MONDO DI KINDERELLA

MARE DISPERATO (17)


                                                   
Da quanto tempo era in quella macchina puzzolente e bollente? Faceva un tale caldo che la cintura di sicurezza sembrava fare a Gianela dei solchi nella carne, aveva la bocca riarsa e grondava sudore. Grondava come il maiale che le era accanto, che maleodorava di tutti gli olezzi del mondo, malgrado i finestrini abbassati il tanfo le si fissava addosso, fino all'anima, da farla sentire male!Tra Bologna e Milano fecero una sosta per fare benzina e ripartirono subito, Fernando non si degnò di chiederle se avesse sete o bisogno del bagno, c'era un grande orologio che segnava le 12,20. La povera piccola Gianela, era spossata e le mancava il fiato, guardava il panorama che non vedeva.  Gocce di sudore a bruciarle gli occhi, scivolavano alle labbra; sapore agro-salato. Da mesi non aveva più pensato alla sua famiglia d'origine, la sua famiglia era diventata Alma, la quale l'ha fatta sentire "una persona", parlava con lei e le aveva insegnato tante cose della vita.Alma era tenera con lei, come avrebbe dovuto essere sua madre, ed ora pensando ai suoi familiari; non provava niente, non ne sentiva la mancanza, come avrebbe invece sentito quella di Alma. Finalmente e per la prima volta, a Gianela scesero lacrime mescolandosi alle gocce del sudore, un pianto sordo, disperato! Tentava di celare i sussulti esterni e quando si acquietò; il suo corpo era invaso da un intorpidimento totale!Uscirono dal casello dell'autostrada che diceva: Milano sud, ormai Gianela aveva imparato a leggere. Tutti i giorni Alma la seguiva nelle ore"libere" nello studio e nell'ascolto delle musicassette, la obbligava a ripetere all'infinito le parole che ascoltava e contemporaneamente doveva sottolinearne il corrispettivo nel dizionario. Un'altra ondata di lacrime l'assalì, ma riuscì a cacciarle! Dopo meno di mezz'ora, l'auto si fermò davanti ad un caseggiato, l'uomo le intimò di scendere e di seguirla. Gianela fece fatica a scendere dalla macchina, sembrava avesse la pelle incollata al sedile e quando si alzò sentì la gonna fradicia, appiccicata al sedere. Seguì l'uomo che entrò nell'androne e proseguì in un grande cortile, non salirono scale, ma ne scesero entrando in una specie di scantinato con finestrelle all'altezza della testa.All'interno, un grande stanzone con a terra parecchi materassi, in un angolo; un tavolo con quattro sedie, un frigorifero ed un fornello sopra un mobiletto che doveva fungere da madia, due porte che portavano in qualche altra stanza. A Gianela venne un brivido freddo, c'era tanta umidità che mista all'afa dava il senso del soffocamento. Non c'era anima viva e l'uomo sembrò cupo, entrò nella porta di fronte lasciandola aperta, dopo poco lo sentì urinare e fare altri rumori. Si augurava che quell'animale non abitasse li, ma dovette abbandonare ogni speranza quasi subito. Lui si levò la canottiera ed i pantaloni con cui aveva viaggiato e senza essersi lavato nemmeno le mani, aprì il frigorifero e tirò fuori dei pacchetti e della birra.Gianela si decise a chiedergli se poteva andare in bagno, lui annuì con un grugnito e lei sparì, teneva ancora la borsa in mano perchè non voleva appoggiarla da nessuna parte, tutto intorno era sporco. Il bagno, era composto da un piccolo lavabo incrostato,un piatto doccia coperto da una tenda di plastica lercia ed un water senza coperchio. Per fortuna a terra vicino al wc, c'erano delle riviste, così ne prese una e vi appoggiò sopra la sua borsa, si spogliò e fece una doccia. Si sentì quasi bene e rivestitasi tornò in cucina, dove Fernando stava mangiando, l'invitò a sedersi sospingedole davanti una "michetta"(tipica rosetta Milanese) ed uno dei pacchetti che aveva davanti; mortadella. Si aprì il pane lo imbottì e lo divorò, la mortadella le piaceva, si alzò per prendersi un bicchiere d'acqua dal lavandino. A lei non piacevano ne' vino ne' birra, li aveva assaggiati entrambi da Alma!Dalla scala, si sentì un rumore di passi, qualcuno stava scendendo ed aprì la porta, era una ragazza in mini-minigonna ed una canottierina corta sopra l'ombelico, indossava dei sabot dal tacco altissimo. Restò a bocca aperta vedendo chi c'era.Fernando si alzò, le si accostò e le mollò un manrovescio in faccia rovesciandole addosso una sequela di parolacce in Albanese. Uno zampillo di sangue uscì dal naso della ragazza che non reagiva, Gianela si stringeva spaventata in un angolo."Brutta cagna, dove sei stata? Ti avevo detto di farti trovare a casa, io devo uscire ed ho dovuto aspettare, non potevo lasciare sola questa "qua", si voltò e sparì dietro l'altra porta lasciando intravvedere due letti grandi. La ragazza diede un'occhiata di traverso a Gianela, aveva gli occhi di fuoco e mentre si tamponava il naso con un kleenex sembrava voler dire:"Và al diavolo, questo è colpa tua."Aveva i capelli scompigliati color rosso tiziano, non era bella ma aveva lo sguardo magnetico e spavaldo, bellissimi occhi neri che sprizzavano scintille e..... odio.*Gi*To be continued.........