MONDO DI KINDERELLA

MARE DISPERATO (6)


                                                                  
Non più abituata a quella promisquità maleodorante e rumorosa, Gianela non chiuse occhio per tutta la notte. Pensava a sua madre che si era subito impossessata della sua borsa, aveva preso quei pochi lek, che le erano rimasti dopo avere comprato il biglietto per la corriera. Le aveva altresì tirato fuori, quel poco abigliamento che aveva ereditato dalla signorina Bona, e con voce querula le disse:"Tanto tu, in Italia, vedrai: te ne comprerai quanti ne vorrai, questi serviranno alle tue sorelle per quando saranno più grandi. Pensa se ti prendono a fare la velina, sei bella ed il signor Kalaf, ha detto che ti aiuterà perchè qui sei sprecata e diventerai una signora. Povera me, resterò qui senza te, ti ricorderai e penserai alla tua mamma che ti vuol tanto bene? Appena prenderai un po' di lire mandamele."Ora, Gianela riusciva a capire tante cose, e cominciò a vergognarsi dei suoi genitori, che non esiterebbero a venderla come una "cosa" di profitto.Ma lei non avrebbe mai potuto ribellarsi, sua madre l'avrebbe mezza ammazzata di botte! Comandava lei e a volte picchiava anche il marito, spesso lo cacciava di casa, era strana sua madre, andava in giro ad elemosinare per comprarsi le sigarette ed il vino. Ora Gianela, capiva il significato di "bastardi"! In paese si mormorava, e non tanto velatamente, che, nel suo girovagare, sua madre si accoppiava con chiunque per un pacchetto di sigarette o una bottiglia di vino! E suo padre? Anche a lui bastava avere una bottiglia in mano, di qualsiasi cosa, e poteva cascare il mondo; lui se ne stava sdraiato in quella cuccia, sporca e maleodorante di urina, vomito e quant'altro......A Tirana, Gianela aveva letto con avidità e di nascosto, i libri della signorina Bona, sbirciava le riviste di moda della signora, leggeva i pettegolezzi sui cantanti ed attori. Si immergeva e si perdeva in quelle pagine e sognava di altri mondi, di altre vite. Si era fatta una nozione sulla gente"bene"! Anche se con lei erano indifferenti, i signori tra di loro erano gentili ed affettuosi, si scambiavano sorrisi e carezze che lei non conosceva. Si facevano regali, si rispettavano e si volevano bene, erano uniti! Ecco anche perchè; si era quasi abituata a ricevere nel suo letto il signorino Kokò. Lui le accarezzava il viso e il corpo, e baciandola le sussurava parole a lei incomprensibili.(Le avrebbe comprese più tardi)"Sai di sapone di Marsiglia e di lavanda, anche con questa logora camicia sei bellissima, dai levala che voglio sentire la tua pelle di seta. Giurami che sarai solo mia, come io sono solo tuo, da Salina non ci vado più."L'unica cosa che a lei non piaceva, era quando le prendeva la testa tra le mani e l'accompagnava giù, giù, e le diceva cosa fare. Ma, allora perchè quando lo faceva lui a lei, a lei faceva piacere, malgrado non capisse perchè a volte, il suo corpicino avesse dei sussulti spasmodici.All'alba, le si stavano per chiudere gli occhi, quei grandi occhi da cerbiatto ferito, per i nuovi oscuri avvenimenti cui sarebbe andata incontro! Sobbalzò quando la madre si mise a strillare, come un'oca starnazzante:"Sù sù sù...che deve arrivare il signor Kalaf e devi prepararti."Infatti; verso le 9.00 del mattino, si sentì il rumore di un'auto che arrancava sù per la strada sterrata. Poco dopo arrivò nello spiazzo davanti a casa, una specie di transatlantico, dalla quale scesero un uomo un po' scuro di pelle, una cicatrice gli attraversava la guancia sinistra ed aveva gli occhi di fuoco. L'altro era più giovane ma dall'aria sporca e cattiva più del vecchio. Entrarono in casa senza tanti preamboli e chiesero subito di vedere Gianela, lei apparve da dietro la tenda, il più giovane le inchiodò gli occhi addosso e la squadrava da capo a piedi, come a trapassarla, a lei vennero dei brividi da farle venire la pelle d'oca, non le piacquero. Dopo un po', i due uscirono con suo padre, Gianela dette uno sguardo a quei tre, confabulavano a voce bassa, vide nella mano dello sfregiato, una manciata di lek. Non scorderà mai, con quale rapidità passarono nella mano di suo padre! "Sei pronta Gianela? Ora devi partire con il signor Kalaf, mi raccomando; devi fare tutto che ti dice, sarà per il tuo bene!"In rassegnato silenzio, lei prese la borsa ormai vuota, salutò tutti, diede un bacino alle sorelline ed al fratellino neonato.Seguì i due uomini, a disagio salì in macchina sul sedile posteriore, fece un cenno di saluto e la macchina partì. Pensò:"Dio mio, aiutami!!"***Gi***To be continued......