MONDO DI KINDERELLA

L'ALTRA ( 1)


 "Dài prendi il rocchetto che t'insegno a far volare l'aquilone, è semplice, con la mano sinistra tieni il rocchetto e con la destra tieni il filo morbido e guidi l'aquilone. Dài che ce la fai.""Noooooo, non mi va di fare questo stupido gioco da maschi." "Lei" era una bambina non un maschiaccio. Frida le diede uno spintone ed iniziò a correre sulla rena umida, la notte scorsa c'era stato un temporale ed il mare era mosso, quindi;  per ora non potevano fare il bagno. IL vento le scompigliava la massa di capelli color oro ed il sole limpido le pizzicava il visino e gli occhi verdi color del mare, quando era tranquillo! Avrebbe dovuto girarsi dall'altra parte e dare le spalle al sole, ma, la mamma, le raccomandava sempre di non correre tra la gente per non disturbare.Uno stridìo le fece alzare gli occhi, erano due gabbiani: "Stupidi uccelli."E pensò:" Chissà poi perchè a Lisa piacevano tanto."Si girò ed infatti la vide seduta, sguardo al cielo osservava le evoluzioni dei gabbiani, fece scendere l'aquilone e andò a sederlesi accanto, ma lei, Lisa, non se ne accorse; rapìta stava osservando le evoluzioni dei due gabbiani e si avvide che Frida era li, perchè le disse: "Pfuah..vuoi mettere le aquile? Quelli sì che sono veri uccelli, wow mi piacerebbe avere una vera aquila. Dài sù, sbrigati che andiamo sulla scogliera." "Adesso? No dovremmo tornare a casa o mamma e papà staranno in pensiero.""Dài non fare la stupida frignona! Devo sempre pensare a tutto io e trascinarti."Le diede la mano ad alzarsi, poi andò a depositare l'aquilone di carta, dentro la cabina che il  bar della spiaggia metteva a disposizione dei propri clienti e si avviarono verso la scogliera. Quella misteriosa, stupenda scogliera del Conero, che conosceva da quando era piccola; i suoi genitori possedevano una casetta a Numana e trascorrevano lì le vacanze estive. Voleva vedere se "lei", ce l'avrebbe fatta ad arrampicarsi o se si sarebbe messa a frignare come una pupattola! Infatti, a far eco ai suoi pensieri un gridolino di dolore la fece voltare." Aaaahiiiiii! Sono scivolata e mi sono sbucciata il ginocchio, aspettami." " Hmm... ma che lagna che sei, muoviti che voglio vedere se ci sono le acquile."Si arrampicarono per un bel po', finchè trovarono un piccolo terrapieno e Frida decise di fermarsi un attimo, era accaldata ed affannata, il sudore le faceva pizzicare il collo e con frenesia, cominciò a grattarsi.Si girò per osservare l'altra, che non sembrava affatto affaticata e  se ne stava li tutta compìta!"Ma certo! Lei è sempre fresca, sono io che devo portare tutto il peso."Pensò Frida, e la esortò a rialzarsi."Ma io non ce la faccio più, sono stanca e voglio tornare a casa." "Uaa..uaaaaa..., muoviti frignona."Frida non voleva mollare perchè si era prefissata di salire ancora, ma ben presto si rese conto che era impossibile andare oltre. Da quel lato, le rocce si ergevano ritte e non c'erano più cespugli a cui aggrapparsi, non esisteva alcun' altro appiglio, quindi:"Ok torniamo indietro, ma non ti azzardare a fare la spiona con mamma e papà, capito?""Si.... si.. giuro."Il sole era ormai allo zenit ed era una enorme palla infuocata a picco sul mare. Frida fischiettava come un maschiaccio e celava la stanchezza; non voleva dare soddisfazione all'altra.Quando entrò in casa, la mamma le andò incontro preoccupata per lo stato in cui si trovava."Amore, hai fatto tardi, cosa hai fatto? Sei tutta sudata, sporca e stracciata! Va subito a fare la doccia e disinfetta quel ginocchio." Meno di dieci minuti e Frida entrò nel salotto dove papà, sul divano, stava guardando qualcosa di sport alla tv. Lo aggirò in punta di piedi e gli piombò addosso da dietro, lui fece finta di non averla vista, sussultò fingendo paura mentre la bimba rideva a squarciagola, allora, se la prese in braccio fingendo di volerla mangiare.Era un gioco che facevano spesso, come quando tornando a casa dal lavoro, le faceva capire di avere qualcosa nelle tasche e lei lo perquisiva finchè non trovava le chewing gum o il chupa-chupa.*Gilda*(continua)