MONDO DI KINDERELLA

MARE DISPERATO (8)


L'anno trascorso in quella grande casa di Tirana, aveva maturato molto Gianela, che con la sua mente acuta, apprendeva nozioni di vita e di stile, che non avrebbe mai appreso, rimanendo a casa dei suoi. Non era più la bimba sprovveduta e non credeva più alle favole che raccontavano le maestre, alle elementari!Gianela, pensava disperata a quello che le sarebbe potuto succedere. Ha sentito tanti raccapriccianti racconti, di ragazze vendute dalle famiglie e poi non se ne era saputo più niente e temeva per se stessa! Mentre i due davanti, tracciavano mappe immaginarie, lei se ne stava rannicchiata fingendo di non sentirli!"Dovremmo arrivare a Durazzo, in meno di un'ora. Tra mezz'ora devi chiamare il contatto e farti spiegare bene, dove si è spostato stavolta, il posto preciso."Sembrava che per ora, quei due si fissero scordati di lei. Povera piccola, immersa nella sua disperata condizione di essere alla mercè di questa gente che non conosceva, non potendo nemmeno fare domande. Eppoi, questo nuovo imbarazzante senso di malessere, per quel fatto nuovo: "le sue cose"!Sentiva il bisogno di una toilette, ma strinse i denti  facendosi ancora più picccola e per un po'; si appisolò.Come se qualcuno l'avesse toccata, si rizzò di scatto, era madida di sudore ed aveva sete. Il più giovane stava dicendo:"Quello mi ha spiegato dove sta esattamente il casotto, è nel canneto di destra. Dice che per le 21 è prevista la partenza,ci saranno altre 12 persone.""Acc...." Bestemmia....."L'importante è che vi prendano stasera, in ogni caso prima di consegnargli i lek, controlliamo bene il tutto!""Se lui ha deciso così,vuol dire che sà quello che fà. Hei tu li dietro, che fai?""Guardo fuori, quando arriveremo? Ho tanta sete ed ho bisogno del gabinetto."Kalaf, finalmente fece sentire la sua voce:"Porta pazienza, ci siamo quasi e ti prenderò una coca cola, va bene?"Gianela intimidita gli rispose:"Si grazie."Tutto sommato, forse il signor Kalaf non era così orco, come poteva pensare lei. Non tanto dopo, costeggiarono una strada sterrata che andava verso il mare.S'inoltrarono in mezzo a dei canneti, il giovane digitò qualcosa sul grande cellulare e quasi urlò:"Siamo qui, fatti vedere perchè non ti troviamo."Dopo un po', dal canneto, spuntò un uomo con stivaloni alti fin sopra alle ginocchia, fece cenno di prendere il viottolo di sinistra. Spuntò un capanno semi-diroccato, l'auto si arrestò e le fecero cenno di scendere e di prendere la sua borsa, per ora con la macchina avevano finito. Da fuori del capanno, s'intravvedevano all'interno, occhi che guardavano circospette. Entrarono e Gianela fù colta da un conato di nausea, c'era una puzza insopportabile, che in confronto; casa dei suoi olezzava come un giardino fiorito. Uscì e al posto della coca-cola promessa, bevve una boccata d'aria, dentro c'era un vocio sommesso ma assordante."Dio mio, ma che posto è questo? E chi sono tutte quelle persone, la dentro?"Le intimarono di entrare, c'era molto umido, il casotto era fatto di paglia ed alla base c'erano solo sabbia e paglia, su cui c'erano ammassate una decina di ragazzi e ragazze e due-tre uomini. La guardarono e le intimarrono di sedersi!Lei cercò un angolino, ma erano tutti stipati.I due uomini che erano con lei, erano rimasti fuori, e  combafulavano con l'uomo degli stivaloni, ma lei non riuscì a captare nemmeno una parola, l'angoscia e la sete, le serravano la gola, aveva anche l'impellente bisogno di un gabinetto! Rientrarono gli uomini e quello con gli stivali tuonò:"Fate bene attenzione a quello che vi dico adesso, perchè ne andrà della nostra e vostra vita.Tra poco, saliremo sul gommone e si parte per l'Italia, dovete stare sempre seduti, fermi ed in silenzio assoluto, guai a chi fiata. Tu cos'hai in quella valigia? Avevo detto: niente valige ne' pacchi ingombranti, prendete quel poco che vi serve per l'attraversata, il resto lo lasciate qui."Qualcuno borbottò qualcosa, ma tutti alleggerirono il bagaglio, quello di Gianela, ci aveva pensato sua mamma ad alleggerirlo, aveva solo due magliette, due paia di mutandine, una gonna, un pantalone, una vecchia camicia da notte, un paio di ciabatte e quello che aveva addosso. Si accorse ora che sua madre le aveva tolto anche il sapone liquido, il dentifricio e lo spazzolino da denti, solo il pettine le aveva lasciato! Lacrime soffocate le sgorgavano dentro...silenziose ma roboanti come una cannonata. Finalmente, le diedero da bere dell'acqua da un boccale di ferro, dove chissà quante e quali bocche avevano bevuto, ma lei ingoiò d'un fiato un lungo sorso e chiese dove fosse il gabinetto! Le fu mostrato l'interno del canneto!*Gi*To be continued.......