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Dritto in faccia, dalla sceneggiata napoletana al Karaoke finale


Pubblico volentieri il testamento politico di un amico che, emigrato in Francia, ha deciso di chiedere asilo politico ad un Paese ancor più lontano... grazie Mario, anzi, in bocca al lupo burkinafasense."Io ancora mi arrovello. Girottolo tutto nel divano stasera, fiero, fierissimo, tutto arrotolato nel tricolore che quasi mi strozzo. Osservo le immagini: lui si avvicina, col piglio cesareo di chi sa cosa sia giusto fare, da senatore qual'è, petto in fuori, cercano di trattenerlo, ma lui si dimena, lotta con la rude dolcezza di chi ha visto minacciare le sorti del paese, gli tappano la bocca, lo strattonano...è un attimo.Penso "avrò visto male", ed invece no.Si, anche lui, come me qualche tempo fa, ha avuto un sussulto, un rigurgito, un (g)orgoglio, anzi uno sputo di spirito nazionale.Scende la pioggia, ma che fa...La Storia racconta di chi lanciava stampelle come ultimo gesto di lotta.La storiella racconta di un senatore che ha avuto il coraggio di sputare in faccia all'altro tutta la sua verità, come ultimo gesto di sopravvivenza.E dai lati, dal "loggione" come direbbe un mio ex professore, qualcuno inneggia alla celebre poesia di Salvatore di Giacomo, o meglio, alla materica essenza di colui che "ammuntanat sta sott' a na lenz e mur"...Che magia, che spettacolo.E' caduto il governo: champagne.Ed ecco che un senatore con la lungimiranza tipica dell' Homus Politicus fa sfoggio di un vino d'annata.E, quindi penso, rapito dal trasporto estatico di cotanta visione, che la vita mi ha donato l'occasione, la fortuna, di assistere a questa edizione del telegiornale in collegamento col Senato della Repubblica Italiana dove idealmente c'è di tutto: dalla sceneggiata alla Mario Merola, di cui lo sputo in faccia è massima espressione teatrale del sentimento del diniego dell'impotente eroe posto suo magrado al fato avverso, quel "duende" inarrestabile che unisce lo spettatore fino all'applauso finale, alla celeberrima "champagne" del noto Peppino di Capri.E allora all'orgoglio italico che monta all'estremo apice davanti a immagini di cotanto spessore, quello che ormai mi travolge in un impeto direi inarrestabile, mi si aggiunge anche quello napoletano. Sarà la diossina ancora in circolo delle varie mozzarelle mangiate, l'acqua dall'irresisibile gusto di percolato fresco, ma io in tutto ciò ho trovato grande poesia, grande musicalità.E lo voglio gridare forte, cantare forte "pel mondo intiero" che è bellissimo, unico, vero, verissimo quello a cui ho appena assistito.Sempre con la chitarra in mano e il tricolore sempre più cucito addosso domani saprò urlarlo, sputarlo in faccia anche io ai soliti detrattori che nel Belpaese i governi finiscono in diretta a Porta a Porta (e poi: perchè non si inizia a sputarsi l'uno addosso all'altro anche li ?? Senza ditinzione di ruoli: invitati, cameramen, pubblico, politici E conduttore..) e che le prossime elezioni le dirigerà Dan Peterson in un quadrato di Wrestling, con mazze, sciabole, scimitarre, pomodori (campani, magari tossici sarebbe perfetto..), tamburelli e mandolini...e i due vincenti vanno a fare la finale del Karaoke con un repertorio a scelta tra Nino D'Angelo, i Ricchi e Poveri, Toto Cotugno, Gigi D'Alessio e Franco Califano.Che magia, che musica, che spettacolo.Altro che legge di riforma elettorale e bipolarismo europeo.Meglio la legge della giungla e un po' di bava alla bocca.Mi dispiace solo che sarò costretto a guardarle via satellite dal Burkina Faso, paese a cui cinque minuti fa ho chiesto asilo politico.Saluti. Definitivi.Mario"