KILL BILL

Post N° 1037


L'attore in più TONY SERVILLO
Data e luogo di nascita: 1959, Afragola, Napoli, Italia Regista e attore campano che è stato scoperto relativamente tardi dal cinema, dato che aveva un percorso mostruosamente mastodontico nel teatro partenopeo alle spalle. La sua figura che appare sinuosa e arrendevole da una scala mobile condensa l'instancabile innamoramento del cinema per la sua recitazione: minimale, ma dotata di un'attrazione fatale che eleva al quadrato ogni minimo movimento del volto, ogni gesto. Non si può non amarlo quando scopriamo che quel suo personaggio, quel Titta de Le conseguenze dell'amore, ha molto in comune con noi, ma è complice di intrighi ben più grandi. Cresciuto in un collegio, sceglie la scuola statale per ultimare il liceo. È la metà degli anni Settanta, vive i periodi degli scioperi, dei cortei, dell'occupazione della forte politicizzazione di estrema sinistra che stava investendo gli studenti. Sale per la prima volta su un palco alla vigilia della maturità classica, portando, con coloro che costruiranno il Teatro Studio di Caserta, il testo di Bertolt Brecht "Le visioni di Simone Machard". Con il Teatro Studio si impegnerà dai 17 ai 25 anni, attraverso spettacoli elaborati collettivamente, emergendo solo in un secondo tempo come regista. Alla fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta, continua la sua attività teatrale, avvicinandosi, nel 1986 al gruppo Falso Movimento e quindi al regista Mario Martone, che lo imporrà nel 1992 con il film Morte di un matematico napoletano con Anna Bonaiuto, Carlo Cecchi, Renato Carpentieri, Licia Maglietta e Vincenzo Salemme. Cui seguirà Rasoi (1993) con Iaia Forte e Teatro di guerra (1998). Da lì passerà al Teatro dei Mutamenti di Antonio Neiwiller e ai Teatri Uniti, anche se nel frattempo continuerà il suo percorso cinematografico recitando per Antonio Capuano in un episodio de I Vesuviani (1997) e in Luna Rossa (2001). Molto amato da Paolo Sorrentino, vestirà per lui prima i panni scomodi di un cantante posto tra Franco Califano e Fred Buongusto ne L'uomo in più (2001), e poi quelli dell'insonne e drogato Titta De Girolamo ne Le conseguenze dell'amore(2004), sicuramente il suo ruolo più bello. Un uomo misterioso, facoltoso, che si ritrova per ben 8 anni a vivere in un albergo della Svizzera e a nascondere un segreto che emergerà grazie all'amore di una cameriera. L'Italia del cinema gli offre i suoi premi più prestigiosi: il David di Donatello e il Nastro d'Argento come miglior attore protagonista. Torna poi in teatro, dove mette in scena soprattutto testi di Eduardo De Filippo.  Ma il cinema lo aspetta in Lascia perdere Johnny (2007) di Fabrizio Bentivoglio.