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MONDO DI KINDERELLA

DI TUTTO UN PO', TRA IL SERIO ED IL FACETO,PIU' FACETO CHE SERIO

 

 

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MARE DISPERATO (30° EPISODIO)

Post n°1820 pubblicato il 08 Maggio 2014 da kinderella.lilla

I preparativi per il viaggio in Albania, rendevano Gianela stranamente eccitata da mandarla in confusione, Paolo però, comprendeva l'ansia e lo smarrimento di sua moglie. Dopo otto anni, ritornava in Albania per far visita ai suoi familiari, coi quali nel frattempo, aveva ripreso dei contatti epistolari ed ogni tanto, spediva loro del danaro.

"Amore, andiamo a casa dei tuoi, su di una bella nave traghetto, niente clandestinità, niente gommoni ne' passeur! Io, te ed Anadela con tanto di passaporti in regola."

Ma, l'ansia di Gianela era palpabile. Era felice di andare a trovare i suoi, li aveva avvisati con largo anticipo del suo arrivo, ma temeva ciò che avrebbe trovato, soprattutto cosa avrebbe provato; nel rivederli dopo 10 anni.

Quando si era sposata, ha scritto loro una lettera, era un tentativo anche se, non era certa di avere risposta, quindi fù molto sorpresa quando di lì ad una decina di giorni, la ricevette! Chissà chi l'aveva scritta, ma non aveva alcuna importanza perchè: l'importante era avere ricevuto le loro notizie ed anche altro.

Sì, perchè sua madre, quando seppe che si era sposata e sistemata, le disse che desiderava tanto rivederla, che era felice per la sua "fortuna" e che loro; se la passavano molto male e che le sorelle, se n'erano andate via, tranne il più piccolo che aveva all'incirca 11 anni. 

"Oh mammaaaaaa..."

Le sembrava di sentire le sue solite lagne, mentre con la sigaretta tra le labbra, si trascinava sciatta come una vecchia!

Questo, tutto questo: apparteneva al passato e lei, non avrebbe più permesso loro, d'intromettersi nella sua vita. Era felice ed appagata, cosa avrebbe potuto desiderare di più? Qualche volta si chiedeva se meritava tanta gioia e Paolo, la rassicurava che se lo era più che meritato ed il fortunato era lui.

Era diventata un'appressatissima camiciaia, si dedicava con caparbietà in tutte le cose faceva, aveva anche due apprendiste che l'aiutavano, in più un giorno la settimana insegnava alle ragazze della comunità e Don Bruno era fiero di lei.

Ragazza intelligente ed acuta, in quei cinque anni; aveva presa la licenza media, parlava e scriveva perfettamente l'Italiano ed era stimata ed apprezzata dalle persone che la conoscevano e dai parenti di suo marito.

Da Paolo, aveva imparato a sorridere, giocare e ridere, aveva una risata cristallina e contagiosa.

Anadela aveva da poco compiuto un anno ed i suoi suoceri, avevano organizzato una festicciola in un fast-food, con palloncini, gadget ed una decina di bambini. 

Il giorno della nascita di Anadela, Paolo commosso disse:

"Grazie piccola per tutto che mi dai, per la tua forza e la tua dolcezza. Scusami per quello che non saprò darti io: la tua infanzia. Ma, di una cosa sii certa: il mio amore per te e nostra figlia."

Ma lui, sapeva vezzeggiarla e coccolarla come una bimba.

Ogni tanto, di notte Gianela si alzava a contemplare la sua creatura, poi si beava a guardare il suo Paolo, dormire sonni tranquilli e si chiedeva:

"Dio mio, è possibile amare così tanto?"

Il passato stava sbiadendo ed anche gli incubi notturni, si stavano diradando, pian pianino tutto stava scivolando nell'oblio, meno due volti e due nomi: Alma e Karina.

"Dove sono le mie donne?"

Anadela, con gridolini gioiosi, corse incontro al papà che tornava dal lavoro. 

"Amore, è tutto pronto per domani mattina?"

Mentre Gianela, lo seguiva in salotto per non perdersi lo spettacolo tra suo marito e sua figlia che giocavano, coinvolgendo anche lei, nei loro giochi, rispose: 

"Hmmm... non ho avuto tempo, sono stata a passeggio tutto il il giorno."

"Aaaaahhh siiiiiiii? Sei stata a gozzovigliare mentre io sgobbavo? Ora ti sculaccio."

Questo grande gioco d' amore, si ripeteva tutti i giorni.

"Come ti senti? Ti sei tranquillizzata?"

"Hmmmm... un pochino e con te accanto, non ho motivo di adombrarmi. Domani si parte e sia quel che sia."

Si vergognava a portare suo marito in quel tugurio, più che della baracca, si vergognava dei suoi. Si vergognava anche di se stessa, per non avere mai trovato il coraggio di confessargli che; proprio i suoi l'avevano venduta, e per tre anni era stata costretta a quella umiliante e degradante vita. Chissà... magari durante il viaggio, si sarebbe liberata di quell'omissione e non ci sarebbero state più ombre tra lei e Paolo! 

"Ma certo, non hai nulla da temere e finalmente; io ed Anadela conosceremo i nonni Albanesi."

In anticamera, c'erano i bagagli allineati in attesa di partire, sul comò, c'erano i passaporti accanto alla sua borsetta.

Si addormentò tra le braccia di Paolo, come tutte le sere.

*Gi*

To be continued....STEL

 
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Io ti verrò a cercare.

Lo sai che lo farò!

Ma la domanda è:

"Tu faresti lo stesso

con me?"

E' questo che devi capire.

Perchè un giorno la

smetterò di inseguirti.

Alda Merini

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   ^_^   SMILE ^_^

Sorridi, anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
illumini il tuo viso di tristezza
e nascondi ogni traccia di contentezza
ma anche se una lacrima sta per scendere
è quello il momento in cui devi
continuare a provare
sorridi, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
è il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi.....

C. Chaplin

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gab

 

 

 gino

GAB

 

 

 

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