Il profumo di casa

Le chiacchiere


 
  "Crapa pelada la fa i turtei, ghe ne dà minga ai so fradei…"  penso a questa vecchia canzone di Svampa  e Patruno ogni volta che faccio le chiacchiere o i tortelli … forse perché la canticchiava mio papà  quando sentiva il profumo di frittura dolce al suo rientro la sera.Mia mamma non si dedicava molto alla cucina, anzi era l’ultimo dei suoi pensieri, ma a carnevale era un rito preparare le chiacchiere, come per magia in quell’occasione si trasformava dando vita alle chiacchiere più buone del mondo, e non ero la sola a dirlo, ma anche tutti i fortunati che avevano avuto la fortuna di assaggiarle.Uno dei segreti di tanta delicatezza, stava nel tirare la sfoglia sottilissima, passandola più volte dall’ultima tacca della macchinetta, lei lo faceva con una tale maestria, la pasta sembrava un tessuto lunghissimo, finissmo, che si srotolava  lentamente senza mai rompersi e veniva poi adagiato con leggerezza sul tavolo per essere tagliata.Le chiacchiere così sottili una volta fritte sono friabili, leggere e si sciolgono in bocca, insomma io le trovo uniche! Ingredienti6 cucchiai di latte3 cucchiai di zucchero1 noce di burroPortare a bollore questi 3 ingredienti insieme e lasciare raffreddare.½ kg farina 002 uova intere1 pizzico sale1 bicchierino aniceImpastare tutto per bene e lasciare riposare l'impasto coperto una mezz’ora. Tirare la sfoglia  con la macchinetta fino a ridurla il più sottile possibile.Passarla più volte dall'ultima tacca della macchinetta,  tagliarla a rombi con una rondella dentata, fare 2 tagli trasversali e paralleli al centro e friggerli in olio di arachide. Cospargere di zucchero semolato o a velo.