Cazzoni avariati!

E che sia a 5 stelle!


La fama dei politicanti – di cui Senigallia è piena – è quella di rendere le cose facili, difficilissime. Qualunque provvedimento, viene trasformato e ritradotto in un linguaggio incomprensibile per i comuni cittadini. Lo stesso giudizio – visto che siamo nel pieno della campagna elettorale senigalliese (malgrado qualche partito non lo abbia ancora capito…) –, vale per i programmi elettorali: la maggior parte è ben lontana dal record storico di Prodi di ben 281 pagine, ma la tendenza è spesso quella di fornire al cittadino quante più palle possibili, per sperare in un suo errore durante le operazioni di voto. Prodi voleva cambiare pagina… solo che 281 erano veramente troppe! Lo storico presidente della Procter & Gamble, Richard Deupree, mal sopportava che gli appunti dei suoi managers superassero la pagina dattiloscritta. Spesso rimandava indietro i promemoria troppo lunghi, annotando a margine: « Riducetela a qualcosa che si possa afferrare ». Se il memorandum riguardava una situazione complessa, talvolta aggiungeva: « Non ci capisco nulla dei problemi complicati. Capisco solo quelli semplici ». Con questa affermazione sosteneva che era meglio spezzettare una questione complicata in una serie di problemi più semplici. In questa maniera si è tutti in grado di agire in maniera intelligente. Quanto visto politicamente negli ultimi anni a Senigallia, non coincide con il pensiero espresso qui sopra (a proposito se v’interessasse qualcosa di organizzazione aziendale, leggete “Alla ricerca dell’eccellenza”, da cui ho estrapolato questo pensiero). Dietro alle decisioni delle giunte progressiste – le uniche che abbiano mai governato la città – si nascondevano spesso interessi ben più grandi: per questo l’opera disinformativa per offuscare il pensiero degli elettori è stata enorme e ben orchestrata. Dietro ad ogni provvedimento, si è ricorsi spesso al linguaggio dei codici preistorici e alla burocrazia linguistica più spinta. Un’altra tattica abusata – in special modo dalla Giunta Angeloni – è stata quella del “decido io per te”, in altre parole: prendo io le decisioni importanti per la città, senza interpellare i destinatari di queste decisioni (pensate alla complanare e le ex colonie Enel, con la minaccia di deviare il lungomare). La lunga introduzione (di cui mi scuso), serve solo ad introdurre l’ultima novità politica senigalliese: la lista a 5 stelle che qualcuno sta tentando di lanciare. Non entro nel merito del promotore Grillo – che spesso non condivido – mi sforzerò invece di comprendere quali vantaggi, nel caso aderiscano veramente le persone giuste, tale novità politica possa dare alla cittadinanza. Le linee guida – tanto per citare Deupree – sono essenziali: una pagina è, infatti, sufficiente a descrivere anche il problema più complesso. Anche il programma potrebbe e dovrebbe esserlo. Le idee sono un po’ troppo generiche e sulla mobilità in genere, noto un vuoto abbastanza preoccupante, come se il problema del traffico (e qui ironizzeranno i pro-complanare…) non fosse un problema. Il programma quello vero, dovrebbe solo essere più preciso, pur mantenendo certe attinenze che credo indispensabili. Un altro vantaggio, spero reale, dovrebbe essere quello del coinvolgimento della società civile senigalliese non impicciata con i “soliti affari” ed estranea a cariche politiche. Il punto interrogativo resta solo uno: siamo sicuri che i senigalliesi vogliano una lista apolitica e proletaria? Il successo dell’Angeloni, per l’appunto, è anche figlio della situazione dei partiti: una sinistra antagonista bloccata sulle sue posizioni, ma sempre disponibile a fare da stampella. Un centro-destra impegnato in un tumultuoso passaggio generazionale e vittima di una politica dei vertici regionali, incoerente e personalistica (a volte sembra veramente che le vogliano perdere le elezioni…). Un UDC che ancora non ha deciso cosa fare, sempre pronto ad appoggiare questo o quello, a seconda della convenienza. Una classe imprenditoriale che vota – come da manuale Cencelli – secondo la percentuale di affari che riesce a portare a termine con l’aiuto della Giunta. Sta di fatto che la zarina è riuscita a farsi eleggere per due mandati e ciò sta a significare che certi poteri, pur nascosti, godono di una buona presa sugli elettori. Ben venga quindi una nuova formazione politica alle prossime amministrative, a patto che sia discontinua al PD e a tutte le sue fronde e che si collochi a livello politico, come alternativa ai regnanti e non come stampella. Le esperienze di nuove formazioni, infatti, non sono sempre state felici a Senigallia: spesso le liste sono messe in piedi riciclando parolieri e politicanti che amano saltellare qua e là, in cerca di un po’ di visibilità e un posto caldo dove scaldare il deretano. Un grande in bocca al lupo alla nuova formazione, che spero possa fare tesoro di tutti gli errori politici e tattici fatti dai partiti in questi ultimi tempi e sia in grado veramente di rappresentare la gente, quella estranea alle lotte intestine della politica e ai “bilanci delle società per azioni…”.