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E pensare che dormivano in convento (La Casta)

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MISTERO BOFFO

Post n°127 pubblicato il 06 Settembre 2009 da kit_1809
 

Chissà che avrebbe da dire Travaglio, oppure il buon Santoro, circa il diritto di cronaca e la oramai “prostituita” libertà di stampa. Mi riferisco ovviamente al caso Boffo e ai suoi sviluppi drammatici, derivati dall’articolo di Feltri e dal suo certosino lavoro giornalistico. Peccato che a cadere nella trappola sia stato un esimio giornalista factotum, eminenza grigia della CEI, primo tra tutti i lapidatori del Presidente, insieme all’instancabile Mauro di Repubblica e agli innominabili direttori dell’Unità e Manifesto.

 

Tutti adesso parlano di rappresaglia, di sporco lavoro, di subdoli metodi, mentre fino a qualche giorno fa, quando a finire sotto il tiro delle mitraglie comuniste era finito il Berlusca, nessuno ha alzato un dito a sua difesa, nessuno si è appellato al civile confronto: contro il Presidente del Consiglio si può e si deve tutto e ci si appella spesso al principio della libertà di stampa, che la sinistra, però distorce e consuma a proprio comodo.

 

La storia delle veline ha fatto il giro del mondo, sputtanando Berlusconi e soprattutto il nostro paese. Bastarono le registrazioni e qualche foto della D’Addario per dimostrare quello che non c’era bisogno di dimostrare e vale a dire che al premier piacciono le donne: una simile storia portò però alla ribalta anche i vertici dell’ex premier D’Alema, quando 2 squillo entravano a Montecitorio e si congiungevano carnalmente con un “personaggio importante”. L'inchiesta nata sul finire del 1999 è abortita pochi mesi dopo con la condanna ad un anno (previo patteggiamento) della sola maîtresse che organizzava gli incontri con i politici. Già, già…

 

Il tentativo oramai palese (vista anche la clamorosa gaffe di D’Alema in periodi non sospetti…) di disarcionare Silvio a mezzo stampa, sta fallendo miseramente, anche se dei rigurgiti oramai settimanali provenienti da insospettabili ambienti come l’Azione Cattolica, alimentano uno scontro tra chiesa e governo, nell’attesa che il PD si pronunci sul nome del nuovo segretario (che nascerà anche questo morto…). Gli strascichi provocati a livello internazionale, non sono certo stati trascurabili, ma alla sinistra di questo poco importa: il buon nome del paese è salvo se ad essere infangato è quello del presidente del consiglio.     

 

In un paese normale (tanto per citare D’Alema), lo scoop giornalistico di Feltri, con tanto di prove inequivocabili (e non chiacchiere come quelle di Mauro e soci…), non avrebbe provocato alcuna reazione, se non una certa curiosità su come una notizia come questa, fosse potuta restare anonima per così lungo tempo. Il responsabile della comunicazione CEI, Boffo, è un omosessuale (e fin qui nulla di male…) che molestava la moglie del suo promesso fidanzato e fino l’altro giorno, lanciava strali e pontificava il comportamento amorale del Presidente del Consiglio, dalle colonne del giornale da lui diretto. Se sparare strali non è reato – in virtù della tanto vituperata libertà di stampa – non penso lo sia nemmeno riceverli, tanto più per una faccenda realmente losca, al contrario delle festicciole del premier, che è stata abilmente celata dai servizi “segreti” vaticani.

 

“Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”, diceva Giovanni sul Vangelo e a guardar bene, non so se i vari Mauro (che compera case in nero…) e lo stesso Boffo (molestatore e pontificatore), possano millantare il ruolo – oltre che di giornalisti – anche di educatori.

 

La libertà di stampa è per tutti e di tutti: vogliono farci credere che non si può sparare addosso a Berlusconi (quando in realtà lo fanno da sempre…) senza subirne le conseguenze, mentre la realtà è che l’intelligencija comunista non ama essere contraddetta e soprattutto sputtanata, come successo ad Ezio Mauro e a Boffo. Anche la sinistra ha scheletri negli armadi che adesso qualcuno (coraggiosamente!) porta alla luce…

 

Tempi duri per la storia della superiorità morale della sinistra…

 
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