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MONDO DI KINDERELLA

DI TUTTO UN PO', TRA IL SERIO ED IL FACETO,PIU' FACETO CHE SERIO

 

 

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MARE DISPERATO (39° EPISODIO)

Post n°1833 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

L'indomani, dopo colazione, lasciarono l'albergo e si diressero verso Yzberisht, paese natale di Gianela, che si sentiva stanca ed agitata. Dopo tanti anni, si ritrovava a Tirana e le venne in mente il signorino Kokò, quasi se ne vergognò e distolse i confusi pensieri,  dirottandoli su ciò che avrebbe trovato ad Izberisht.

L'atmosfera era afosa e le strade sconnesse e polverose. Non era cambiato niente!erano ormai in prossimità del paesino e la tensione di Gianela, era palpabile.

Tentando di stemperare quella tensione, Paolo scherzò:

"Ti difenderò dagli orchi.... non permetterò a nessuno di mangiarti... gnammmmmmm..."

Gli rispose seria, guardando fuori:

"Non è questo! Mi vergogno a portarti in quella carapecchia."

Erano in prossimità della salita che conduceva alla casa nel bosco, ed inevitabilmente ripensò a 13 anni addietro; l'aveva percorsa a piedi scalzi sotto la pioggia, per non rovinare i sandaletti smessi dalla signorina Bona.

"A me non interessa, dove e come vivono i tuoi. E' giusto che tu li riveda, poi deciderai il da farsi; se e quando andartene, ma ti prego di tranquillizzarti o anche Anadela si agiterà."

"Eccola, ti prego caro, fèrmati un attimo, solo un attimo, prendo una boccata d'aria."

Sullo spiazzo antistante la casa, non c'era nessuno e nemmeno quando fermarono l'auto, si vide anima viva, allora Gianela, diede un colpo di clacson e da dietro la casa sbucò una donna con una gonna lunga ed un maglione di lana intrecciato, malgrado il caldo afoso.

Dalle labbra increspate, pendeva il mozzicone di una sigaretta, diede un colpo di tosse mentre si chiedeva: chi diavolo fossero quelli.

"Mamma? Sono io; Gianela."

"Gianela, la mia Gianela?"

Ma a Gianela, tremarono le gambe e non riusciva a correre ad abbracciare quella vecchia, che non aveva nulla di sua madre! Quando le fù vicina, si accorse che era sporca ed olezzava di vino, le mani, il viso ed il corpo, erano avvizziti come un ramo secco.

"Mio Dio! E questa è la "zingara dei boschi", come era soprannominata in paese?" Mentre pensava a questo, Gianela si rese conto che, in tutti quegli anni, aveva covato rancore nei confronti di sua madre e che ora, a quella vista, si stava sciogliendo come un fiocco di neve al sole.

In qualche modo, ci furono le presentazioni e quando la nonna fece per abbracciare la nipotina, Anadela scoppiò a piangere e corse a nascondersi dietro le gambe di papà.

Ci volle del tempo per farla calmare e farle capire che quella signora, era la mamma di sua mamma, cioè: l'altra sua nonna, ma Anadela, rimase diffidente nei confronti di quella strana donna.

"Papà, le mie sorelle ed il mio fratellino; dove sono?"

"Tuo padre è andato a prendere qualcosa da mangiare, gli altri boh, se ne sono andati tutti via senza nemmeno un saluto. Ingrati! Per fortuna, tu non ti sei scordata dei tuoi genitori." Poi, rivolgendosi a Paolo:

"Ah, sei fortunato tu, ad avere incontrato la mia Gianela."

Lui, non capì una parola e Gianela non glielo tradusse per pudore. Indugiava a far entrare in quella catapecchia suo marito e sua figlia, mentre un fischio la distolse dall'imbarazzo.

"Papà, ciao come stai?"

Lui l'abbracciò trattenendola forte al petto, poi si rivolse ad Anadela e Paolo, tendendo loro la mano e stranamente la piccina, gliela prese.

Gianela, notò che suo padre era sobrio, si era rasato, lavato e pettinato ed aveva una camicia linda con le maniche rimboccate. Sentì salirle al petto, un'antica ondata d'affetto verso quell'uomo tanto debole ma buono d'animo. Entrarono in casa e con sorpresa, la trovò linda e rassettata, suo padre appoggiò sul tavolo un bottiglione di vino, del pane ed un pacchetto di salumi mentre sua madre, sparì dietro la tenda-divisorio che nascondeva i letti, per riapparire cambiata e pettinata. Gianela, le fece un sorriso spontaneo e sincero, quei due erano i suoi genitori, gente povera che non è riuscita a riscattarsi con dignità, dalla povertà!

Commossa andò ad abbracciare prima la mamma poi il papà, mentre lacrime liberatorie le scendevano sul bellissimo viso. Presi alla sprovvista da quella manifestazione d'affetto, s'intimidorono e si ritrassero mentre alla donna scesero due lacrime, che subito nascose.

To be continued..... STEL

 
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Io ti verrò a cercare.

Lo sai che lo farò!

Ma la domanda è:

"Tu faresti lo stesso

con me?"

E' questo che devi capire.

Perchè un giorno la

smetterò di inseguirti.

Alda Merini

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   ^_^   SMILE ^_^

Sorridi, anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
illumini il tuo viso di tristezza
e nascondi ogni traccia di contentezza
ma anche se una lacrima sta per scendere
è quello il momento in cui devi
continuare a provare
sorridi, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
è il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi.....

C. Chaplin

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gab

 

 

 gino

GAB

 

 

 

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