Creato da kinderella.lilla il 05/02/2009

MONDO DI KINDERELLA

DI TUTTO UN PO', TRA IL SERIO ED IL FACETO,PIU' FACETO CHE SERIO

 

 

MARE DISPERATO (14)

Post n°1791 pubblicato il 19 Marzo 2014 da kinderella.lilla

                                                            b

Nel primo pomeriggio, dopo aver ricevuto una telefonata, Alma, le disse, che doveva prepararsi per accogliere il suo amico. La portò nella sua camera, tirò fuori da un cassetto un baby-doll rosso e glielo fece indossare, anche se le stava un po' grande. Gianela non capiva, ma non trovava il coraggio di chiedere spiegazioni temendo di contrariare la sua amica, che esordì:

"So che non sei più illibata, quindi; per te non sarà una novità! Sdraiati e aspetta, lui sa che non parli Italiano, basta che dici: "ciao"."

Gianela remissiva fece di sì con la testa. Si fece imbellettare e mettere in posa come un bambolotto. Il citofono suonò per due volte ed Alma disse:

"Eccolo, tu stai sdraiata e aspetta."

Andò alla finestra e tirò giù tutta la tapparella, accese l'abat-jour che stava sul comodino e vi mise sopra un foulard rosso. Gianela, se ne stava lì immobile come una bambola inespressiva e senza alcuna emozione. Sentì aprire la porta d'ingresso e dei saluti sottovoce, poi Alma invitò il signore ad entrare nella sua camera, la porta era accostata, si aprì ed intravvide un omone grasso.

"Ciao." Le disse laconico.

"Ciao." Rispose lei.

L'omone si diresse alla parte destra del letto dove c'era una sedia e cominciò a spogliarsi, era flaccido, aveva due tette che gli penzolavano e la pancia ricopriva tutto. Si sdraiò accanto a lei e l'attirò a sè, cercando di baciarla sulla bocca, l'istinto di Gianela era di ritrarsi disgustata, ma.... si lasciò prendere la mano che lui guidò sotto al basso ventre, che sdraiandosi; si era sparso ai lati e lasciava intravvedere un "cosino" , raggrinzito e tozzo.

"Sì...sì... così....dài così..."

Ansimando e digrignando i denti, emise un grugnito e lei si sentì la mano umida.....poco dopo l'omone si alzò ed uscì per ritornare quasi subito. Con grande sollievo di Gianela, l'omone prese a rivestirsi ed uscì senza proferire parola. Poco dopo sentì aprire la porta d'ingresso, un saluto sussurrato e la porta si richiuse. Alma apparve entrò in camera e si diresse alla finestra, tirò sù per metà la tapparella e spense l'abat-jour, sembrava soddisfatta.

"Brava! Ha detto che vuole rivederti dopodomani. Dài sù alzati e preparati che andiamo in libreria a prendere i dizionari, sai leggere?"

"Sì, certo. Ho frequentato le elemantari."

Si alzò e corse in bagno a lavarsi, si strofinava forte le mani con lo spazzolino e continuava ad insaponarle. Quella "cosa" viscida le fece quasi venire il voltastomaco. Si lavò bene anche la faccia e tolse ogni traccia di rossetto.

Gianela, chiese ad Alma, se poteva mettere l'abito nuovo, quello viola.

"Certo che sì! E' tuo e lo puoi mettere quando vuoi."

"Grazie."

Uscirono per andare in libreria, passarono davanti al bar situato alla fine della via, era un splendida giornata, c'erano dei tavolini sul marciapiede e gente che consumava all'aperto. Al loro passaggio, qualcuno fischiò e le seguì con lo sguardo, Alma strinse il braccio a Gianela:

"Non ti voltare, quando sei per strada, fai finta di non sentire."

Anche se c'era stata il giorno precedente, quel grande corso le sembrò ancora più magico. In libreria acquistarono due dizionari: "Albanese-Italiano, e, "Italiano-Albanese".

Gianela era attratta dalla copertina di un libro tascabile.

"Lo vuoi? Dài prendilo, però devi esercitarti con i dizionari."

A Gianela non sembrava vero.

Mentre stavano cenando, per l'ennesima volta, squillò il telefono.

"Questa sera, arriva Paulo, il padrone di casa, tu vai pure a dormire, la tavola la sbrigo io."

Gianela, felice, si ritirò nella sua accogliente cameretta. Si mise a letto e cominciò a sfogliare un dizionario....finchè fù vinta dal sonno....

"Gi*

To be continued....STEL


 
 
 

MARE DISPERATO (13)

Post n°1790 pubblicato il 18 Marzo 2014 da kinderella.lilla

bb

                                                                    b

Tornate a casa, trovarono Kladi in cucina che le guardò stranito....Mangiarono una bistecca ai ferri ed un'insalata mista. Poi Kladi uscì dicendo che sarebbe tornato verso le 19,00.

"Per stasera, ho intenzione di fare un buon minestrone con le salsicce, ti piace"?

Chiese Alma a Gianela.

"Oh sì mi piace, io mangio tutto."

Il telefono di quella casa, suonava di continuo e Alma si appartava in camera a parlare. Nel pomeriggio, arrivò qualcuno ed Alma disse a Gianela di andare pure nella sua camera a fare un riposino perchè lei aveva da fare per un po' e l'avrebbe chiamata lei. La giornata passò bene per Gianela, aveva sfogliato tre riviste di Alma,  cercando di non ascoltare i rumori che le arrivavano dalla camera adiacente. Piano, piano, si appisolò e fece un lungo sonno tranquillo. Si svegliò serena, anche se....non capiva il suo còmpito in casa! La sera a tavola, mentre mangiavano il minestrone con il riso, Alma spiegò a Gianela come tenere bene le posate, il tovagliolo ed il bicchiere e le disse che avrebbe dovuto imparare al piu presto, a parlare l'Italiano.

"Anzi; cominciamo subito, d'ora in poi ti parlerò solo in Italiano, ti insegnerò un po' di parole base."

Gianela fece cenno con la testa di si!

Dopo cena, Kladi diede un bacio ad Alma ed ignorando Gianela, uscì!

Sbrigate le faccende della tavola e lavato le stoviglie, si sedettero sul divano della cucina a guardare la televisione. 

"Sai, domani viene un mio amico e vuole conoscerti, cerca di essere gentile con lui, è una brava persona e molto gentile."

Una strana irrequietezza, pervase la mente di Gianela.

"Perchè, questo signore vorrà conoscermi? E cosa dovrò fare per lui?"

Mentre una strana sensazione le strisciava sulla pelle, come un serpentello, cercava di non pensare a cose brutte, come ii racconti che aveva sentito; nella cucina di Tirana e sul gommone. A proposito della cucina di Tirana; come una saetta, la sfiorò un ricordo! Quella donna di Tirana, la sorella di Kalaf, quella che le disse delle sue "cose" e che per un momento le sembrava di averla già vista! Ma certo! Era la donna, che per un periodo era stata la lavandaia a casa dei Signori e che la cuoca; fece licenziare. Stava dipanando una matassa....., non si era spiegata come e dove Kalaf l'avesse vista in giro per Tirana, dato che lei era uscita poche volte.

Povera, piccola testolina, quanta confusione e...

"Mi stai ascoldando?"

"Siiii...siiiiii...."

"Allora ripeti con me: ciao, io mi chiamo Angela."

"Me ci-amo Anghela."

"No! Ripeti con me;

Ckemi = Ciao,

Un = Io,

Quhem = mi chiamo,

Anxlela=Angela. E' importante che tu sia gentile con quel signore o Kladi si arrabbierà anche con me."

Uno sbadiglio e Alma le disse di andare a dormire. Gianela, si addormentò come un ghiretto e fece un bel sogno.

Si trovava su un prato fiorito, era sdraiata in mezzo al verde e in una mano, aveva un mazzolino di violette che estasiata, annuvasa il loro inebriante profumo. Si alzò una leggera brezza che s'insinuava tra le foglie degli alberi, producendo una melodiosa sinfonia. Lei, sembrava in attesa do qualcosa o qualcuno, ma, ignorava: cosa o chi fosse. Ma, ecco che all'improvviso, il cielo cominciò ad oscurarsi di minacciose nuvole nere e si sentì sgomenta, per quel repentino cambiamento nell'atmosfera.

Tentò di alzarsi, ma una violenta folata le strappò di mano le violette, disperdendole nell'aria. Immobile e calamitata a terra, osservava con indifferenza, il volteggiare delle violette, senza tentare di riprenderle!

Erano le 9.00, quando si svegliò, si stirò e rimase ancora un po' a letto. Non pensava a niente, era come se; non avesse passato ne' memoria, si alzò, si vestì e andò in cucina, dopo un po' arrivò anche Alma che rimase sorpresa nel vedere tre tazze sul tavolo, il bricco del latte sul fuoco e la moka che borbottava.

"Tesorooooo.. che bella sorpresa, sei stata bravissima."

Poi, notando le tre tazze, disse:

"Siamo noi due sole, Kladi è partito."

Le si avvicinò e le diede un bacio su una guancia, questo gesto inondò di gioia Gianela, che le gettò le braccia al collo e ricambiò il bacio. Seguì un attimo di imbarazzo, poi con fare complice, scoppiarono a ridere.

Dopo colazione, ognuna fece toilettes, si vestì ed uscirono per fare la spesa.

*Gi*

To be continued...... STEL


 

 

 
 
 

MARE DISPERATO (12)

Post n°1789 pubblicato il 17 Marzo 2014 da kinderella.lilla

                                                               b

Gianela era un pezzo di pietra senza emozioni, "Ovunque" pensava, "purchè via di qui."

La sera e la notte passarono in qualche maniera, la svegliarono che era ancora buio, si vestì e partì in auto con Kladi.

Il viaggio non finiva mai, l'uomo  fermò l'auto solo due volte , le fece vedere dov'erano le toillettes e l'attese fuori. Entrambe le volte, ripartirono subito e Kladi, con grande sollievo di Gianela, la faceva salire sui sedili posteriori. Per mangiare avevano in dotazione dei panini, delle bottiglia di birra e d'acqua, preparati dalle due giovani donne del casolare. Ogni tanto squillava il telefonino e Kladi, rispondeva con garbo e dava l'esatta ubicazione di dove si trovassero in quei momenti. All'ultima chiamata, era già sera, rispose:

"Sto arrivando, cinque minuti."

Finalmente!!! L'auto si fermò e Kladi le fece cenno che erano arrivati, scesero e lui suonò ad un citofono di un grande palazzo, disse chi era e si aperse il portone, entrarono.

Salirono al primo piano, si aprì la porta di sinistra del pianerottolo e si affacciò una donna bionda, indossava una vestaglia molto sgargiante dai colori vivaci e pantofole dai tacchi alti. Era di statura media e rotondetta, i biondi capelli erano raccolti in uno chignon, aveva una fossetta in mezzo al mento e mentre dava un bacio a Kladi; le fece un sorriso.

"Dai vieni dentro,  io sono Alma."

Entrarono in un lungo corridoio, c'erano tre porte a sinistra ed una di fronte, Alma la prese per un braccio e le spiegò:

"Questa è la cucina, questo è il bagno, questa è la tua camera e quella di fronte è la mia e di Kladi. Ora se vuoi, rinfrescati e poi vieni in cucina, avrai fame ed ho preparato qualcosa da mangiare."

Con un filo di voce, Gianela chiese ad Alma:

"Signora, io dormirò qui, da sola?"

"Certo! Questa; d'ora in poi sarà la tua camera. Non ti piace?"

"Ooohhhhh.. siiiii...siiiiii.... mi piace, grazie. Signora, ha una sveglia per domani mattina? A che ora devo alzarmi?"

"Non ti preoccupare, dormi tranquilla che ti sveglierò io!"

Finalmente un pasto! Cenarono, poi Gianela andò nella sua cameretta, Alma e Kladi andarono nella camera matrimoniale che era di fronte al corridoio. La stanchezza e la spossatezza, vinsero presto Gianela, che sprofondò in un sonno profondo, ma molto agitato. Mare nero, mare oscuro e minaccioso, le palpebre di Gianela si muovevano con un ritmo convulso, era nel mezzo di un incubo che la riportava sul gommone. La bocca sdentata del mare era spalancata e  le sussurrava suadente:

"Vieni...vieni..ti voglio, buttati che ti prendo tra le mie braccia..vieni..vieni..lasciati scivolare, non temermi io ti proteggerò e ti terrò sempre con me".

D'un tratto, non era più il mostro-mare a chiamarla, ma il signorino Kokò, che in bermuda correva sulla spiaggia dove lei aveva toccato la sabbia, per la sua prima volta, solo due giorni prima. Le correva incontro a braccia tese:

"Gianelaaaaaaa...".

Lei immerse i piedi nella limpida acqua che le inviava la sua immagine. Si soffermò a rimirarsi e quella che vide, era un' altra se stessa: più grande e più bella, aveva lunghi capelli  pieni di luce, che volavano nella brezza marina. Si adagiò sulla sabbia languidamente, in attesa di ritrovarsi tra le braccia di Kokò!

"Shhhhhh....Gianela..Gianela svegliati, sono le 10".

La signora bionda era sulla porta aperta e la chiamava. Ancora intontita dal lungo agitato sonno, Gianela faticò a realizzare dove si trovava e si alzò di scatto e a disagio;

"Scusi... non mi sono svegliata."

"Dai, vieni in cucina a prendere il caffelatte. Poi, quando avrai fatto toilettes, vestiti che usciamo a fare compere, hai bisogno di un po' di roba da mettere. Non fare rumore che Kladi dorme ancora".

In bagno fece vedere a Gianela dov'erano gli asciugamani, il phon ed il pettine. Dopo un buon bagno, profumato e ristoratore, lo specchio le rimandò l'immagine di una bella ragazza, i capelli vaporosi le incorniciavano quel bellissimo visetto, anzi; viso, perchè stava si rese conto che stava cambiando un po' i lineamenti. Si osservò bene e rimase turbata dall'espressione dei suoi occhioni verdi!

Non ci capiva niente! Pensava di dover fare le pulizie della casa... invece la casa era linda e lei si stava rilassando! Mah.... 

Dopo un'abbondante colazione ristoratrice, uscirono per strada, Gianela si sentiva stranamente rilassata per la prima volta, dopo quel lungo estenuante girovagare!

Andarono nel centro di Bologna, a Gianela sembrava tutto magico e sfolgorante, non aveva mai visto tante belle vetrine. Entrarono in un grande magazzino, era immenso e c'erano anche scale mobili che lei non aveva mai visto e con un po' di timore vi salì sopra....opsss...sentì mancarle la terra sotto i piedi la sensazione che provava era di levitazione! Però Gianela apprendeva con facilità, scesero al secondo piano, un tabellone diceva;"abbigliamento donna". Si diressero verso uno stand, dove stavano in bella mostra: abiti, pantaloni, magliette...tanta bella roba. Alma scelse tre-quattro capi poi diresse Gianela in un camerino nascosto da una tenda, le porse l'abbigliamento e la invitò a metterne uno. Lei lo indossò, era un miniabito color violetto e quando aprì la tenda, Alma spalancò gli occhi e l'abbracciò;

"Sei bellissima, questo ti sta bene e lo prendiamo, ora prova i pantaloni e questa maglietta."

Tutte le cose che Gianela indossava, le stavano benissimo facendo risaltare il corpo in piena sbocciatura, sembrava più grande della sua giovane età. Tra poco avrebbe compiuto 13 anni! Alma, che pretese il tu da lei, era molto soddisfatta di quello che vedeva, andò alla cassa e pagò.

"Ora dobbiamo scendere a prendere delle scarpe adatte, la prese per mano e la condusse al piano calzature. Anche qui Gianela fu presa dall'entusiasmo a vedere tante belle calzature, di tutti i tipi e colori. Acquistarono due paia di scarpe con un po' di tacco ed un paio di sandali e della biancheria intima, mentre Alma pensava:

"Questa ragazza è molto bella e docile, spero mi dia grandi soddisfazioni."

*Gi*

To be continued........STEL

 
 
 

MARE DISPERATO (11)

Post n°1788 pubblicato il 17 Marzo 2014 da kinderella.lilla

tristezza

 

                                                             b

Una volta sbarcati si dispersero circospetti, prendendo ognuno; direzioni diverse. Gianela dovette seguire i due uomini con cui era venuta, attraversarono di corsa la spiaggetta deserta, imboccarono un viottolo che dirigeva all'interno, forse verso il paese. Sentiva le forze abbandonarla, la fame, la sete e la stanchezza; impedivano alle ginocchia anchilosate di correre, avrebbe voluto lasciarsi andare a terra! Ma l'inconscio di Gianela, le ordinava di farsi forza e proseguire! Trovò anche il coraggio, di rivolgersi con un filo di voce al signor Kalaf: 

"Ho bisogno urgente di un bagno."

"Ancora pochi metri ed arriviamo ad un bar."

Ci volle un quarto d'ora di estenuante marcia, prima di entrare nel paese e trovarono subito un bar! Gianela corse alla toilette, si spaventò per quello che vide riflesso nello specchio che si trovò davanti! Aveva delle occhiaie bluastre, gli occhi erano piccoli piccoli ed impastati di un qualcosa di biancastro, sembravano croste, erano indurite e le tiravano la pelle del viso! Fece i suoi bisogni, si liberò delle mutandine e del loro contenuto. Si lavò alla bell'e meglio e per sua fortuna, c'era un rotolone di carta, così potè asciugarsi. Tirò fuori il cambio, una maglietta ed una gonna, si cambiò e per magia si rivide, quasi, come era partita, restavano solo quelle strisce blu-violacee che aveva sotto i grandi occhioni verdi. Quegli occhi verdi come il mare vicino alla spiaggia, dove era scesa a fatica dal gommone perchè le facevano male tutte le ossa e non riusciva a raddrizzarsi sulle gambe! Però nella curiosità di bimba, notò come fosse diverso, ora, il mare! Era trasparente e cangiante dal verde-azzurro chiaro,al colore neutro dell'acqua fresca...sete, bere....tra poco avrebbe bevuto qualcosa! Uscita dalla toilette, si avvicinò ai due, che nel frattempo avevano mangiato panini e bevuto birra, uno di loro parlava Italiano! Le fu chiesto cosa volesse, ma le consigliarono un cappuccino caldo ed un panino, bevve e mangiò come mai aveva fatto; ingurgitando con golosità e sollievo. Cominciò a sentirsi un po' risollevata, ma un pensiero fisso non l'abbandova:

"E adesso, cosa succederà? Dove mi porteranno?"

Questo, lo avrebbe scoperto di li a poche ore. Il giovane, che parlava Italiano, fece una telefonata dal telefono del bar, dopo poco tornò al tavolino e disse:

"Kladi arriverà tra una mezz'ora, che dobbiamo fare?"

Kalaf rispose:

"Vedremo cosa ci propone per ora".

Intanto a turno, andarono entrambi al bagno, sembravano ignorare Gianela come fosse trasparente.  Ad un certo punto, il più giovane è uscito dal bar rientrando con un giovanotto di bell'aspetto, che si accostò al loro tavolo e salutò con una stretta di mano Kalaf, poi diede una lunga occhiata a Gianela e lei provò un forte disagio. Il nuovo arrivato, parlava Italiano e lei non capiva cosa dicevano, ma subito dopo uscirono tutti, salirono su un'auto percorrendo delle stradine che li portarono fuori del paese. Circa una mezz'ora dopo, si fermarono davanti ad un casolare di campagna, entrarono e furono accolti da due giovani donne. Dopo i convenevoli delle presentazioni, gli uomini si misero a confabulare. Una delle due donne, si avvicinò a Gianela con un modo di fare che la metteva in imbarazzo.

"Quanti anni hai, da dove vieni"?

Gianela un po' intimidita rispose alle domande.

"Sembri più grande, hai avuto qualche moroso"?

Arrossendo come un gambero, rispose imbarazzata; che nò non aveva mai avuto un fidanzato, le due donne si guardarono e scoppiarono in una risata volgare.

"Ah, allora ci penseremo noi a trovartene uno."

Anche gli uomini risero volgarmente e fecero l'occhiolino alle due donne.

"Bene."

Kalaf si rivolse a Gianela:

"Se farai la brava, Kladi ti porterà a lavorare al nord, a

Bologna."

"Ovunque, purchè via di qui," pensò lei.

Mangiarono qualcosa, poi una delle donne prese Gianela e l'accompagnò di sopra, in un grande stanzone dove c'erano delle reti con miseri materassi e qualche sedia su cui erano appoggiati dei panni. C'era odore di muffa ed altri odori mischiati, la piccola ebbe un moto di rifiuto, ma non parlò, in compenso l'altra esordì;

"Stasera dormirai qui, poi vedremo, se vuoi adesso puoi riposarti un po'."

A Gianela non sembrava vero, finalmente sola con la possibilità di sdraiarsi e riposarsi. S'era addormentata profondamente ma senza sogni, finchè sentì una presenza accanto a lei, di scatto si alzò a sedere, c'era Kladi nudo che la stava toccando.

"Allora, vediamo se vali quello che ti ho pagata!"

A Gianela sembrò un dèja vù,  e lui incalzò:

"Spogliati fammi vedere come sei sotto."

Impietrita, Gianela cominciò a capire cosa intendeva, rimase immobile, mentre lui con malagrazia cominciò a strattonarle la maglietta.

"Allora ti decidi a spogliarti o devo farlo io?"

La "bestia" dal bell'aspetto, era ubriaca ma si accorse che lei aveva le sue "cose", come se questo fatto lo avesse eccitato, la prese malamente e con furia.

Come fosse stato punto, d'improvviso le diede uno schiaffo in pieno viso ed un calcio che quasi la fece cadere dal letto.

"Ah puttanella, sei merce avariata!"

Chiamò Kalaf e lo fece salire.

"Tu lo sapevi che è avariata?"

"Ma.... no... non lo sapevo."

Poi cercando di sviare il discorso, si rivolse a Gianela che stava tremante sul pavimento:

"Vabbeh, domani partirai con Kladi per Bologna, lì c'è una brava signora e ti porterà a casa sua, vedrai che la starai bene".

Gianela era un pezzo di pietra senza emozioni, "Dappertutto" pensava"purchè via di qui".

La sera e la notte passarono in qualche maniera, la svegliarono che era ancora buio, si vestì e partì in auto con Kladi.

*Gi*

To be continued..........STEL


 

 
 
 

MARE DISPERATO (10)

Post n°1787 pubblicato il 13 Marzo 2014 da kinderella.lilla

La luna se ne stava nascosta ed il mare si stava gonfiando. Il vento, girandosi, si scontrava con le onde facendo sobbalzare il gommone ed alzando spruzzi gelidi. Il mutismo del carico umano è totale, schiacciati l'uno contro l'altro, rannicchiati e stretti sulle ginocchia a ripararsi dagli spruzzi e dal vento. A Gianela fischiavano le orecchie, aveva una forte nausea ed il freddo le aveva bloccato anche i pensieri. Non pensa più Gianela, non ne ha le forze, è istupidìta, intontita, ed  il mare le sembra un'enorme bocca nera spalancata pronta ad inghiottirli. Un'unico ultimo pensiero le passa per la testolina:

"Dio mio,fammi addormentare per sempre."

Da ore navigavano, senza potersi muovere, senza poter fare i loro bisogni, se non, farseli addosso ma le conseguenze sarebbero state terribili! Tra il freddo della notte ed i gelidi spruzzi dell'acqua, i panni si sarebbero congelati addosso ed i poveretti;erano già mezzi assiderati. Ad un certo punto della notte, il vento si stava abbassando, sembrava dare un po' di tregua. D'un tratto, uno dei passeur intima il silenzio e spegne il motore, rizza le orecchie ed aguzza la vista, in lontananza si intravvedeva, altalenante, una fioca luce.

"Shhhhhhh.....Potrebbe essere una vedetta della marina Italiana, o una barca di pescatori."

Rimangono in religioso silenzio, senza quasi fiatare ed impietriti attendono, ormai; tutti sapevano che in caso di pericolo, rischiavano di finire in mare ad ingrassare i pesci!Piano... piano, la luce si allontana e con sollievo generale, si riaccende il motore del gommone e riprende a navigare. Senz'altro si trattava di una barca di pescatori. I due passeur, fanno i conti del tempo e del punto in cui dovrebbero dirigersi; a sud di Brindisi.

"Sono le quattro e se tutto va bene; tra circa due-tre ore dovremmo arrivare, il vento non ci ha fatto ritardare di molto sulla tabella di marcia. Avremo navigato all'incirca: 10/11 nodi h, ed avremo percorso circa 70 miglia."

"Sì e se proseguiamo così, senza difficoltà, tra un paio d'ore, dovrebbero scorgersi le coste."

Intanto il vento s'era acquetato, nel cielo plumbeo si squarciavano le nubi lasciando intravvedere qualche sprazzo di cielo, dove si poteva scorgere anche lembi di luna che faceva capolino. Come d'incanto, i passeggeri si scrollano dall'immobilità ma senza possibilità di sgranchire un po' le ossa intorpidite ed anchilosate. La speranza di una fine di quel calvario, li fece riprendere un po' di vita! Uno stridio in lontananza, fece girare lo sguardo di tutti, qualcuno sussurrò:

"Gabbiani.....gabbiani....vuol dire che ci stiamo approssimando alla terra."

Gianela era ben sveglia ed attenta, non aveva mai visto il mare ne' i gabbiani se non in foto e sapeva solo che erano uccelli di mare. Cercò di allungare la testolina oltre le altre per poterli vedere, ma non riusciva a vedere altro che acqua.

"Oh eccoli...è uno stormo, ci siamo, sì ci siamo."

Era il sussurro di speranza, di un ragazzo. Finalmente, e per la prima volta, malgrado la situazione, Gianela si ravvivò guardando volteggiare degli uccelli e pensò:

"Ooooh.. ecco i gabbiani, come sono belli nella loro leggiadra libertà, perchè non sono io, un gabbiano? Ciao gabbiani, venite a darmi il vostro "benvenuto"?"

Le venne a mente una fola che aveva sentito da una maestra:

"In una storia, la Luna è associata alla rugiada mattutina. Racconta la leggenda; che ogni sera una Luna-fanciulla, raccoglie in un calice d'argento tutti i sogni dimenticati e i ricordi caduti nell'oblio e ogni mattina li riporta sulla Terra sotto forma di rugiada. Nulla va perduto per sempre..."

Intanto la luna, di fronte, lasciava spazio alle loro spalle, al sorgere dell'alba e del sole, anche la brezza pungente, cedeva il passo ad un'arietta più mite.

"State giù immobili, ormai ci stiamo avvicinando alle coste, ci dirigiamo a sud di Brindisi, a San Pietro Vernotico.Tu tira fuori la rete ed appoggiala sul bordo, al caso;fingi che la stai tirando sù, voi immobili e zitti." Tuonò il"capitano".

Ormai si vedeva la terra che veniva incontro a quel carico spossato di fame e stanchezza. A parte qualche barca, non incontrarono nessuna vedetta marina.

"Ecco, ci siamo quasi, state pronti a saltare giù e disperdetevi subito! Non state tutti insieme!"

Dal gruppo, non arrivò alcuna risposta, non ne erano in grado e chissà con quali forze ce l'avrebbero fatta ad alzarsi e mettersi a correre nell'acqua! Finalmente, il gommone si stava avvicinando a degli scogli, all'ultimo virò verso un pezzo di spiaggia e dopo un po' spiaggiò in terra Italiana!

*Gi*

To be continued......STEL

Br

-BRINDISI-

(Ringrazio l'amico Giancarlo, che gentilmente ha fatto delle ricerche per me, procurandomi le misurazioni in km e nodi marini;terra-terra, terra-mare-terra.)

 
 
 

MARE DISPERATO (9)

Post n°1786 pubblicato il 13 Marzo 2014 da kinderella.lilla

mar

                                                           b

Intanto si stava facendo buio e l'uomo con gli stivali, disse:

"Ora, in silenzio e per due, seguitemi, attenzione a non fare rumori. Se per disgrazia, incontrassimo qualcuno o delle guardie, dobbiamo dire che andiamo a pesca di granchietti."

Infatti, s'era buttato sulle spalle dei retini a maglie robuste e ne distribuì a qualcun'altro mentre s'inoltravano in fila indiana dentro al canneto. Impaurita e tremante, ad ogni soffio del vento, a Gianela saliva il cuore in gola, faceva freddo e la luna si nascondeva. C'era una carica di elettricità che non prometteva niente di buono. Il giovane di Tirana, disse che doveva fermarsi a fare pipì, così decisero una breve pausa per tutti, anche Gianela ne approfittò, sopratutto per cambiarsi sotto perchè ormai provava un tale fastidio che le faceva quasi male agli inguini. Ad ognuno era stata data una bottiglietta con dell'acqua, non certo minerale! Gianela ne aveva più della metà, ma doveva sorseggiarla adagio per farsela bastare fino a..a... quando? Nessuno lo sapeva!Il carico umano riprese a marciare fino all'uscita del canneto, ecco il mare, ma non c'era nessuno ad aspettarli, nessun gommone in vista. Li fecero sedere tutti in silenzio, quell'attesa era snervante, peggio delle ore passate nel casotto e l'umido della sera ed il freddo, si fecero sentire. Non si domandava più;

"Cosa ne sarà di me?"

Gianela, non aveva più la forza di domandarsi; cosa sarebbe stato domani, lo stomaco si sostuiva alla mente, i crampi erano ormai fitte estenuanti e lei non aveva nulla da mangiare, non si potevano mangiare le canne! Ormai sconfitta dalla fame e dal freddo, Gianela non s'accorgeva delle sofferenze degli altri, c'erano tre ragazze più grandi di lei, che nemmeno la vedevano, ognuno era immerso nei propri pensieri! D'un tratto, dal mare si sentì un fischio sommesso ed un leggero sciabordìo dell'acqua, il passeur si alzò di scatto e si avvicinò a riva, mentre la luce fioca d'una torcia a mano, avanzava dal mare.

"Shhhhh... è arrivato il gommone!"

Il traghettatore era uno degli uomini che stava fuori del casotto e se ne andò prima che tutti uscissero. A questo punto: fu loro intimato di avvinarsi due a due alla riva. A fatica riuscirono a stiparsi dentro a quella scatola di gomma, accesero il motore e partirono!

Ognuno in sacro silenzio, stipati e accovacciati come bestie, ognuno immerso nei propri timori........

*Gi*

To be continued.........STEL

 

 
 
 

MARE DISPERATO (8)

Post n°1785 pubblicato il 12 Marzo 2014 da kinderella.lilla

L'anno trascorso in quella grande casa di Tirana, aveva maturato molto Gianela, che con la sua mente acuta, apprendeva nozioni di vita e di stile, che non avrebbe mai appreso, rimanendo a casa dei suoi. Non era più la bimba sprovveduta e non credeva più alle favole che raccontavano le maestre, alle elementari!

Gianela, pensava disperata a quello che le sarebbe potuto succedere. Ha sentito tanti raccapriccianti racconti, di ragazze vendute dalle famiglie e poi non se ne era saputo più niente e temeva per se stessa! Mentre i due davanti, tracciavano mappe immaginarie, lei se ne stava rannicchiata fingendo di non sentirli!

"Dovremmo arrivare a Durazzo, in meno di un'ora. Tra mezz'ora devi chiamare il contatto e farti spiegare bene, dove si è spostato stavolta, il posto preciso."

Sembrava che per ora, quei due si fissero scordati di lei. Povera piccola, immersa nella sua disperata condizione di essere alla mercè di questa gente che non conosceva, non potendo nemmeno fare domande. Eppoi, questo nuovo imbarazzante senso di malessere, per quel fatto nuovo: "le sue cose"!

Sentiva il bisogno di una toilette, ma strinse i denti  facendosi ancora più picccola e per un po'; si appisolò.

Come se qualcuno l'avesse toccata, si rizzò di scatto, era madida di sudore ed aveva sete. Il più giovane stava dicendo:

"Quello mi ha spiegato dove sta esattamente il casotto, è nel canneto di destra. Dice che per le 21 è prevista la partenza,ci saranno altre 12 persone."

"Acc...." Bestemmia....."L'importante è che vi prendano stasera, in ogni caso prima di consegnargli i lek, controlliamo bene il tutto!"

"Se lui ha deciso così,vuol dire che sà quello che fà. Hei tu li dietro, che fai?"

"Guardo fuori, quando arriveremo? Ho tanta sete ed ho bisogno del gabinetto."

Kalaf, finalmente fece sentire la sua voce:

"Porta pazienza, ci siamo quasi e ti prenderò una coca cola, va bene?"

Gianela intimidita gli rispose:

"Si grazie."

Tutto sommato, forse il signor Kalaf non era così orco, come poteva pensare lei. Non tanto dopo, costeggiarono una strada sterrata che andava verso il mare.

S'inoltrarono in mezzo a dei canneti, il giovane digitò qualcosa sul grande cellulare e quasi urlò:

"Siamo qui, fatti vedere perchè non ti troviamo."

Dopo un po', dal canneto, spuntò un uomo con stivaloni alti fin sopra alle ginocchia, fece cenno di prendere il viottolo di sinistra. Spuntò un capanno semi-diroccato, l'auto si arrestò e le fecero cenno di scendere e di prendere la sua borsa, per ora con la macchina avevano finito. Da fuori del capanno, s'intravvedevano all'interno, occhi che guardavano circospette. Entrarono e Gianela fù colta da un conato di nausea, c'era una puzza insopportabile, che in confronto; casa dei suoi olezzava come un giardino fiorito. Uscì e al posto della coca-cola promessa, bevve una boccata d'aria, dentro c'era un vocio sommesso ma assordante.

"Dio mio, ma che posto è questo? E chi sono tutte quelle persone, la dentro?"

Le intimarono di entrare, c'era molto umido, il casotto era fatto di paglia ed alla base c'erano solo sabbia e paglia, su cui c'erano ammassate una decina di ragazzi e ragazze e due-tre uomini. La guardarono e le intimarrono di sedersi!Lei cercò un angolino, ma erano tutti stipati.

I due uomini che erano con lei, erano rimasti fuori, e  combafulavano con l'uomo degli stivaloni, ma lei non riuscì a captare nemmeno una parola, l'angoscia e la sete, le serravano la gola, aveva anche l'impellente bisogno di un gabinetto! Rientrarono gli uomini e quello con gli stivali tuonò:

"Fate bene attenzione a quello che vi dico adesso, perchè ne andrà della nostra e vostra vita.Tra poco, saliremo sul gommone e si parte per l'Italia, dovete stare sempre seduti, fermi ed in silenzio assoluto, guai a chi fiata. Tu cos'hai in quella valigia? Avevo detto: niente valige ne' pacchi ingombranti, prendete quel poco che vi serve per l'attraversata, il resto lo lasciate qui."

Qualcuno borbottò qualcosa, ma tutti alleggerirono il bagaglio, quello di Gianela, ci aveva pensato sua mamma ad alleggerirlo, aveva solo due magliette, due paia di mutandine, una gonna, un pantalone, una vecchia camicia da notte, un paio di ciabatte e quello che aveva addosso. Si accorse ora che sua madre le aveva tolto anche il sapone liquido, il dentifricio e lo spazzolino da denti, solo il pettine le aveva lasciato! Lacrime soffocate le sgorgavano dentro...silenziose ma roboanti come una cannonata. Finalmente, le diedero da bere dell'acqua da un boccale di ferro, dove chissà quante e quali bocche avevano bevuto, ma lei ingoiò d'un fiato un lungo sorso e chiese dove fosse il gabinetto! Le fu mostrato l'interno del canneto!

*Gi*

To be continued.......STEL

 
 
 

MARE DISPERATO (7)

Post n°1784 pubblicato il 10 Marzo 2014 da kinderella.lilla

Gianela guardava fuori dal finestrino di quel macchinone scassato e non faceva caso ai due uomini seduti davanti.

Era triste ed inquieta, angosciata da mille quesiti, sopratutto si chiedeva:

"Ma io chi sono? Di chi sono figlia? Possibile che le due persone, che chiamo genitori, siano veramente; mia madre e mio padre?  Non mi vogliono bene, altrimenti non mi avrebbero fatto questo: venduta per una manciata di lek!"

Una fitta al cuore, e Gianela provò pietà per se stessa, per sua madre e suo padre, per le sue sorelline che crescevano come animaletti selvaggi e nessuna di loro assomigliava a lei.

Pensò:

"Vi voglio bene. Dio, proteggi tutti loro e me!"

La testa pulsava e tutto il suo essere: tremava! Non voleva piangere, un po' per paura di quei due ed un po' per orgoglio. Le sentiva, a casa dei signori, le storie che raccontavano Salina la cameriera, e la cuoca, parlavano di ragazze che partivano da Durazzo sui gommoni e non si sapeva più niente di loro ne' che sorte avessero avuto, come una nipote della cuoca. Ogni tanto l'uomo giovane, si girava a darle un'occhiata, poi confabulava con l'altro. Ma lei sembrava non sentirli e fingeva di osservare il panorama, che il giorno prima aveva fatto a ritroso in corriera. Ad un certo punto, spossata, si appisolò. Sognò la sedia e la vecchia scrivania, che la signora anzichè buttarla via, la fece portare nella sua cameretta. A lei piaceva e ne era felice, avrebbe potuto metterci su quei pochi libri, quaderni, fumetti e riviste, che la signorina Bona buttava via. Quando sarebbe andato da lei il signorino Kokò, gliel'avrebbe fatta vedere; tutta fiera. Una brusca frenata la fece svegliare di soprassalto, il giovane stava parlando con un telefonino ed è riuscita a sentire qualcosa;

"Stiamo arrivando, tuo fratello dice di preparare qualcosa da mangiare, per tre."

Erano alla periferia di Tirana e stavano parcheggiando davanti ad un caseggiato, che sembrava un alveare! Gianela stava sudando, si sentiva molto agitata, strana e..., si sentiva anche bagnata. Le fecero cenno di scendere, lei prese la sua borsa ma il più vecchio le disse:

"Lasciala pure li, tra non molto ripartiamo".

Ma in lei qualcosa non andava, si sentiva un po' intontita, aveva dei dolori al basso ventre e faceva fatica a camminare. I due uomini camminavano davanti a lei, entrarono nell'androne del caseggiato e si fermarono davanti ad un ascensore, entrarono e dopo un po' l'ascensore, con un sobbalzo si fermò. Scesero e ad attenderli in fondo ad un lungo e buio corridoio, c'era una donna di mezz'età, a Gianela sembrò di conoscerla, la donna le disse:

"Ciao come stai"?

Mentre entrarono in casa, la donna parlottò coi due uomini i quali le risposero: di pensarci lei! La donna disse a Gianela:

"Hai le tue cose?"

"Cosa:cose?"

Gianela non capiva ed allora la donna le fece guardare dietro l'abito. Scoppiarono tutti a ridere nel vedere la sua

espressione spaventata, la

donna le disse di seguirla e la portò in bagno, spiegandole cosa era successo:

"Sei diventata donna, hai le tue "cose", è la prima volta che ti vengono?" 

"Sìì...."

"Non hai niente con te per questa evenienza?"

"No......."

A questo punto la donna, tirò fuori da uno scatolone un pacco da cui estrasse un pannolino, glielo porse dicendo di levarsi l'abito che le avrebbe lavato la macchia ed asciugato con il phon, dimodochè per quando sarebbero ripartiti era pronto. Le diede una specie di vestaglia e la condusse in cucina, dove, ne frattempo era arrivato un terzo uomo, suo marito. Si sedette a tavola anche lei, c'era un piatto con dentro del minestrone e cominciò a mangiare tra un chiasso d'inferno! Parlavano tutti insieme, nominavano persone che li avrebbero portati in Italia con un gommone. Avrebbero dovuto rimettersi in viaggio subito dopo mangiato, perchè volevano arrivare per l'imbrunire.

Gianela e la donna tornarono in bagno, l'abito non era completamente asciutto ma se lo rimise ugualmente e la donna estrasse dal pacco un po'di pannolini che mise in un sacchetto di plastica e glieli porse:

"Tieni, una-due volte al giorno ti devi cambiare."

Gianela sentì un'ondata di riconoscenza per quella donna che sembrava gentile con lei ed aveva fatto le veci di sua madre! Si salutarono ed uscirono, salirono in macchina e partirono per Durazzo.

*Gi*

To be continued.....STEL

 
 
 

ANCORA UNA VOLTA......

Post n°1783 pubblicato il 08 Marzo 2014 da kinderella.lilla

Questa mattina, camminavo per strada senza meta. Passando davanti ad un negozio, alla cui entrata c'erano tre gradini,  alzo lo sguardo e un tuffo al cuore; Ti ho vista!

Stavi davanti ad un bancone di dolci e parlavi col negoziante, mi sono fermata a guardarti sorpresa, col cuore gonfio d'amore, avrei voluto precipitarmi dentro, ma rimasi a guardarti da fuori.

Poi sei passata ad un altro reparto, e sopra un banco, tipo tintoria, c'era un maglione marrone, lo indicasti ed il negoziante lo piegò e te lo consegnò.

Io entrai e mi avvicinai per aiutarti, non c'era sorpresa nel tuo sguardo ma solo un velato sorriso. Senza parole, mi passasti una borsa della spesa ed insieme, fianco a fianco sempre in silenzio, uscimmo dal negozio scendendo i tre gradini!

Sono rimasta ferma e ad occhi chiusi, non volevo svegliarmi, volevo stare con te e silenziose lacrime mi bagnavano i capelli e si fermavano sul cuscino!  Avrei voluto stringerti forte per trattenerti...e ripensai alla mia vita con Te.

"Vedo" la camera, accanto a te sofferente, c'erano tua mamma e la levatrice. 

Già al momento del parto, ti ho fatto soffrire. Avevo il cordone ombelicale che mi stringeva il collo ed ero cianotica.
Per la levatrice ero morta ma la nonna non voleva, non poteva crederci ed era furibonda! Come! Dopo due maschi, arriva la femmina desiderata e....

Come mi hai sempre detto Tu: mi ha preso per i piedi e mi ha sculacciata, quasi con rabbia non voleva lasciarmi andare.

Un vagito e vivevo!

Cominciasti subito a nutrirmi, di te e tutto il tuo amore, fino a quasi tre anni.

Ricordo il rifugio antiaereo ed il tuo imbarazzo; mi prendevo il tuo seno e mi ci attaccavo fregandomene della calca attorno a noi!

Ancora una volta, questa notte: siamo state insieme!

MAMMA, Amore mio, non sei un ricordo.

Per me: SEI!!!

 
 
 

MARE DISPERATO (6)

Post n°1782 pubblicato il 05 Marzo 2014 da kinderella.lilla

 

                                                                  b

Non più abituata a quella promisquità maleodorante e rumorosa, Gianela non chiuse occhio per tutta la notte. Pensava a sua madre che si era subito impossessata della sua borsa, aveva preso quei pochi lek, che le erano rimasti dopo avere comprato il biglietto per la corriera.

Le aveva altresì tirato fuori, quel poco abigliamento che aveva ereditato dalla signorina Bona, e con voce querula le disse:

"Tanto tu, in Italia, vedrai: te ne comprerai quanti ne vorrai, questi serviranno alle tue sorelle per quando saranno più grandi. Pensa se ti prendono a fare la velina, sei bella ed il signor Kalaf, ha detto che ti aiuterà perchè qui sei sprecata e diventerai una signora. Povera me, resterò qui senza te, ti ricorderai e penserai alla tua mamma che ti vuol tanto bene? Appena prenderai un po' di lire mandamele."

Ora, Gianela riusciva a capire tante cose, e cominciò a vergognarsi dei suoi genitori, che non esiterebbero a venderla come una "cosa" di profitto.

Ma lei non avrebbe mai potuto ribellarsi, sua madre l'avrebbe mezza ammazzata di botte! Comandava lei e a volte picchiava anche il marito, spesso lo cacciava di casa, era strana sua madre, andava in giro ad elemosinare per comprarsi le sigarette ed il vino. Ora Gianela, capiva il significato di "bastardi"! In paese si mormorava, e non tanto velatamente, che, nel suo girovagare, sua madre si accoppiava con chiunque per un pacchetto di sigarette o una bottiglia di vino! E suo padre? Anche a lui bastava avere una bottiglia in mano, di qualsiasi cosa, e poteva cascare il mondo; lui se ne stava sdraiato in quella cuccia, sporca e maleodorante di urina, vomito e quant'altro......

A Tirana, Gianela aveva letto con avidità e di nascosto, i libri della signorina Bona, sbirciava le riviste di moda della signora, leggeva i pettegolezzi sui cantanti ed attori. Si immergeva e si perdeva in quelle pagine e sognava di altri mondi, di altre vite. Si era fatta una nozione sulla gente"bene"! Anche se con lei erano indifferenti, i signori tra di loro erano gentili ed affettuosi, si scambiavano sorrisi e carezze che lei non conosceva. Si facevano regali, si rispettavano e si volevano bene, erano uniti! Ecco anche perchè; si era quasi abituata a ricevere nel suo letto il signorino Kokò. Lui le accarezzava il viso e il corpo, e baciandola le sussurava parole a lei incomprensibili.

(Le avrebbe comprese più tardi)

"Sai di sapone di Marsiglia e di lavanda, anche con questa logora camicia sei bellissima, dai levala che voglio sentire la tua pelle di seta. Giurami che sarai solo mia, come io sono solo tuo, da Salina non ci vado più."

L'unica cosa che a lei non piaceva, era quando le prendeva la testa tra le mani e l'accompagnava giù, giù, e le diceva cosa fare. Ma, allora perchè quando lo faceva lui a lei, a lei faceva piacere, malgrado non capisse perchè a volte, il suo corpicino avesse dei sussulti spasmodici.

All'alba, le si stavano per chiudere gli occhi, quei grandi occhi da cerbiatto ferito, per i nuovi oscuri avvenimenti cui sarebbe andata incontro! Sobbalzò quando la madre si mise a strillare, come un'oca starnazzante:

"Sù sù sù...che deve arrivare il signor Kalaf e devi prepararti."

Infatti; verso le 9.00 del mattino, si sentì il rumore di un'auto che arrancava sù per la strada sterrata. Poco dopo arrivò nello spiazzo davanti a casa, una specie di transatlantico, dalla quale scesero un uomo un po' scuro di pelle, una cicatrice gli attraversava la guancia sinistra ed aveva gli occhi di fuoco. L'altro era più giovane ma dall'aria sporca e cattiva più del vecchio. Entrarono in casa senza tanti preamboli e chiesero subito di vedere Gianela, lei apparve da dietro la tenda, il più giovane le inchiodò gli occhi addosso e la squadrava da capo a piedi, come a trapassarla, a lei vennero dei brividi da farle venire la pelle d'oca, non le piacquero. Dopo un po', i due uscirono con suo padre, Gianela dette uno sguardo a quei tre, confabulavano a voce bassa, vide nella mano dello sfregiato, una manciata di lek. Non scorderà mai, con quale rapidità passarono nella mano di suo padre! 

"Sei pronta Gianela? Ora devi partire con il signor Kalaf, mi raccomando; devi fare tutto che ti dice, sarà per il tuo bene!"

In rassegnato silenzio, lei prese la borsa ormai vuota, salutò tutti, diede un bacino alle sorelline ed al fratellino neonato.

Seguì i due uomini, a disagio salì in macchina sul sedile posteriore, fece un cenno di saluto e la macchina partì. Pensò:

"Dio mio, aiutami!!"

***Gi***

To be continued......STEL

 

 
 
 

MARE DISPERATO (5)

Post n°1781 pubblicato il 03 Marzo 2014 da kinderella.lilla

 
 
                                                        

Ed ora eccola qua, completamente cambiata e non capiva lo sguardo curioso della gente che incontrava. Indossava un abitino bianco a fiori rosa e sopra un golfino, i sandaletti che si era rimessi ai piedi, avevano un po' di tacchetto e la facevano sembrare più grande della sua età. I capelli, glieli aveva tagliati la cuoca, erano sciolti folti e soffici.
Immersa nei suoi segreti, quasi non si accorse che era arrivata alla baracca dei suoi e la sua espressione si rabbuiò!
Avrebbe voluto fare dietrofront, si rese conto che avrebbe preferito tornare a Tirana, alla solita routine, piuttosto che affrontare sua madre che la picchiava e l'aveva mandata via per pochi lek.
Davanti alla casa c'erano le sue sorelline che la squadravano intimorite, non l'avevano riconosciuta e corsero dentro. Gianela entrò in quella che era cucina-salotto-camera da letto e tutto fare, la madre stava accanto alla stufa e sbuffò:

"Sceme è vostra sorella."

Sua madre con in braccio un fagotto, era irriconoscibile, tra le labbra raggrinzite pendeva la solita sigaretta e quando tentò di sorridere alla figlia maggiore; mostrò una bocca vuota, senza denti.
I pochi capelli, come al solito in disordine, erano ormai completamente canuti.
Dall'altra stanza, quella da letto, separata da una tenda, venne un borbottio:

"Chi è? E' arrivata mia figlia? Vieni qui a salutarmi."
Era a letto con una bottiglia in mano, gli si avvicinò, lui la squadrò e disse:

"Ti sei fatta grande, è ora che trovi un'altro lavoro perchè quelli di Tirana, ci mandavano pochi spiccioli."

"Ma papà, non mi avete fatta tornare a casa per aiutare la mamma col bambino?"

"Ma che sei scema? Lei sa badare bene a se stessa e ai suoi bastardi, e forse nemmeno tu sei mia figlia. Massì.... tu sei mia, assomigli a mia madre. Domani, viene Kalaf, ti ha vista il mese scorso a Tirana e dice che sei sprecata in quella famiglia, che ti tratta da schiava!"

"Ah, va bene papà, ma che lavoro mi propone questo signore, che io non conosco."

"Non ricordi Kalaf? Quel mio amico che viaggia molto! Va spesso in Italia e ci ha proposto di portare anche te, per il viaggio, penserà a tutto lui e in più ci anticiperà un po' di denaro, su quello che guadagnerai. In Italia ci sono tante possibilita di lavorare. Non vedi la televisione? La troverai l'America, potrai fare fortuna e magari,  come dice lui: fare la "velina" perchè sei molto bella."

Sul bel volto di Gianela, si dipinse lo stupore e cambiò espressione. Si sentì a disagio per quello che le disse il padre, come se, chissà quale mera sciagura, combesse su di lei.

"Ora va ad aiutare tua madre, domattina mettiti bene, che viene Kalaf."

*Gi*

To be continued .......STEL

 
 
 

MARE DISPERATO (4)

Post n°1780 pubblicato il 02 Marzo 2014 da kinderella.lilla

 

                                                       b

Mentre risaliva lentamente per quella strada melmosa, le venne una calma indolente,  per la poca voglia di arrivare a casa dei suoi. Avrebbe voluto essere ovunque, tranne lì! Zigzagando, il suo pensiero ritornò al signorino Kokò ed ai giorni successivi l'agguato in cantina. 

Quando entrava in "salle a manger", come la chiamavano i signori, teneva gli occhi abassati per evitare lo sguardo del signorino, temendo che qualcuno potesse captare il suo stato di drammatico disagio! Una sera tarda però, mentre si stava addormentando nel suo letto, sentì la porta aprirsi e qualcuno si avventò sopra di lei. Una mano le tappò la bocca ed il signorino le sussurrava piano;

"Shhhhhh.....sono io, mi piaci tanto, sei diventata la mia ossessione."

Lei non capiva cosa volessero significare queste parole, ma sentì la pressione su di sè del corpo del ragazzo, forte e muscoloso per gli sport che praticava e che ormai aveva 17 anni.

"Non ti farò male, chiedilo a Salina, a lei piace molto. Ma ora, sei tu la mia preferita e verrò solo da te."

Scostò le coperte, si tolse il pantalone del pigiama e come un toro infuriato l'aggredì malamente, mentre le teneva le braccia bloccate sopra la testa. Lei si sentì lacerare nel corpo e nell'anima, ma non fiatò per paura! Finito non se ne andò, le prese una mano e l'accompagnava ad accarezzare le sue intimità, aspettò un attimo e rifece tutto d'accapo, poi si rimise il pantalone e se andò con la raccomandazione di stare zitta e di non farne parola con nessuno. Gianela, rimase immobile per parecchio tempo. Sentiva qualcosa di caldo e fluido, sotto.... e non aveva il coraggio, ne' di guardare ne' di toccare le sue parti intime, era molto dolorante, si sentiva il corpo sconquassato! Quella notte pianse  e gridò in silenzio, mentre avrebbe voluto essere un piccolo insetto e strisciare via, lontano da lì! Ad un certo punto si alzò, riempì il catino d' acqua e si lavò tutta con frenesia,  sembrava volersi scorticare la pelle perchè si sentiva sporca, dentro e fuori! Continuava ad insaponarsi e strofinarsi, come un'ossessa. Sopra alla cassettiera, teneva sempre la brocca piena d'acqua, per tutte le sue abluzioni corporali quotidiane, mentre il gabinetto per la servitù, era al pianterreno dietro la cucina. Non chiuse occhio per tutta la notte rimanendo ranicchiata su un fianco. Non era ancora l'alba che si alzò per scendere a riempirsi la brocca d'acqua, perchè l'aveva adoperata tutta quella notte.

Ma, a tutto questo; dovette farci presto l'abitudine, perchè il tutto  si sarebbe ripetuto con la cadenza di due/tre notti la settimana. Col tempo, le sue paure si placarono, non si sentiva più braccata, ormai si era rassegnata a questo tutto questo , finchè è arrivata la telefonata di suo padre che chiedeva di rimandarla a casa per motivi di salute della madre. Ma non si illuse.....

*Gi*

To be continued ........STEL                 

 
 
 

MARE DISPERATO (3)

Post n°1779 pubblicato il 01 Marzo 2014 da kinderella.lilla

 

ANG

 

                                                             b

Un giorno l'avevano mandata in cantina per prendere qualcosa, cosa fosse, ora non lo ricordava, ma ricordava, anzi; le era impresso molto bene nella mente, quello che successe laggiù! All'improvviso, si sentì prendere per le spalle e tentò un urlo terrorizzato, ma una mano le tappò la bocca e riconobbe la voce, un po' arrogante, del signorino Kokò.

"Shhhhhhh.... non gridare che ti conviene, se ci scopre qualcuno: ti cacciano via da qui!"

"Aiutoooo," ma dalla sua bocca non usciva alcun suono.

Era già tornato da scuola e non l'aveva sentito scendere le scale, era terrorizzata! Ancor più si terrorizzò, quando la fece voltare e vide il volto del ragazzo paonazzo , stralunato e ansimante.
Senza tanti preamboli, tirò giù la cerniera dei pantaloni, le prese una mano e se l'infilò dentro ai pantaloni.

"Aiuto"!!!!

La testa, la mente, tutto l'essere di Gianela gridava!

"Aiuto" ma dalla sua bocca non usciva alcun suono.Con la mano libera si coprì il viso, come a ripararsi da qualche schiaffo, le venne la nausea perchè temeva si ripetesse la scena cui aveva assistito una mattina, nella camera del vecchio! Stava salendo al primo piano per aiutare Salina, l'altra cameriera di 22 anni. Sentì uno strano mugolio, piano si avvicinò alla porta socchiusa del vecchio, lui era seduto sulla sponda del letto, Salina stava inginocchiata tra le sue gambe! Una mano del vecchio, stava sotto la gonna della ragazza che si dimenava e mugolava, come i gatti, quando hanno bisogno di accoppiarsi. Non capiva bene cosa stessero facendo, ma ebbe un moto di schifo! Ora temeva che sarebbe successo lo stesso a lei, il signorino aveva gli occhi spiritati ed il viso era arrossato, ansimava strizzandole il piccolo seno. Un rumore in cima alle scale, lo fece irrigidire e con una imprecazione la lasciò e corse via. Gianela quando entrò in quella casa, era un mucchietto di stracci vecchi, con l'aria spaurita e grandi occhi da cerbiatto! Non aveva carne addosso, solo due immensi occhi verdi e bei capelli castano chiaro legati a coda di cavallo. Ora, a distanza di poco più di un anno trascorso in quella casa; non era più la stessa, al suo paese non l'avrebbero riconosciuta. Era in pieno sboccio, comunciava a vederlesi il seno, si era arrotondata nei punti giusti. Ormai, tra non molto, si sarebbe sviluppata e sarebbe diventata "signorina"!

*Gi*                                

To be continued...... STEL                         

 
 
 

MARE DISPERATO (2)

Post n°1777 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da kinderella.lilla

 


 

 

                                                       b

Era aprile, c'era stato un lungo e violento temporale, e stava spiovendo. Ai lati della strada sterrata, si erano formati dei profondi rivoli d'acqua melmosa che scendeva dai monti.

Gianela era scesa dalla corriera proveniente da Tirana, stava tornando a casa dopo un anno, ma non aveva alcuna premura ne' entusiasmo di arrivare e rivedere i suoi. Strano, ma con la sua famiglia, si sentiva a disagio.

Doveva ancora percorrere a piedi 4/5 km in salita per arrivare alla baracca dove abitava la sua famiglia. Si tolse i sandaletti, che le avevano regalato i signori dove era a servizio da un anno.

Erano un paio di sandaletti smessi, della signorina Bona, e anche se le stavano un po' piccoli, a lei piacevano tanto. La signorina Bona, aveva un anno meno di lei, ma Gianela doveva chiamarla "signorina", dandole del lei. Quando era entrata in quella casa così grande, Gianela si sentì spaurita, aveva 11 anni ed era una bambina molto timida. Nessuno le aveva insegnato niente della vita, ne' del comportamento da tenere con la gente! Questa famiglia era composta da; padre, madre e tre figli, due maschi di 16 e 14 anni, la signorina Bona, ne aveva 10. Con loro, viveva anche un nonno, padre della signora padrona!

A lei, avevano assegnato un bugigattolo in soffitta, ma Gianela ne era felice perchè era tutto per lei! Poteva finalmente dormire da sola, anche se ogni tanto, la signora capitava a sorpresa a"dare un'occhiata", come diceva lei! Al mattino doveva alzarsi alle 5.30 e scendere in cantina ad accendere la caldaia, dimodochè la casa fosse riscaldata quando si alzavano i signori e signorini. La cuoca preparava la colazione e Gianela doveva sistemare sul buffet della salle a manger, le brioches calde e lei non sapeva cosa fossero, la prima volta che le vide, sgranò gli occhioni verdi. Ricordò il giorno in cui, di nascosto ne mangiò una, è successo il finimondo perchè erano contate ed erano esclusivamente per i padroni, anche se spesso ne davano dei pezzi al gatto. La cuoca la umiliò, facendola sentire una ladra e dovette asciugare con le maniche del grembiule, lacrime cocenti che scendevano copiose, mentre portava in tavola i bricchi del caffè e del latte, caldi. 

*Gi*                                           

To be continued........STEL     

 
 
 

" MARE DISPERATO" (1)

Post n°1776 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da kinderella.lilla

culla

 

 

                                                             b

Dalle tapparelle, filtrava un po' di luce del lampione della strada, che attraverso le tende, disegnava delle strisce informi sulla moquette.

Gianela, appoggiata su un gomito, poteva osservare il profilo dell'uomo che accanto a lei  dormiva. Nel sonno profondo e rilassato, emetteva un leggero soffio che sembrava un fischio.

Lei aveva il cuore che batteva così forte, che temeva, lui potesse sentirlo e svegliarsi. Pulsava da farle sentire una fitta al petto, da toglierle il respiro.

Avvolgendolo con lo sguardo amoroso, pensò:

"Dio mio, Paolo mio, quanto ti amo! Sei la mia vita, e la mia vita, appartiene a te a pieno diritto".

Poi, adagio, si sollevò a sedere sulla sponda del letto, con gli occhi adoranti, e umidi di lacrime, guardò dentro la culla accanto al letto.  Osservava in sacro silenzio, quel visino beato che ogni tanto sorrideva e muoveva le palpebre. Chissà con quanti Angioletti stava giocando la sua Anadela, le posò un bacio sulla testina morbida e profumata di fresco. Poi si sdraiò ancora accanto al marito, facendo aderire il suo corpo a quello possente e rassicurante del suo uomo, il suo salvatore! Non riuscì a trattenere, quelle brucianti e disperate lacrime, che presero a scendere all'improvviso, inzuppando il cuscino! Aveva imparato a controllare i singhiozzi ed i sussulti!Nonostante la serenità, della sua vita matrimoniale, eccolo l'incubo notturno, che spesso la tormentava, per riportarla indietro..... di 10 anni.  10 anni, da quell'ultimo aprile a Tirana........

*Gi*

 To be continued.....STEL          

 (Questo racconto, me l'ha ispirato la canzone di Albano a Sanremo 2011 "Amanda è libera", storia di una ragazza dell'est, fatta prostituire)


 
 
 

PIUTTOSTO CHE NIENTE.... PIUTTOSTO!!!!!!

Post n°1775 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da kinderella.lilla

Dato il protrarsi della mia inettitudine e la testa tra le nuvole, per non lasciare il blog a digiuno, ho pensato di riproporre un mio vecchio racconto! Da domani, posterò un episodio al giorno. 

Sperando sia gradito, buona lettura e ri-lettura.

 
 
 

MERIGGI D'INVERNO

Post n°1774 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da kinderella.lilla

La pioggia, noiosa e sottile, cade leggera.
Il vento soffia e non c'è nemmeno una foglia, che si muova.
L'albero è addormentato, spoglio come uno scheletro che,
quieto si riposa in attesa di risvegliarsi a primavera.
I meriggi semi-bui d'inverno, immarcescibili, portatori di tristi melanconie, non passano mai.
E allora sogni, ad occhi aperti sogni, di una casa colonica, di un camino e di ceppi scoppiettanti.
Di alti alari che sorreggono griglie, dove stanno ad arrostire; castagne, patate dolci, fette di salame e di polenta.
La grande cucina, odorosa di cannella in canna, chiodi di garofano, mela e vino, che bollono nella caraffa accanto alle braci. 
Di cicalecci festanti, di bambini che non s'accorgono se fuori piove, tira il vento o c'è il sole!
Solo il nonno lo avverte, spofondato sulla seggiola impagliata, attizzatoio in mano, se ne sta di lato al camino.
Combatte le noiose giornate lunghe e buie, scaldandosi le mani ed il cuore con una tazza fumante, di vin brulè.






 
 
 

PER IMPRODUTTIVITA' MOMENTANEA..........

Post n°1773 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da kinderella.lilla

 
 
 
 
 

PENSIERINO DELLA SERA...

Post n°1771 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da kinderella.lilla

Pensierino della sera, dedicato.......
A chi come me usa la sincerità come metro di misura nella vita, fino a diventare a volte scomoda! A chi si è messo in gioco come me, per far rispettare i propri diritti ha rifiutato situazioni ambigue, non accettando compromessi! A chi come me, rispetta le idee altrui e si sente a proprio agio, in qualsiasi ambiente di qualsiasi ceto sociale. A chi come me ha digerito tanti rospi, continuando a sostenere le proprie ideologie e a chi come me, ha lottato nella vita, per la propria indipendenza. A chi, come me, per nascondere le proprie fragilità; ha indossato la maschera della sicurezza!

foto di Gilda Guarise.
 
 
 

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Io ti verrò a cercare.

Lo sai che lo farò!

Ma la domanda è:

"Tu faresti lo stesso

con me?"

E' questo che devi capire.

Perchè un giorno la

smetterò di inseguirti.

Alda Merini

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GAB

 

gab

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gab

 

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   ^_^   SMILE ^_^

Sorridi, anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
illumini il tuo viso di tristezza
e nascondi ogni traccia di contentezza
ma anche se una lacrima sta per scendere
è quello il momento in cui devi
continuare a provare
sorridi, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
è il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi.....

C. Chaplin

gab

 

 

 

gab

 

 

 gino

GAB

 

 

 

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