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Post N° 87


Il popolo dell’acqua scende in piazza per dire No ai predatori dei beni comuniPiù di 3000 persone in piazza ad Aprilia per manifestare contro la privatizzazione dell’acqua e di tutti i beni comuni, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per la prima volta unisce la propria lotta a quella di tutti i movimenti che difendono i beni comuni preziosi, aria, terra, salute e democrazia. Hanno aderito tutti i No del patto di Mutuo Soccorso, dal No Dal Molin, a No Turbogas (che festeggia il primo anno di presidio), i lavoratori di Publiacqua Toscana, Action, lotta per la Casa, Asud, Cittadinanza attiva, CGIL e tanti altri. Il piccolo comitato Acqua Pubblica di Aprilia ha deciso di scendere in piazza, dopo la grande manifestazione di Roma, che il 2 dicembre 2007 portò 40000 cittadini nelle strade della capitale, per chiedere una volta per tutte al sindaco Calogero Santangelo e alla sua giunta di assessori silenti, la scissione del contratto che ha messo l’acqua della zona nelle mani di un’azienda i cui vertici son attualmente indagati, in attesa della sentenza del Tar (che sta valutando le irregolarità di bollette e procedure amministrative) e delle indagini della Banca D’Italia. Sono anni che lottano, anni che si sentono dire che, quando ci sono interessi economici di mezzo anche il diritto più ovvio non è più tuo, anni che nel comune di Aprilia 10.000 cittadini sui 15.000 si autoriducono le bollette e si aiutano l’uno con l’altro per capire cosa si nasconde dietro le tariffe magicamente ed improvvisamente aumentate del 300% col passaggio dal pubblico al privato. La privatizzazione dell’acqua, così come quella di tutti i beni comuni, ha investito l’Italia come un macigno che schiaccia qualsiasi rivendicazione da parte di chi certi meccanismi di marketing strategico non li accetta e da parte di chi, con il tempo, leggi regionali, contratti e convenzioni, ha imparato a studiarle e ne sa molto di più degli stessi amministratori comunali. La situazione nel nostro Paese è triste e contraddittoria: la speculazione, la mafia e la mala gestione pubblica dei beni comuni ha innescato, dal 2000 ad oggi, un meccanismo subdolo da parte di multinazionali, straniere ed Italiane che, come api al miele, grazie a bandi di gara poco controllati e finanziamenti Europei a sei zeri, si lanciarono letteralmente sulle ricche risorse del bel paese. Acea è ormai una delle multiutilities più potenti d’Europa, e si è unita alla Suez verso la conquista dell’ambita fetta di rifiuti e inceneritori. Acqualatina invece si è sapientemente alleata all’altra sorella francese Veolia che domina il cda. Ma i soldi delle amministrazioni comunali per la cessione degli impianti di gestione, provenienti dalla famosa legge regionale dei Verdi, non sono bastati perchè quando si tratta di gonfiare gli stipendi dei cda, non ci sono problemi, ma quando le strutture lasciate in eredità dalla gestione pubblica necessitano di investimenti e manutenzione allora, bisogna ricorrere a chi è ancora più forte: le banche. Acqualatina, così come Acea a Roma, ha di recente chiesto alla Deft Bank di Dublino un prestito la cui fideussione è firmata dagli stessi cittadini. Ovvero, non basta il fatto di aver aumentato le bollette lasciando migliaia di cittadini senz’acqua perchè non in grado di pagarla, non basta aver diminuito gli investimenti negli impianti del 9%, l’azienda ha intenzione di ipotecare letteralmente le risorse economiche del comune come garanzia dell’adempimento di un mutuo. Senza dimenticare che chi restituisce il mutuo sarebbero ovviamente gli stessi cittadini, attraverso un ulteriore aumento delle bollette stesse. Ma oltre al danno la beffa. Alcuni cittadini, poco tempo fa, pescarono il sindaco in un bar del Paese, in orario poco usuale, pronto a firmare un accordo con un dirigente tecnico dell’azienda. Sembra una barzelletta ma è così: il furbo primo cittadino e il tecnico di Acqualatina son stati costretti così a recarsi immediatamente in comune, scortati dagli stessi cittadini che nel frattempo hanno convocato il consiglio comunale, che era all’oscuro di tutto, annullando il procedimento. I cittadini di Aprilia sono persone normali, sono uomini e donne adulte, forse la maggior parte di loro ha una certa età e non è stato facile reggere manifesti, striscioni e camminare per chilometri per le strade della cittadina, ma negli ultimi tre anni non hanno mai abbassato la guardia. Si sono attrezzati, hanno studiato e sanno dare assistenza ai loro concittadini così come ad altri comitati del Lazio, che parallamente vivono la stessa odissea e vorrebbero capire perchè i sindaci di tutt’Italia, hanno venduto l’acqua senza ritegno. Oggi, per la prima volta dopo mesi di mobilitazione e indagini, sono scesi in piazza comitati di tutto il Lazio, da Nord a Sud, presenti anche due confaloni ad accompagnare il sindaco di Bassiano e l’assessore di Formia, gli unici ad aver inserito negli statuti comunali che l’acqua è un bene comune che dev’essere protetto e può essere gestito dall’amministrazione pubblica e dai cittadini. Presenti anche rappresentanti di vertenze di altre regioni: dal social forum dell’Abruzzo che dopo 4 anni si è visto riconoscere dall’Istituto Superiore della Sanità che l’acqua del fiume Pescara è altamente inquinata a causa di inceneritori e turbogas costruiti a tradimento e di nascosto dalla comunità, al comitato del Rio Fergia in Umbria, dove l’azienda rocchetta un bel giorno ha messo le catene alla fonte lasciando centinaia di utenze domestiche senz’acqua, perchè la recente miss Italia doveva bere il prezioso elisir, o perchè un noto giocatore doveva fare da testimonial alla prestigiosa marca. Come reagireste se foste una piccola comunità di montagna e un bel giorno al posto fonte di sempre trovaste dei lucchetti con la scritta: se vuoi berla sappi che la trovi in negozio e la devi pagare? L’acqua che bevi da una vita.Emozione. Pura emozione. Donne, bambini, famiglie, nonni, ragazzi...gente comune che non ne può più e vuole legalità e giustizia.Il Comitato attende la sentenza del Tar e chiede udienza al sindaco che da mesi ha chiuso le porte. Roma e il Forum dei Movimenti per l’Acqua seguirà il comitato sino alla fine verso la ripubblicizzazione dell’acqua ad Aprilia e in tutti i territori in lotta. Si scrive acqua, si legge democrazia.Erika Gerardini