Dopo l’articolo di Malih apparso questi giorni su viveresenigallia (immigrato con chiare origini senigalliesi, almeno come lo pronunciamo noi...) e la claque dell’ambasciata dell’Altroquando, prendiamo concretamente (anzi, prendo! visto che il blog è il mio) posizione, sulla marea di cazzate che appaiono sulla stampa – più o meno di parte – in materia di immigrazione. Premessa. I nostri vecchi, quando emigrarono a più riprese all’estero, lo fecero con tutti i crismi necessari: anche per lavorare a Milano – quindi in territorio Italiano – dovevano sostenere visite mediche, file estenuanti per il disbrigo della solita burocrazia e fornire adeguati requisiti, per accedere al lavoro per cui si era chiamati. Questi giorni, presi dalla noia estiva, personaggi come Malih, bloggers progressisti e assurdi interlocutori tipo “l’ambasciata dei diritti” (se solo cancellassimo il 30% delle associazioni inutili in Italia, forse risaneremo il bilancio…), danno spiegazioni e pontificano in materia di immigrazione. Il tutto nasce da un sano principio, che alla sinistra non va proprio giù e che dice: ciò che prometto, faccio! il governo promise di far lavorare i dipendenti pubblici e Brunetta ci sta riuscendo; poi promise di combattere l’immigrazione clandestina e la criminalità e Maroni lo sta facendo! Prodi concepì un tomo pieno di coglionerie, dove non si affrontavano i problemi del paese, bensì si immaginava come sarebbe stata l’Italia, dopo la cura progressista. Peccato che per raggiungere degli obiettivi, bisogna compiere delle azioni e pianificare strategie: la sinistra sogna una paese normale, ma non sa come renderlo tale… Immigrazione. Ciò che non va giù alla sinistra in questa materia è che il governo sta rispettando il mandato degli Italiani, che lo ha votato proprio per vedere meno clandestini e delinquenza in giro. La sinistra spalancò le porte all’immigrazione, ma a tutt’oggi è contraria ai centri di accoglienza: è un po’ come essere contrari alla pentola a pressione, perché non si può vedere la cottura. Malih parla di ipocrisia, l’ambasciata di problemi veri che vengono sottaciuti, ma l’unica verità è che il governo ha attuato un piano per combattere l’immigrazione clandestina e con essa, l’onda di illegalità che spesso l’accompagna. Senigallia è una città poco sicura. Le cronache sono piene di scippi e di accoltellamenti. Dai sopralluoghi effettuati, emerge spesso che la città ha anche una buona componente di immigrati clandestini, che qualcuno però vorrebbe in qualche modo affrancare. I famosi “controlli etnici”, altro non sono che normali controlli, scaturiti dalle lamentele della cittadinanza, che si è rotta i coglioni di sentirsi immigrata a casa propria: pisciate sui muri ed accoltellamenti, non rientrano nel patrimonio delittuoso locale: aevoglia a pugnette! Guarda caso, gli episodi violenti che accadono in città, riguardano al 90% immigrati: a loro però è permesso sbagliare, cosa che non è permessa invece ai delinquenti locali. I progressisti senigalliesi, anziché abbracciare spesso le tesi dei propri partiti, dovrebbero azionare il cervello e provare a capire come vanno le cose. La lordura che c’è in città – specialmente in alcune zone –, non è dovuta a nessun fenomeno astrale particolare: le zone in questione, sono ad alto tasso di immigrazione, spesso clandestina. Altrimenti chi lavora, si guarderebbe bene dal fare cazzate. Controlli e legalità, sono l’unica arma e non parlateci ancora di razzismo please: con voi a Senigallia, tra un po’ a doversi integrare, dovranno essere gli Italiani!La complanare. E’ servita solo per far arricchire qualcuno ed impoverire qualcun altro: se nessuno fermerà l’eco-mostro dell’Angeloni, tra dieci anni, staremo ancora a parlare dei problemi del traffico, visto che l’ultima priorità del progetto, è proprio quella di far transitare più auto possibili sul serpente dorato. Nell’intimo, essa rappresenta il modus operandi di questa sinistra – incapace – come per la faccenda dell’immigrazione, di proporre soluzioni definitive. Studiando la geografia circostante e i plus di questa schifezza, è lampante solo una cosa: tra dieci anni ne faremo un’altra, però un po’ più su, perché lì non ci sarà più posto. Ci troveremo così ad avere 2 complanari: l’Angeloni Orbital 1 e l’Angeloni Orbital 2, per la gioia degli aderenti al gruppo pro-complanare. Per evitare gaffe, vi prego almeno di modificare il nome del gruppo da “Senigallia SI complanare” in “Senigallia SI complanari”. Grazie!
COMANDI!
Dopo l’articolo di Malih apparso questi giorni su viveresenigallia (immigrato con chiare origini senigalliesi, almeno come lo pronunciamo noi...) e la claque dell’ambasciata dell’Altroquando, prendiamo concretamente (anzi, prendo! visto che il blog è il mio) posizione, sulla marea di cazzate che appaiono sulla stampa – più o meno di parte – in materia di immigrazione. Premessa. I nostri vecchi, quando emigrarono a più riprese all’estero, lo fecero con tutti i crismi necessari: anche per lavorare a Milano – quindi in territorio Italiano – dovevano sostenere visite mediche, file estenuanti per il disbrigo della solita burocrazia e fornire adeguati requisiti, per accedere al lavoro per cui si era chiamati. Questi giorni, presi dalla noia estiva, personaggi come Malih, bloggers progressisti e assurdi interlocutori tipo “l’ambasciata dei diritti” (se solo cancellassimo il 30% delle associazioni inutili in Italia, forse risaneremo il bilancio…), danno spiegazioni e pontificano in materia di immigrazione. Il tutto nasce da un sano principio, che alla sinistra non va proprio giù e che dice: ciò che prometto, faccio! il governo promise di far lavorare i dipendenti pubblici e Brunetta ci sta riuscendo; poi promise di combattere l’immigrazione clandestina e la criminalità e Maroni lo sta facendo! Prodi concepì un tomo pieno di coglionerie, dove non si affrontavano i problemi del paese, bensì si immaginava come sarebbe stata l’Italia, dopo la cura progressista. Peccato che per raggiungere degli obiettivi, bisogna compiere delle azioni e pianificare strategie: la sinistra sogna una paese normale, ma non sa come renderlo tale… Immigrazione. Ciò che non va giù alla sinistra in questa materia è che il governo sta rispettando il mandato degli Italiani, che lo ha votato proprio per vedere meno clandestini e delinquenza in giro. La sinistra spalancò le porte all’immigrazione, ma a tutt’oggi è contraria ai centri di accoglienza: è un po’ come essere contrari alla pentola a pressione, perché non si può vedere la cottura. Malih parla di ipocrisia, l’ambasciata di problemi veri che vengono sottaciuti, ma l’unica verità è che il governo ha attuato un piano per combattere l’immigrazione clandestina e con essa, l’onda di illegalità che spesso l’accompagna. Senigallia è una città poco sicura. Le cronache sono piene di scippi e di accoltellamenti. Dai sopralluoghi effettuati, emerge spesso che la città ha anche una buona componente di immigrati clandestini, che qualcuno però vorrebbe in qualche modo affrancare. I famosi “controlli etnici”, altro non sono che normali controlli, scaturiti dalle lamentele della cittadinanza, che si è rotta i coglioni di sentirsi immigrata a casa propria: pisciate sui muri ed accoltellamenti, non rientrano nel patrimonio delittuoso locale: aevoglia a pugnette! Guarda caso, gli episodi violenti che accadono in città, riguardano al 90% immigrati: a loro però è permesso sbagliare, cosa che non è permessa invece ai delinquenti locali. I progressisti senigalliesi, anziché abbracciare spesso le tesi dei propri partiti, dovrebbero azionare il cervello e provare a capire come vanno le cose. La lordura che c’è in città – specialmente in alcune zone –, non è dovuta a nessun fenomeno astrale particolare: le zone in questione, sono ad alto tasso di immigrazione, spesso clandestina. Altrimenti chi lavora, si guarderebbe bene dal fare cazzate. Controlli e legalità, sono l’unica arma e non parlateci ancora di razzismo please: con voi a Senigallia, tra un po’ a doversi integrare, dovranno essere gli Italiani!La complanare. E’ servita solo per far arricchire qualcuno ed impoverire qualcun altro: se nessuno fermerà l’eco-mostro dell’Angeloni, tra dieci anni, staremo ancora a parlare dei problemi del traffico, visto che l’ultima priorità del progetto, è proprio quella di far transitare più auto possibili sul serpente dorato. Nell’intimo, essa rappresenta il modus operandi di questa sinistra – incapace – come per la faccenda dell’immigrazione, di proporre soluzioni definitive. Studiando la geografia circostante e i plus di questa schifezza, è lampante solo una cosa: tra dieci anni ne faremo un’altra, però un po’ più su, perché lì non ci sarà più posto. Ci troveremo così ad avere 2 complanari: l’Angeloni Orbital 1 e l’Angeloni Orbital 2, per la gioia degli aderenti al gruppo pro-complanare. Per evitare gaffe, vi prego almeno di modificare il nome del gruppo da “Senigallia SI complanare” in “Senigallia SI complanari”. Grazie!