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Post N° 27


Ieri turno festivo per 12 ore. Vari servizi, fortunatamente non molto impegnativi, ma continui.Verso la fine del turno però è successo una di quelle cose che ti fanno riflettere. Veniamo chiamati in casa di un malato terminale che non risponde alle sollecitazioni, risulta come assente, come si dice non è collaborante, però apre gli occhi e sembra riconoscere le persone. Molto probabilmente è alla fine. Cosa facciamo? Portarlo via significa metterlo in un lettino al pronto soccorso e lasciarlo lì fino a quando la coda permette una visita ed un controllo più accurati, non è in fase acuta, non soffre quindi è un codice verde, il disagio sarebbe solo per lui e per i suoi parenti. Lasciarlo a casa significherebbe per lui una tranquillità maggiore, un disagio minore, compatibilmente con la sua malattia. Cerchiamo di far presente le due opportunità ai familiari, che non sanno cosa fare e si affidano a noi. E noi come possiamo decidere? Se muore in casa siamo sicuri che poi non dicano 'era meglio farlo ricoverare?' Se lo ricoverano e viene a mancare al pronto soccorso? Sono veramente indecisi, non sanno cosa fare e ci interrogano con gli occhi. Personalmente sento una grande responsabilità, dovuta sicuramente anche alla stanchezza. Con i colleghi ci guardiamo e uno di noi trova il coraggio di dire, anticipandomi di un soffio: "se fosse mio padre lo lascerei  casa". Abbiamo fatto la scelta, secondo noi, migliore per il paziente. Di lasciarlo cioè tra i suoi cari, tra le sue cose. Abbiamo fatto bene? Non lo so. Speriamo solo di avergli lasciato un pò di serenità. Un abbraccio a chi passa di qui.