L'attore in più
TONY SERVILLO
Data e luogo di nascita: 1959, Afragola, Napoli,
Italia
Regista e attore campano che è stato scoperto relativamente tardi dal
cinema,
dato che aveva un percorso mostruosamente mastodontico nel teatro partenopeo
alle spalle. La sua figura che appare sinuosa e arrendevole da una scala mobile
condensa l'instancabile innamoramento del cinema per la sua recitazione:
minimale, ma dotata di un'attrazione fatale che eleva al quadrato ogni minimo
movimento del volto, ogni gesto. Non si può non amarlo quando scopriamo che
quel suo personaggio, quel Titta de
Le conseguenze dell'amore, ha molto
in comune con noi, ma è complice di intrighi ben più grandi.
Cresciuto in un collegio, sceglie la scuola statale per ultimare il liceo. È la
metà degli anni Settanta, vive i periodi degli scioperi, dei cortei,
dell'occupazione della forte politicizzazione di estrema sinistra che stava
investendo gli studenti. Sale per la prima volta su un palco alla vigilia della
maturità classica, portando, con coloro che costruiranno il Teatro Studio di
Caserta, il testo di Bertolt Brecht "Le visioni di Simone Machard".
Con il Teatro Studio si impegnerà dai 17 ai 25 anni, attraverso spettacoli
elaborati collettivamente, emergendo solo in un secondo tempo come regista.
Alla fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta, continua la sua
attività teatrale, avvicinandosi, nel 1986 al gruppo Falso Movimento e quindi
al regista
Mario Martone,
che lo imporrà nel 1992 con il
film Morte di un matematico napoletano
con
Anna Bonaiuto,
Carlo Cecchi,
Renato Carpentieri,
Licia Maglietta e
Vincenzo Salemme. Cui
seguirà
Rasoi (1993) con Iaia Forte e
Teatro di guerra (1998). Da lì passerà al
Teatro dei Mutamenti di Antonio Neiwiller e ai Teatri Uniti, anche se nel
frattempo continuerà il suo percorso cinematografico recitando per Antonio
Capuano in un episodio de I Vesuviani (1997) e in
Luna Rossa (2001).
Molto amato da
Paolo
Sorrentino, vestirà per lui prima i panni scomodi di un cantante posto tra
Franco Califano e Fred
Buongusto ne
L'uomo in più (2001), e poi quelli dell'insonne
e drogato Titta De Girolamo ne
Le conseguenze dell'amore(2004),
sicuramente il suo ruolo più bello. Un uomo misterioso, facoltoso, che si
ritrova per ben 8 anni a vivere in un albergo della Svizzera e a nascondere un
segreto che emergerà grazie all'amore di una cameriera. L'Italia del cinema gli
offre i suoi premi più prestigiosi: il David di Donatello e il Nastro d'Argento
come miglior attore protagonista.
Torna poi in teatro, dove mette in scena soprattutto testi di
Eduardo De Filippo. Ma il cinema lo aspetta in
Lascia perdere Johnny (2007) di
Fabrizio Bentivoglio.