MONDO DI KINDERELLA

MARE DISPERATO (25° EPISODIO)


 Le stagioni si susseguivano tutte uguali: estati afose ed inverni immersi nelle fitte nebbie, accanto ai falò! Era "quasi" un sollievo salire nelle auto riscaldate perchè il freddo le penetrava tra quei pochi panni che indossava, e la stagione che più soffriva era l'inverno e lì era un vero inferno. Si era fatta un giro di clientela  fissa e si stava guadagnando la fiducia di madama, finalmente la lasciavano in pace, tranne quel porco di Fernando, che spesso le si buttava addosso e doveva subirlo. Per sua fortuna, era quasi sempre ubriaco e strafatto di droghe com'era; cominciava quasi subito a russare e non ricordava nulla.Quell'agosto, aveva compiuto 15 anni, e malgrado il mascherone che le alterava i lineamenti, s'intravvedevano i bei lineamenti delicati e i begli occhi verdi da cerbiatta, erano intelligenti e vivi, malgrado l'espressione da bambolona. Pian pianino, usciva dal torpore che l'aveva avviluppata da quando era partita dall'Albania ed acquistava sicurezza in se stessa, dando sempre maggior valore a quei pochi consigli che le aveva dato Karina, in quelle poche ore trascorse insieme. La sua bella testolina, elaborava progetti, non capiva come avesse fatto Karina a sparire e ci pensava spesso: era il suo unico pensiero.Della sua famiglia, non aveva notizie certe, le dicevano che il tal'uno o il tal'altro, avevano visto in paese i suoi e stavano bene. A lei sembrava molto strano in quanto suo padre, rimaneva sempre ai margini del paese, ogni tanto andava nei campi di qualcuno a dare una mano, quel tanto per prendersi da bere e starsene a letto.Più facile, era vedere sua madre in paese, quando non si accoppiava con qualcuno, scendeva in paese a chiedere l'elemosina. Quando pensava alla famiglia, Gianela, scacciava il pensiero con fastidio, disprezzava sua madre ed al pari, disprezzava la debolezza di suo padre che per pochi lek, l'aveva mandata a fare quella vita di schiavitù! Ogni tanto però, le capitava di sentiva dalle sue "compagne", che qualcuna era sparita, ma non c'era certezza se fosse scappata o finita in qualche fossato. Una sera dopo cena, le successe un fatto inusuale, un cliente nuovo la fece salire sull'auto e quando si fermarono, lui rimase al suo posto e con discrezione, le chiese come si chiamasse e quanti avesse, poi prese la somma pattuita e gliela diede."Senti Angela, (nome di battaglia di Gianela) se preferisci stiamo qui a fare quattro chiacchiere, senza problemi."Infatti, Paolo, così si chiamava quel ragazzo di poche parole, non le si avventò addosso ma girandosi sul sedile, la osservava sorridendole senza parlare. Quella fredda sera, c'era la luna alta in cielo ed un raggio penetrava tra i secchi rami degli alberi, con gesto lento e delicato, Paolo le spostò una ciocca di capelli dal viso per poterla guardare bene. Le disse che passava tutti i giorni di lì, era di Milano ma lavorava a Crema come grafico.Da parecchio tempo, Paolo aveva notato quella ragazzina che sembrava diversa dalle altre che si agitavano ed invitavano gli automobilisti che passavano. Lei no, rimaneva composta, sembrava completamente estranea a ciò che la circondava, a quei gruppetti di scatenate dai gestti volgari e lascivi. Ormai da tempo, quando rientrava a Milano dal lavoro, rallentava un po' ed allungava la vista per vedere se c'era e quando non la vedeva, provava un senso di delusione e temeva di non rivederla più e allora pensava di dover trovare il coraggio e fermarsi! Ma non sapeva come fare; non era mai stato con una donna a pagamento, finchè quella sera prese la decisione di tornare una sera dopo cena a fare un giro e se c'era avrebbe trovato il coraggio di fermarsi. Voleva conoscerla, parlarle e sentire la sua voce, ed ora era qui e si sentiva imbranato ed intimidito, avrebbe desiderato baciarla.Le accarezzò ancora una volta il viso, le posò un bacio sulla guancia e la riportò indietro.*Gi*To be continued.....