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Finito il tour della carovana per l’acqua in BoliviaInaugurati progetti che porteranno acqua a migliaia di popolazioni indigeneDall’8 al 14 gennaio una delegazione Italiana, composta dalla senatrice Giovanna Capelli, dal portavoce di Asud Giuseppe De Marzo, da Giancarlo Torricelli del dipartimento nazionale scuola e formazione professionale di rifondazione comunista e da vari giornalisti della stampa internazionale, ha incontrato le popolazioni boliviane per festeggiare insieme a loro, e al presidente Evo Morales, i progetti locali che, grazie alla cooperazione dal basso, hanno portato l’acqua anche nelle zone più estreme del paese.Il tour è partito da La Paz per poi spostarsi a El Alto, la storica cittadina protagonista delle principali lotte e rivendicazioni sociali degli ultimi anni. Qui, ad accogliere il gruppo, c’erano migliaia di cittadini,  i dirigenti della UPEA, l'Università Pubblica di El Alto e gli esponenti di Fejuve, Federazione di Giunte di Quartiere di El Alto, che rappresenta quasi un milione di abitanti e che ha coordinato la guerra del gas del 2003 e la lotta per la ripubblicizzazione dell'acqua contro il consorzio privato Aguas de Illimani (posseduta al 40% dall’Italiana Edison). Ma è la tappa di Achacachi che ha segnato il vero motivo della presenza della carovana: in queste terre l’associazione Asud ha dato il via, da oltre 4 anni, ad un progetto di cooperazione dal basso per la costruzione di un impianto di irrigazione tradizionale che raddoppierà la superficie coltivabile per gli abitanti della comunità, situata ad oltre 4000 metri di altitudine sulla dorsale andina.  Il progetto, in piena autonomia e gestito dagli stessi coltivatori, sta già garantendo l'accesso all'acqua a migliaia di famiglie di contadini e di indigeni.Oltre allo scopo celebrativo, la carovana ha voluto diventare un simbolo dell’appoggio delle associazioni e delle istituzioni Italiane che in questi anni hanno seguito e sostenuto il popolo boliviano per la difesa dell’acqua contro le privatizzazioni esterne. Nel 2001 la coordenadora del agua y de la vida, un movimento spontaneo di cittadini, lanciò accorati appelli in tutto il mondo per rendere noti i processi di privatizzazione che arrivavano dall’occidente ad opera delle multinazionali Edison e Bechtel. Ed è proprio da quest’ultima che il governo boliviano ha da poco concluso una causa che l’avrebbe costretto a pagare 25milioni di dollari per mancato guadagno. La Bechtel ritirò la causa quando la Banca Mondiale operò un riordinò delle proprie strutture e fu tolto l’incarico a Paul Wolfowitz di gestire la questione “acqua-Latinoamerica”. Lo scorso novembre Evo Morales invitò il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, nel quale l’associazione Asud è tra le principali protagoniste, a visitare la Bolivia per vedere come il popolo si stava auto-gestendo e come piano piano i progetti stessero prendendo corpo.La questione della privatizzazione dell’acqua e dell’autonomia delle gestioni pubbliche e locali è un tema che in Bolivia ha trovato un terreno fertile di cooperazione e pace. L’acqua è un bene comune che prima di tutto va preservato e difeso dal singolo cittadino. In Italia i processi di privatizzazione sono stati bloccati dalla moratoria Bersani e della legge d’iniziativa popolare presentata lo scorso luglio al presidente Fausto Bertinotti, attualmente in discussione al Senato. La delegazione Italiana tornerà il 21 Gennaio a Roma a raccontare un’esperienza di cooperazione in movimento importante ed esemplare per tutti nonché, un messaggio di pace da parte di chi, l’accordo tra Governo e popolo, l’ha trovato attraverso l’elemento più semplice che esista: l’acqua.  Erika Gerardini