance rosse rigate di lacrime e urlò forte: "Perché?!"

 
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