Creato da kit_1809 il 28/08/2006
E pensare che dormivano in convento (La Casta)

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Presto il morto: poi cosa diranno?

Post n°142 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da kit_1809
 

Siamo arrivati alle pistole! Da qui al morto, penso che il passo sia breve. La cosa simpatica è che questi qua, è da un po’ di tempo che se le danno di santa ragione: a volte il movente è la gelosia, altre volte alzano un po’ il gomito, ma nella stragrande maggioranza dei casi, trattasi di affari sporchi legati allo spaccio. Non sono io a dirlo ma le indagini degli inquirenti.

 

I commenti dei bloggers senigalliesi sono stati variegati: c’è chi immagina scenari apocalittici, legati alla politica xenofoba leghista (troppo colesterolo?). Alcuni parlano di disinteresse comune perché ad essere stato ferito è stato un immigrato e non un senigalliese; si sprecano poi scenari noir, disamine politiche e altre sciocchezze ma nessun di questi signori, ha veramente il coraggio di dire come la sta.

 

Senigallia è una città che dimentica presto: questo grazie al controllo sull’informazione da parte dell’amministrazione e anche a causa del virus del progressismo-perbenista che ha infettato alcuni cervelli, peraltro già malandati. Il CSOA dopo un lungo periodo di provocazioni, riuscì a farsi prendere a schiaffi da pseudo-fascisti ed ottenne grande visibilità (come spesso è nei loro piani) e l’appoggio incondizionato degli appendiabiti che amministrano Senigallia. Altri episodi analoghi, non sfociati però in violenza pura, come invece successo con il MC, non sono stati né deplorati Né commentati: come a dire che di quello che succede ai militanti dell’opposizione, non ce ne frega una sega (scusate la cacofonia).

 

Adesso che è ben chiaro che Senigallia non è una città sicura, anziché parlare del perché, individuare le cause e proporre ricette, l’intellighenzia progressista si sbatte per cercare un fantomatico colpevole. La Lega sarà tra i maggiori indiziati, così come i marziani e frange deviate del Fronte Nazionale. A nessuno verrebbe mai in mente invece di affermare che il 99% degli episodi violenti, sono da ricollegarsi al mondo della clandestinità e della delinquenza comune? Coloro che si prendono di solito a coltellate ed oggi a pistolettate, non sono certamente stinchi di santo, né tantomeno persone che hanno intenzione di integrarsi!

 

Impedire ai clandestini di arrivare in Italia, rientra certamente tra quelle misure preventive sacrosante, a cui questi intelligentoni, non hanno mai contrapposto proposte concrete! Parlare di integrazione quando in città ci sono clandestini legati al mondo della malavita, è aprire bocca per far entrare aria (e mosche!). Parlare di integrazione e vedere coppie di immigrati, dove solo l’uomo ha il diritto di parlare, mentre alla moglie non è nemmeno concesso di imparare l’Italiano, è stupido. Parlare di integrazione e negare che alcuni gruppi politici – MC su tutti – si spendono in pericolose contrapposizioni, che fomentano l’odio e la rivalsa degli immigrati, verso gli italiani e soprattutto verso la nostra civiltà, è ridicolo. L’integrazione di fonda su principi indispensabili legati soprattutto al buon senso: gli immigrati regolari (condicio sin equa non) in quanto italiani sono soggetti al rispetto delle NOSTRE regole. Otherwise, ci sarebbe sempre un’altra possibilità: alloggiare gli irregolari nelle strutture della Curia e in quelle del Mezza Canaja, in modo che la Polizia possa meglio controllare i loro movimenti. A quel punto non si tratterebbero più di centri di detenzione, come quelli che la destra desidera, ma centri di accoglienza caritatevole e progressista.

 

L’episodio fine a sé stesso, non significa nulla. La caccia alle streghe non è iniziata, ma qualcuno (vedi MC), vorrebbe che iniziasse, per aver in tal caso campo libero nelle solite azioni educatrici, di cui i senigalliesi sentono l’impellente bisogno (occupazioni, sceneggiate e stronzate varie). L’immigrazione clandestina va fermata in tutti i modi. I clandestini vanno rimpatriati. I violenti, idem.

Uno sciocco trova sempre uno più sciocco che lo ammira.

 
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