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E pensare che dormivano in convento (La Casta)

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Post n°137 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da kit_1809
 

MILANO - Con una delibera che ne sottolinea «indipendenza, imparzialità ed equilibrio», il plenum del Csm ha dato una promozione a Raimondo Mesiano, il giudice del tribunale civile di Milano che ha condannato la Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro a favore della Cir di De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori.

LA PROMOZIONE - Il plenum di Palazzo dei Marescialli ha riconosciuto a Mesiano il massimo grado raggiungibile da un magistrato nella sua carriera, sancendo il superamento da parte sua della settima valutazione di professionalità. Un provvedimento motivato da «indipendenza, imparzialità ed equilibrio» e anche da «capacità, laboriosità, diligenza e impegno dimostrati» da Mesiano nell'esercizio delle sue funzioni. La promozione è passata all'unanimità e senza nessuna discussione ed era inserita in un ordine del giorno speciale. Il provvedimento è retroattivo, visto che il riconoscimento decorre dal 13 maggio del 2008 e comporterà per il magistrato un aumento di stipendio oltre alla possibilità di concorrere per incarichi che sinora gli erano preclusi. Martedì prossimo la Prima Commissione aprirà una pratica a tutela di Mesiano, dopo gli attacchi ricevuti per la sentenza sul Lodo Mondadori.

CASSON E TENAGLIA - Il plenum del Csm ha deliberato, oltre a quella di Mesiano, la settima valutazione di professionalità per Felice Casson, il magistrato oggi fuori ruolo perché eletto senatore per il Pd. Il consigliere laico del centrodestra Gianfranco Anedda si è opposto all'approvazione della pratica, chiedendone il rinvio in Commissione. Respinta la sua istanza, ha abbandonato l'aula Bachelet e non ha partecipato al voto. Il Csm ha inoltre conferito la quinta valutazione di professionalità a Lanfranco Tenaglia, altro magistrato fuori ruolo, responsabile Giustizia del Partito Democratico.

 
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La sinistra non ha ancora fatto i conti col proprio passato...

Post n°136 pubblicato il 14 Ottobre 2009 da kit_1809
 

Leggo spesso Vivere Senigallia: mi piace addentrarmi nei problemi della nostra città, scoprire punti di vista diversi, posizioni differenti e i pensieri che si celano dietro i curiosi nickname. Una cosa che invece odio e che mi deprime, è leggere commenti partigiani su questioni chiare e limpide, che meriterebbero ben altra attenzione.

 

Giorni fa, il solito gruppo di perditempo, hanno assaltato alcuni militanti della Lega, intenti a fare attività politica. La storia della monetina è marginale, mentre l’aggressione numerica, per impedire ai normali cittadini di informarsi e scambiare due chiacchiere con chi era presente, non lo è, eccome! L’impunità di cui gode il Mezza Canaja è la testimonianza della resa dei conti col passato che la sinistra Italiana ha sempre evitato di fare: ci provò Togliatti, Occhetto disse papale che non lo avrebbe mai fatto, Veltroni ci provò, ma gli fu impedito…

 

Questi signori qua, con il tacito appoggio delle istituzioni (i famosi compagni che sbagliano di Berlinguer, riferito alle BR…), tentano ancora di destabilizzare il sistema, per ottenere visibilità, impunità e qualcosa di serio da fare: infatti, tolti gli appartenenti alla CGIL invischiati con le BR (almeno loro lavoravano nelle fabbriche…), adesso l’attività eversiva (guai a chiamarla politica!), è in mano a sfaccendati, psyco-intellettuali e figli di papà, che pensano che per cambiare l’Italia, basti sfasciare qualcosa ed alzare la voce. Tutte le manifestazioni organizzate da questi signori, inclusi i vari G8 e G20 (svoltesi in ogni parte del mondo), hanno avuto appoggi finanziari e politici importanti: ditemi voi come sia possibile prendere treni senza pagare, appiccicare manifesti gratis, organizzare manifestazioni senza autorizzazione, rubare nei supermercati e sfasciare vetrine, senza finire in galera, etc. Tutto questo senza incorrere (mai o quasi mai…), nella morsa della giustizia italiana, troppo impegnata con Berlusconi per accorgersi che il paese va a ramengo. Se non è immunità questa, mi dite voi cos’è?

 

Le fondamenta della filosofia progressista, si basano sull’annientamento dell’avversario: vista la pochezza politica della sinistra d’oggi, rivangare il passato e trovare un nemico da abbattere, è tutto ciò che questi signori sanno fare. Continuano a vedere fascisti dappertutto, naziskin ed invece non si accorgono che proprio loro sono i fantasmi, proprio loro rappresentano il passato… Nessuno più crede alle loro favole sulla lotta di classe. Le loro proposte sui problemi reali della nostra società, o non ci sono, o assomigliano a quelle del MC: rubare ai ricchi per dare ai poveri! Potrebbero cominciare dai loro facoltosi genitori…

 

La Lega è addirittura diventata il nuovo nemico del popolo (di cui invece gode grande consenso), un concetto di staliniana memoria, tanto caro alle nuove leve e ai dementi del calibro di Franceschini. Parlano, sbraitano, ma non sfasciano, né bruciano, come fanno i nuovi politici – come alcuni amano definire il MC.

 

Nel ’97 un gruppo di sgangherati – chiamati poi serenissimi – provò a far sventolare la bandiera con il leone alato sulla torre del campanile di Piazza San Marco. Armati di un MAB (residuato bellico), arrivarono in piazza con un autocarro camuffato da carro armato. Furono accusati d’attentato all’unità dello Stato, banda armata, interruzione di pubblico servizio (nelle settimane precedenti all’assalto avevano interferito nelle trasmissioni Rai). La condanna più severa fu per Luigi Faccia, l’altro ideologo: quattro anni e nove mesi. A Segato toccò la seconda pena. Per anni si susseguirono le manifestazioni di protesta in tutto il Veneto, in cella i Serenissimi ricevettero montagne di lettere di solidarietà poi raccolte in un libro, innumerevoli appelli alla scarcerazione, richieste di grazia. Negata dai guardasigilli Piero Fassino e Roberto Castelli. Alla fine tutti scontarono la pena. Capirete che il metro di misura usato all’epoca, non sembra essere quelle attuale…

 

Questo modus operandi, al contrario di quello che vuol farci credere qualche progressista dell’ultima ora, citando i comportamenti di alcuni politici della Lega, ha fomentato la nascita di gruppi politici antagonisti, di cui francamente si erano perse le tracce: se la vostra squadra di calcio subisse in continuo delle ingiustizie arbitrali e oltre a questo, fosse fatta oggetto di sberleffi proprio dalle squadre avvantaggiate da queste ingiustizie, nel completo disinteresse delle istituzioni (in questo caso calcistiche), non vi verrebbe alla fine l’idea di farvi giustizia da soli? La spudorata immunità di cui gode il MC, potrebbe spingere qualcuno a reagire alle intimidazioni, trasformando la difesa in offesa: è nella legge delle cose, fa parte del nostro essere. Tu mi attacchi, io ti attacco e spesso l’eccesso di difesa è dietro l’angolo.

 

Una buona cosa, tanto per cominciare, sarebbe quella di non dare spazio a questi deficienti sulle testate giornalistiche: visto che si fanno beffe delle tasse d’affissione, vi sembra giusto che debbano trovare spazi per pubblicare i loro comunicati sui giornali locali? Secondo: le manifestazioni non autorizzate, vanno fermate, disperse. In altre città si sarebbe impedito a questi 4 babbei di avvicinarsi al gruppo della Lega, ma, a Senigallia, visto la simpatia di cui gode il gruppo dei perditempo, la polizia ha pensato bene di non impicciarsi e badare solo a controllare… Immaginate cosa sarebbe successo, se avessero tentato di tenerli lontano…

 

Per questo ho preso a caso uno dei post di Vivere Senigallia e mi sono permesso di commentarlo, perché credo rappresenti il pensiero comune di molti nostalgici, che vedono nel MC e nei riottosi, un legame con il proprio passato da contestatori e una risorsa (chissà quale…) per la nostra società, dimenticando peraltro i danni che ha fatto il ’68 in Italia…

 

 

Ecco cosa avevano scritto:

 

Il mezza canaja ormai è a tutti gli effetti una forza politica cittadina, la più attiva senza dubbio, che si è guadagnata sul campo credibilità e considerazione molto aldilà della cerchia che fin dall'inizio li ha guardati con simpatia e rispetto. Che sia la più attiva non ho dubbi: di certo non hanno grandi spese, visto che non pagano un tubo! Che abbiano guadagnato credibilità ne dubito: se poi RC o qualche altro partito estremista, condivide il loro operato, certo non vuol dire che sono credibili e considerati… La cerchia di cui si parla, non è la cittadinanza senigalliese! Intimorire la gente o gli avversarti, non vuol dire avere il loro rispetto o la loro stima.


E' successo sopratutto perché sono passati man mano ad occuparsi, oltre che di temi generali, di questioni cittadine molto sentite e controverse.
Le proposte che hanno fatto sul problema casa e sugli altri problemi, le conosciamo tutte: Robin Hood è esistito veramente?


Hanno trovato in questi anni, a seconda delle occasioni, sintonie e alleanze che erano inimmaginabili all'inizio.
Fantapolitica: il comune li usa a fini elettorali, quindi cerca di tenerseli buoni. I partiti, eccetto Rifondazione in cui milita in certo Mancini, li hanno più volte criticati.


Sicuramente spesso queste "vicinanze" sono state strumentali (una per tutte: ricordo quando Tarcisio Torreggiani li incitava a seguire la loro vera natura antagonista e ribelle e a non abbandonare le ex colonie Enel) però anche questo in fondo lo trovo normale, della serie: il nemico del mio nemico è mio amico.
Tutto quello che fa il MC è strumentale: tra poco batteranno cassa per una sede e forse il suddetto problema, sarà proprio risolto poco prima delle elezioni…


Piuttosto credo che questo acquisito peso politico dovrebbe responsabilizzare il mezza canaja, nessuno li considera più ragazzini ormai, nemmeno Paradisi che pur lo dichiara, quindi dovrebbero sentirsi investiti fino in fondo di questo ruolo che si sono conquistati. Le loro azioni hanno conseguenze importanti per tutta la città, queste conseguenze debbono valutarle.
Su questo punto condivido: le loro azioni, come le affissioni abusive, l’occupazione abusiva e tutta la serie di reati commessi, hanno avuto conseguenze importanti per la città…

 

'Democrazia' significa semplicemente colpi di randello dalla gente per la gente.

[Oscar Wilde]

 
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Il CSM non è politicizzato! Ma sarà vero?

Post n°135 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da kit_1809
 

Da poco la consulta ha deciso dell’incostituzionalità del lodo Alfano. Lasciamo a voi il giudizio. Qui sotto riportiamo un articolo apparso sulla rivista di Magistratura Democratica. Questa gente qua sarebbe quella che ha in mano le sorti della giustizia italiana. Se non è eversione questa: che altro è? A voi i commenti.

 

N.4/2008 di Questione Giustizia (la rivista di Magistratura democratica, la corrente di sinistra dei togati).

Titolo: “Il diritto e i diritti. Le politiche della destra, l´assenza di opposizione, il ruolo dei giuristi”.

“Quattro mesi fa, nell’editoriale del n. 2/2008, scrivevamo che le elezioni politiche del 13 e 14 aprile non si erano limitate a determinare una (fisiologica) alternanza di governo ma avevano sancito l’egemonia di forze politiche e culturali estranee od ostili al progetto egualitario ed emancipatore della Costituzione del 1948. I fatti hanno rapidamente confermato tale analisi, cancellando gli entusiasmi (incauti quanto incomprensibili) di quanti parevano conquistati dai primi passi e dalle “buone maniere” del ministro Alfano”.

“I primi cento giorni di governo propongono, infatti, un elenco di interventi nel settore dei diritti e della giustizia impressionante per qualità  e quantità . La riedizione, ostentata e rivendicata, della pratica delle leggi ad personam (con una sospensione dei procedimenti nei confronti delle alte cariche dello Stato disegnata sulle esigenze contingenti del presidente del Consiglio) sta determinando lo stravolgimento della funzione legislativa. Sull’onda della questione sicuritaria e di altre ricorrenti emergenze (a cominciare dell’accumulo di rifiuti nelle strade di Napoli) lo stato di eccezione è diventato regola, provocando - inisieme al bisticcio delle parole - ferite senza precedenti all’unità  dell’ordinamento giudiziario e processuale e finanche del sistema penale”.

L’ossessione dei migranti ha incentivato meccanismi premoderni di differenziazione della cittadinanza e dato la stura a un’ondata repressiva presto estesa - complici molti sindaci e amministratori locali - a ogni settore di devianza e diversità . Il principio di uguaglianza e lo Stato sociale - nuclei forti della Costituzione del 1948 - sono stati umiliati fino alla configurazione del regime di precarietà  come regola anche per rapporti di lavoro pregressi caratterizzati da stabilità  e durata indeterminata (sic!) mentre nuove “carte di povertà ” si apprestano a sostituire servizi e interventi di sostegno fondamentali per tutti”.

“E, in questo quadro, si anticipa, per l’autunno, una coerente “campagna” tesa normalizzare la giurisdizione e la magistratura rendendole compatibili con il nuovo sistema.Tutto prevedibile e già  scritto nel risultato elettorale di primavera? Non esattamente. Ci sono, infatti, alcuni elementi di novità . Due, in particolare, tra loro strettamente connessi: la facilità  con cui il progetto della destra si sta realizzando e l’assenza di una reale opposizione“.

“Il primo dato blocca sul nascere ogni interpretazione riduttiva della situazione. Ad essere vincente non è (solo) un “grande comunicatore” beneficiato da reti televisive discutibilmente possedute: è, ben più in profondità , una cultura i cui riferimenti sono la disuguaglianza, la competizione, la divisione ineluttabile della società  (novello classismo alla rovescia) in ricchi e poveri. Si tratta di una cultura diffusa, costruita nei decenni, da cui non ci si libererà  nei tempi brevi“.

“Altrettanto netto è il secondo elemento di novità . A fronte del progetto della destra non c’è alternativa culturale né opposizione politica (se si eccettuano il populismo di Antonio Di Pietro e gli editoriali di Famiglia Cristiana). La sinistra, in particolare, è - sul tema dei diritti e della giustizia - assente e, in ogni caso, silente. Nella migliore delle ipotesi gioca di rimessa contestando, debolmente, questa o quella iniziativa del Governo e della maggioranza senza mai uscire da una situazione di subalternità  apparentemente irrimediabile anche in settori classici della sua riflessione e del suo impegno: la centralità  della Costituzione e dei suoi principi, la «questione morale» (scomparsa dalla sua prassi e dal suo vocabolario), la sicurezza dei cittadini (appiattita sulla «emergenza criminalità » senza coglierne la connessione con condizioni di vita sempre più precarie e incerte) e via elencando”.

 

 
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Intervista a Kit Carson

Post n°134 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da kit_1809
 

Intervista impossibile a Kit Carson, dopo una lauta cena a borlotti e vino. La discussione spazia dalla cronaca, alle ultime vicende italiane, per toccare argomenti puramente senigalliesi. I riferimenti a fatti, persone e cose, sono da ritenersi puramente casuali.

 

Giornalista: a dicembre ne farà 100 di anni. Li porta bene. Qual’è il suo segreto?

 

Kit Carson:            le cattiverie e il whisky fanno vivere più a lungo. Finché ci sono nemici da uccidere, non c’è tempo per crepare.

 

Giornalista: Si direbbe che in questo periodo abbia molto da fare. La vedo anche molto agitato, qualcosa la preoccupa? Non è che per caso anche lei pensa che il governo possa cadere dopo la pronuncia della consulta?

 

Kit Carson:            Io la pagnotta me la devo sudare. Mica sono come quelle checche che votano a sinistra! Quelli hanno sempre il santo in paradiso che li sfama: poi che si chiami regione marche, sindacato o comune, poco importa! M’interesso poco di politica, ma sono molto informato su quello che succede in giro. So che dei ceffi danno la caccia al Berlusconi e che lavorano giorno e notte per incularlo, ma lui è un duro e non penso mollerà l’osso. Questo governo durerà fino alla fine e decreterà la morte eterna della sinistra.

 

Giornalista: la sinistra parla di una legge che si è fatto per non andare in galera… Dicono che vuole salvarsi dalla magistratura, per evitare di farsi processare.

 

Kit Carson:            stanno arrivando le regionali e la magistratura prepara sempre qualcosa in prossimità di grandi eventi. Ricordo il G7 di Napoli, quasi tutte le ultime politiche. Quando ad arbitrare la partita è il direttore sportivo della tua squadra avversaria, non è così semplice: la sinistra è sotto protezione dell’ala oltranzista del CSM e mi riferisco a “magistratura democratica” e Berlusconi non può far altro che tentare di salvarsi da solo. Questi qua sono avanzi del ’68 e se finisci solo le loro grinfie sei finito.

 

Giornalista: e nelle Marche? Che aria tira? Tra un po’ ci sono le lezioni regionali e le comunali a Senigallia.

 

Kit Carson: Spacca non se la passa molto bene, ma parte da una dote di elettori notevole. Penso sarà riconfermato, anche se i suoi amichetti di Fabriano (Merloni) l’hanno combinata grossa e tutta quella gente a spasso, non voterà di certo per lui… L’ho visto con Di Pietro: mentre a livello nazionale tutti prendono le distanze da lui, Spacca sembrava un bambino al primo giorno di scuola vicino a lui. Spera di intercettare i voti della sinistra estrema che andranno all’Idv. A Senigallia sarà molto difficile vincere, ma il conflitto di interessi dell’Angeloni sta muovendo le coscienze. E’ talmente evidente che Mangialardi farà una grande fatica a convincere gli elettori che lui non sapeva nulla, anche se ci sta provando in tutti i modi.  

 

Giornalista: tutti sparano addosso all’oramai ex sindaco, pure lei, ma non c’è niente di buono che ha fatto?

 

Kit Carson: l’Angeloni non solo rappresenta un evidente esempio di politica al servizio dei poteri forti, ma lei stessa è benestante e quindi è il contrario perfetto del politico di sinistra, o almeno così era fino a qualche anno fa. Adesso nelle amministrazioni di sinistra si gestiscono i denari e delle necessità dei cittadini se ne fregano tutti: con la DC mangiavano un po’ tutti, mentre con i comunisti mangiano in pochi o meglio, mangiano solo i compagni.

Giornalista: non le sembra di essere un po’ troppo duro? In fine dei conti, Senigallia è migliorata molto in questi ultimi anni.

 

Kit Carson: le aree dove si è intervenuto, erano prossime alle aree sensibili oggetto delle speculazioni e degli interessi dell’amministrazione. Quindi gli interventi, se sono stati fatti, hanno riguardato aree di interesse: non sono stati fatti per necessità, ma per interesse. Nella maggior parte dei casi poi, alcune decisioni, le ha prese in solitaria proprio il sindaco, senza interpellare né la sua maggioranza, né tantomeno l’opposizione. Le faccio un esempio: l’inammissibilità del referendum sul lungomare una boiata pazzesca: si sono nascosti dietro cavilli legislativi per evitare che la popolazione bloccasse il progetto edilizio a 5 stelle che stanno portando a termine. La popolazione non mollerà e il lungomare non sarà deviato, altrimenti le pallottole della mia Colt fischieranno come treni.

 

Giornalista: ci parli dei candidati per le amministrative senigalliesi… che ne pensa?

 

Kit Carson: il primo è stato Marcantoni, poi appoggiato anche dal PDL. A suo svantaggio c’è la 3 candidatura (mi sembra), ma è pur vero che una volta ha vinto ed è stata una vittoria storica – anche se le dimissioni lo furono meno. La sua lista civica mi sembra in salute, mentre del PDL non si capisce la strategia: ha molte beghe interne con una parte degli iscritti e soffre delle pressioni dei politici provinciali e regionali. Finché non la smetteranno di sovrintendere dall'alto, il partito a Senigallia non crescerà mai. La base non è mai interpellata, sembra un circolo di golf, solo che i buoni giocatori non ne vogliono far parte. Mangialardi con il PD potrebbe non raggiungere il 40% e parte degli elettori, sono assai critici del lavoro svolto dalla vecchia giunta. Alle primarie non crede più nessuno e il partito locale è un po’ vittima del caos nazionale. L’UDC ha confermato che la vecchia DC esiste ancora, ma non ha più il 60% dei voti. I democristiani sono machiavellici ed hanno intuito che con il PDL in difficoltà, potranno raccogliere consensi facendo leva sui sentimenti dei senigalliesi, con il candidato per tutte le stagioni Gazzetti. Poi come il solito, in sede di ballottaggio, esibiranno copie originali del manuale Cencelli. I comunisti presentano Mancini: brava persona ma assai comunista. Se vince offrirà parte degli uffici comunali al CSOA ed immigrati clandestini. Potrebbero attestarsi sul 12% almeno, quindi al ballottaggio saranno determinanti sicuramente e ci sarà da ridere. La Lega sta aspettando: dopo la scelta infelice di alcuni componenti il nuovo direttivo, penso appoggeranno il candidato Marcantoni senza scendere il campo. Attendiamo anche sviluppi sulla nuova civica targata Grillo, ma non sbaglio se dico che accoglierà le schegge impazzite del PD e quindi non sarà votabile…

 

Giornalista: chi vincerà secondo lei?

 

Kit Carson: al ballottaggio sarà eletto Mangialardi, con i voti dell’Idv e dell’UDC. PDL, Lega, civiche e i comunisti all’opposizione. Ci sarà da ridere.

 

Giornalista: e per chi voterà lei?

   

Kit Carson: la Lega se si presenta. Altrimenti la civica di Marcantoni come l’ultima volta.

 
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Basta Berlusca! Gli Italiani vogliono un paese normale...

Post n°133 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da kit_1809
 

Stamattina mi sono alzato come il solito presto. Ho preparato il mio yogurt magro con i cereali e ho messo a scaldare l’acqua per il tè (rigorosamente verde, aromatizzato al gelsomino). Poi nell’attesa che tutta la famiglia si alzasse, ho dato uno sguardo al mio tg preferito, quello di Sky. Per curiosità, vista la giornata campale, ho preferito avere dei pareri che consideravo sopra le parti: così il dito è scivolato sulla BBC e poi su Euronews.

 

Mi sfugge chi ha in mano il gruppo editoriale che controlla questo fantomatico canale (penso De Benedetti), fatto sta che mi sono imbattuto proprio nella rassegna stampa dei quotidiani stranieri in questo ordine: Italia, Spagna, Inghilterra e Francia. La sorpresa è stata grande, quando ho visto le testate: Repubblica, El País, The Indipendent e Libération. Per chi non ne mastica molto di quotidiani stranieri, vi posso assicurare che quello spagnolo e quello Inglese, sono comparabili per tendenze politiche al nostro Repubblica, mentre Libération, sembra un incrocio satirico tra il Manifesto e Liberazione.

 

Euronews è un canale satellitare di informazione e si spaccia per essere un imparziale informatore sulle notizie internazionali, viste da una prospettiva europea. Capirete vomiche se la prospettiva Europea, trae le proprie ispirazioni dalle testate di cui sopra, avremmo preferito che l’Irlanda non ratificasse con il referendum il trattato di Lisbona…

 

La riflessione che ho fatto durante la mattinata, va ovviamente a parare su quanto sta per succedere in Italia dove, i giudici della Consulta, stanno per mettere fine al governo Berlusconi. Ebbene, da elettore di centro-destra quale sono, sarò forse l’unico a tifare per le toghe rosse: mi auguro, infatti, che i giudici possano raccogliere i consigli mossi dalla sinistra e dare un taglio alla funesta parentesi berlusconiana nel nostro paese.

 

L’ultimo atto di questo governo, giunge dopo un lungo periodo di tribolazioni, dovute al progetto progressista, di sovvertire l’ordine costituito. Dalla discesa in campo nel ’94, Berlusconi ha rimpiazzato la DC, sorprendendo una sinistra distratta che credeva di poter governare indisturbata per il resto dei nostri giorni, grazie ai giudici di mani pulite e alla propria (strana) estraneità a tangentopoli.

 

Dico strana, perché la storia politica della sinistra Italiana, ha vissuto e ancora vive, di stranissime coincidenze e pittoresche vicende, che possono spesso passare inosservate, ma che di certo, costituiscono un elemento fondamentale per la comprensione di dove sta andando la nostra democrazia e del perché sarebbe meglio lasciare l’Italia in mano a questi signori…

 

La sinistra ha sempre fatto i propri affari all’interno del palazzo (Coop, IRI, Alfa Romeo, Telekom Serbia, Unipol, etc, ma nessuno, salvo qualche PM che oggi ha cambiato lavoro o si è ammalato, si è permesso di criticare od ostacolare tali progetti: ero piccolo e ricordo dei soldi che arrivavamo dall’ex unione sovietica, ma qualcuno mi spiegò che non era reato prenderli.

 

Le Coop furono una parentesi oscura per la politica, con soldi rubati ai contribuenti per impiantare aziende fantasma, il capitalismo di stato e regioni, che diede il via ad un impero politico-finanziario con un giro di affari per più di 50 miliardi di euro l’anno. Le liberalizzazioni di Bersani, avvantaggiarono la grande distribuzione (legata alle stesse Coop).  La Hera SpA, con le Coop nel proprio consiglio di amministrazione, è stata inserita accanto all’Eni, come azionista di spicco nell’accordo che fece Prodi per l’importazione di gas dall’Algeria. Su quest’argomento mi assicurarono che me l’ero inventato e che nessun giornale ne aveva parlato (

Arrivò l’IRI e con lui la presidenza Prodi. All’istituto – che lo stesso proclamò di avere restaurato – arrivarono (dalle casse dello Stato!) in 7 anni fondi per 41mila miliardi. Il debito pubblico che abbiamo oggi, è figlio all’80% di quel periodo, ma un mio amico mi ha detto che sono tutte cazzate e che quei soldi se li è presi Berlusconi.

 

Con l’IRI assistemmo anche a curiose faccende, tipo il tentativo di svendita della SME (Motta, Alemagna, Star, Cirio) alla Buitoni di De Benedetti, per pochi spiccioli (497,5 miliardi pagabili a “babbo morto”), più una tangente promessa da Prodi all’Ingegnere. Craxi impedisce la svendita e viene indetta una gara. Un gruppo d’imprenditori, tra cui Berlusconi, è disposto a pagare di più (e non ci voleva molto ma De Benedetti ricorre agli amici giudici, ma non la spunta. Le cause e gli appelli arrivano fino ai giorni nostri, con il finale sorpresa per Berlusconi. Nessuno compra, poi però la holding viene venduta a pezzi e il ricavo sarà di 2.200 miliardi! Quasi 5 volte il prezzo fissato da Prodi. Prima dell’accordo con De Benedetti, la multinazionale Hainz, aveva manifestato interesse, tramite Renato Altissimo, ministro liberale dell’industria di allora. Quando seppe che invece vendeva la cassaforte a Carlo De Benedetti, Altissimo telefonò arrabbiato a Prodi: «Perché a Carlo sì e a me hai detto no?». «Tu mica ce l'hai il taglietto sul pisello!», rispose Prodi con fine allusione alle origini ebraiche dell'Ingegnere. Il dialogo è negli atti di un processo. La cosa mi parve assai curiosa, ma ero piccolo e non conoscevo i meccanismi della politica. Qualcuno mi spiegò che la colpa era di Berlusconi e di Craxi e che se non si fossero impicciati, non sarebbe successo nulla.

 

Poi arrivò la faccenda Fiat, a cui “Il Mortadella” regalò l’Alfa Romeo a discapito della Ford che offriva di più, in danari e garanzie. Mi dissero che i fascisti (allora li chiamavano così quelli che la pensavano diversamente) vedevano il marcio dappertutto, mentre in realtà l’operazione era stata candida e aveva salvato molti posti di lavoro.

 

Telekom Serbia fu tutta una montatura per infangare gli immacolati dell’Ulivo. Nessun più ricorda com’è finita la vicenda, ma è singolare che in tutte gli affari in cui sia stato coinvolto il professore, in materia di danaro pubblico, è stata sempre usata la stessa regola: “Compra al massimo e vendi al minimo!”.  Sotto il governo Prodi, la nostra Stet-Telecom (proprietà dello stato al 61%), tanto per parlare dei fatti, acquistò una quota (supervalutata in maniera balorda) della tv di stato di Milosevic. La stessa fu rivenduta al governo di Belgrado, per un terzo della somma pagata, con una perdita di almeno 600 miliardi d’euro. Mi fu detto, a male parole, che nessuno (Prodi, Fassino, etc.) sapeva nulla della faccenda e non erano tenuti a saperlo. Nonostante perfino parte della carta stampata di sinistra bollò l’operazione come singolare, non successe nulla.

 

La Unipol è storia dei giorni nostri: il PD voleva una banca e così è stato. Un mio amico mi ha spiegato che queste sono cose più grandi di noi e che il mondo della finanza è complicato.

 

Al che, mi sono arreso: penso proprio che la sinistra culturalmente ci batta e non vale la pena discuterne oltre. Berlusconi dovrebbe farsi da parte ed ammettere che tutte le coincidenze capitategli, sono veramente coincidenze e non progetti occulti. Nel ’94, Scalfaro e Borrelli non si misero d’accordo e nemmeno il Corriere che riuscì a pubblicare la notizia un giorno prima. Le Coop furono un’invenzione e tutto l’altro fango gettato sulla sinistra. D’Alema sapeva delle inchieste di Berlusconi perchè a casa sua vive uno gnomo che prevede il futuro. Le inchieste della sinistra in Puglia ed in Campania saranno presto archiviate e sarà fatta una legge che i giudici potranno presentarsi alle elezioni (ma non lo fanno già?). Dopo 20 anni un tribunale civile rimette mano ad un procedimento a modo suo e multa Berlusconi di 1.000 miliardi per divieto di sosta. Il paese avrà un nuovo presidente del consiglio comunista: finiranno gli scioperi, l’economia riprenderà, i no global riavranno casa e i rom pure. Le aziende potranno riassumere i dipendenti licenziati per giusta causa e le università potranno continuare a spendere soldi pubblici per investigare sul sesso degli angeli. Prodi sarà il primo Papa musulmano in Italia. Caruso ministro della giustizia e D’Alema presidente Unipol. I barconi degli immigrati potranno attraccare nella villa di Berlusconi in Sardegna e a loro verrà concessa cittadinanza sulla parola. I dipendenti pubblici torneranno a far spesa durante l’orario di lavoro e Santoro e Travaglio potranno finalmente fare una trasmissione senza censure. Feltri passerà all’Unità e Nomisma organizzerà le prossime olimpiadi.     

 

Tutti sono in trepida attesa della decisione dei giudici della Consulta. Mentre vi scrivo, il sito del Corriere della Sera e di Repubblica sono in sostanza inaccessibili. Io spero vincano i comunisti, così il paese normale prospettato da D’Alema, potrà diventare realtà (speriamo non chiudano le frontiere però).

 

 

 

Allo zoo un ragazzo per un pelo non viene mangiato dal leone.
Un giornalista che assiste alla scena intervista il ragazzo: "Di che partito sei?".
"Missino".
Il giorno dopo sull'Unita' compare il seguente articolo: "Sporco fascista ruba pasto a immigrato africano!".

 
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In nome della libertà di stampa

Post n°132 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

Ieri a Roma è andata in scena l’ennesima carnevalata degli ultimi residui puzzolenti della sinistra: la scampagnata organizzata da CGIL (aevoglia a sostenere il contrario!), con il patrocinio di Fsni (ovvero il sindacato dei giornalisti che vorrebbe passare sotto il controllo CGIL) ha raccolto 60mila adesioni. Non sono poche, per carità, ma con la bella giornata che c’era, l’occasione per sfoderare qualche striscione contro il Berlusca e la possibilità di fare entrambe le cose a spese dei contribuenti, ci sembra un’adesione abbastanza modesta. Per detrattori del Berlusca però, orfani politici del mai nato PD, ogni occasione è buona per sbraitare, gridare al colpo di Stato e fare merenda a sbafo. 

A scatenare l’ennesimo girotondo per giustificare la gita di CGIL, Anpi, i giornalisti di RAI3, Emergency, i giovani del PD e i soliti eroinomani di passaggio, è stata la decisione del premier di presentare due querele (di cui i magistrati certo non s’occuperanno) contro Repubblica e l’Unità. Negli ultimi 10 anni (tanto per citare l’editoriale di Minzolini che ha fatto infuriare proprio coloro che si battono per la libertà di stampa…), il 68% delle querele presentate contro i giornali, sono da attribuirsi ad esponenti di sinistra: ne sono invece bastate 2 di Berlusconi, per far gridare al rischio di censura e alla fine della libertà… 

La realtà, ben conosciuta da almeno il 60% degli Italiani, è invece ben diversa: la sinistra intende instaurare un regime mediatico (e qualcosa gli sta riuscendo), per colmare il vuoto politico lasciato dalla sinistra. Se dalla RAI si alza una voce discordante dal coro (quello bolscevico), si grida allo scandalo, mentre è sacrosanto ed accettabile il comportamento di intellettuali come il compagno Santoro, che da anni usano la tv di stato per i propri processi personali contro Berlusconi o qualche suo collega. L’intellighenzia leninista Italiana – fatta di artisti, pseudo-giornalisti e ciarlatane in calzamaglia – pur nel periodo in cui a governare era un loro compagno – si sono sempre occupati delle faccende del premier, anziché pensare alle metastasi interne che stanno portando a rapida morte il PD. 

L’occasione propizia si è presentata ora: con la scusa delle querele, l’informazione bolscevica, non paga delle schifezze prodotte nell’ultimo periodo, sta cercando un apparentamento con la CGIL, per dare il via ad una nuova stagione di idiozie e gossip, che sperano possano disarcionare Berlusconi e riportare il paese ad elezioni. 

Basta accendere la tv, o leggere il 70% dei quotidiani nazionali, per capire che in Italia più il pericolo non riguarda la libertà di stampa, bensì la decenza, i contenuti e la civiltà: valori assai sconosciuti a personaggi del calibro di Santoro, Ezio Mauro e Travaglio. 

Il progetto di creare un vero e proprio network informativo in mano alla CGIL, è un vecchio pallino di Epifani, che nella sua carriera sindacale, si è spesso occupato di carta stampata… Peccato per lui che gente come Feltri, sia invece viva e vegeta e pronta a smascherare i soliti tentativi di una sinistra che non ha ancora smesso di fare i conti col proprio passato.  

Mentre vi scrivo, carri armati con su l’effige del cavaliere, avanzano su Roma per prendere possesso della redazione di Repubblica e l’Unità. Uomini! Donne! Gente di buona volontà! Armatevi ed unitevi ai gruppi spontanei resistenti che si vanno formando, a difesa della democrazia Italiana…

 
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E che sia a 5 stelle!

Post n°131 pubblicato il 03 Ottobre 2009 da kit_1809
 

La fama dei politicanti – di cui Senigallia è piena – è quella di rendere le cose facili, difficilissime. Qualunque provvedimento, viene trasformato e ritradotto in un linguaggio incomprensibile per i comuni cittadini. Lo stesso giudizio – visto che siamo nel pieno della campagna elettorale senigalliese (malgrado qualche partito non lo abbia ancora capito…) –, vale per i programmi elettorali: la maggior parte è ben lontana dal record storico di Prodi di ben 281 pagine, ma la tendenza è spesso quella di fornire al cittadino quante più palle possibili, per sperare in un suo errore durante le operazioni di voto. Prodi voleva cambiare pagina… solo che 281 erano veramente troppe! 

Lo storico presidente della Procter & Gamble, Richard Deupree, mal sopportava che gli appunti dei suoi managers superassero la pagina dattiloscritta. Spesso rimandava indietro i promemoria troppo lunghi, annotando a margine: « Riducetela a qualcosa che si possa afferrare ». Se il memorandum riguardava una situazione complessa, talvolta aggiungeva: « Non ci capisco nulla dei problemi complicati. Capisco solo quelli semplici ». Con questa affermazione sosteneva che era meglio spezzettare una questione complicata in una serie di problemi più semplici. In questa maniera si è tutti in grado di agire in maniera intelligente. 

Quanto visto politicamente negli ultimi anni a Senigallia, non coincide con il pensiero espresso qui sopra (a proposito se v’interessasse qualcosa di organizzazione aziendale, leggete “Alla ricerca dell’eccellenza”, da cui ho estrapolato questo pensiero). Dietro alle decisioni delle giunte progressiste – le uniche che abbiano mai governato la città – si nascondevano spesso interessi ben più grandi: per questo l’opera disinformativa per offuscare il pensiero degli elettori è stata enorme e ben orchestrata. Dietro ad ogni provvedimento, si è ricorsi spesso al linguaggio dei codici preistorici e alla burocrazia linguistica più spinta. Un’altra tattica abusata – in special modo dalla Giunta Angeloni – è stata quella del “decido io per te”, in altre parole: prendo io le decisioni importanti per la città, senza interpellare i destinatari di queste decisioni (pensate alla complanare e le ex colonie Enel, con la minaccia di deviare il lungomare). 

La lunga introduzione (di cui mi scuso), serve solo ad introdurre l’ultima novità politica senigalliese: la lista a 5 stelle che qualcuno sta tentando di lanciare. Non entro nel merito del promotore Grillo – che spesso non condivido – mi sforzerò invece di comprendere quali vantaggi, nel caso aderiscano veramente le persone giuste, tale novità politica possa dare alla cittadinanza. 

Le linee guida – tanto per citare Deupree – sono essenziali: una pagina è, infatti, sufficiente a descrivere anche il problema più complesso. Anche il programma potrebbe e dovrebbe esserlo. Le idee sono un po’ troppo generiche e sulla mobilità in genere, noto un vuoto abbastanza preoccupante, come se il problema del traffico (e qui ironizzeranno i pro-complanare…) non fosse un problema. Il programma quello vero, dovrebbe solo essere più preciso, pur mantenendo certe attinenze che credo indispensabili. 

Un altro vantaggio, spero reale, dovrebbe essere quello del coinvolgimento della società civile senigalliese non impicciata con i “soliti affari” ed estranea a cariche politiche. Il punto interrogativo resta solo uno: siamo sicuri che i senigalliesi vogliano una lista apolitica e proletaria? 

Il successo dell’Angeloni, per l’appunto, è anche figlio della situazione dei partiti: una sinistra antagonista bloccata sulle sue posizioni, ma sempre disponibile a fare da stampella. Un centro-destra impegnato in un tumultuoso passaggio generazionale e vittima di una politica dei vertici regionali, incoerente e personalistica (a volte sembra veramente che le vogliano perdere le elezioni…). Un UDC che ancora non ha deciso cosa fare, sempre pronto ad appoggiare questo o quello, a seconda della convenienza. Una classe imprenditoriale che vota – come da manuale Cencelli – secondo la percentuale di affari che riesce a portare a termine con l’aiuto della Giunta. 

Sta di fatto che la zarina è riuscita a farsi eleggere per due mandati e ciò sta a significare che certi poteri, pur nascosti, godono di una buona presa sugli elettori. 

Ben venga quindi una nuova formazione politica alle prossime amministrative, a patto che sia discontinua al PD e a tutte le sue fronde e che si collochi a livello politico, come alternativa ai regnanti e non come stampella. 

Le esperienze di nuove formazioni, infatti, non sono sempre state felici a Senigallia: spesso le liste sono messe in piedi riciclando parolieri e politicanti che amano saltellare qua e là, in cerca di un po’ di visibilità e un posto caldo dove scaldare il deretano. 

Un grande in bocca al lupo alla nuova formazione, che spero possa fare tesoro di tutti gli errori politici e tattici fatti dai partiti in questi ultimi tempi e sia in grado veramente di rappresentare la gente, quella estranea alle lotte intestine della politica e ai “bilanci delle società per azioni…”.

 
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Ultim'ora: i bloggers scendono in campo!

Post n°130 pubblicato il 29 Settembre 2009 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

Le elezioni comunali senigalliesi stanno arrivando: con la candidatura di Mangialardi, inframmezzata dall’arlecchinata delle primarie (a cui nessuno oramai crede più), l’appuntamento per il rinnovo del parlamento cittadino entra nel vivo. Potrebbero aggiungersi anche altri candidati (non si sa mai…), ma il quadro generale, cambierebbe certo di poco: al cittadino medio (vi ricordo che Senigallia non è una città industriale…), che s’identifica con l’elettore di centro-sinistra, non gli frega una mazza né della complanare, né tantomeno della situazione generale senigalliese: egli sostiene l’unica coalizione che possa garantirgli la pagnotta! E credetemi, la fame è una brutta bestia… 

E’ per questo che le scaramucce autunnali, aspettando che i candidati si esprimano sui temi importanti della città, lasceranno ben pochi cadaveri a terra. Sentiremo parlare di aria fritta fino a pochi giorni prima, poi partiranno i soliti strali contro questo e quello: perché sulla spiaggia di velluto la politica si fa attaccando l’avversario e non dimostrando di essere più bravo di lui… 

Dimentichiamo invece l’Angeloni (perché ad attaccarla ci hanno pensato anche quelli della propria coalizione…) e le sue “connessioni” con gli affari locali, in palese conflitto di interessi. I compagni stanno tentando in ogni modo – con dei voli pindarici incredibili – di dimostrare che lei non è come Silvio… che lei non sapeva… che lei non ricorda… 

Nelle Marche, al contrario di cosa succede nella rossa Emilia, il consenso è manipolato da politici servili, al soldo delle industrie: è incredibile, infatti (e ammirevole) come nel maggior bacino industriale nazionale (forse dopo la Lombardia), i comunisti abbiano trovato il giusto equilibrio nel rappresentare le istanze delle imprese, senza calpestare quelle dei cittadini. Prendete Rimini: i proventi del turismo e quelli dell’industria del divertimento, sono frutto di un’attenta e oculata gestione, mentre nella nostra città, ogni cosa ne sottintende un’altra e dove – nelle poltrone che contano – ci sono solo dei mediocri compositori, che suonano musica composta da altri… 

Quest’anno vedremo i ballottaggi – sono certo – ma forse il risultato non cambierà… o forse sì? Tutto dipende da come si sveglieranno i senigalliesi quella mattina, cosa mangeranno e quali riflessioni faranno sull’abilità di Mangialardi nel mantenere lo status quo e tutta la rete organizzata dal suo predecessore: già perché se sentissero appena la puzza di cambiamento, non andrebbero nemmeno a votare… 

Ultim’ora: sembra che ci sia anche una quinta lista… I bloggers vista l’inconsistenza delle proposte politiche dei partiti, faranno una lista trasversale under 40. Un’onda di acqua fresca che potrebbe scombinare i piani all’ ammuffita politica senigalliese…

 
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Accidere ex una scintilla incendia passim

Post n°129 pubblicato il 08 Settembre 2009 da kit_1809
 

Un altro clamoroso indizio comprova la colpevolezza del CSOA e la reiterata omissione dell’amministrazione comunale: ciò per sostenere che sul Mezza Canaja il comune ha sempre saputo quasi tutto, evitando palesemente i comuni controlli che invece riserva alle attività commerciali, stabilimenti balneari, ristoranti, feste private, etc.

 

Vado a spiegarvi. Durante la festicciola organizzata questa estate, dove si è visto di tutto e di più, i bravi ragazzi hanno anche “suonato” un po’ di musica. Per fare ciò, fu allestito un gran bel palco: con tanto di luci, ammennicoli vari e un bell’impianto di amplificazione. Ora, non che sia un addetto ai lavori, ma mi sembra che per far funzionare tutta quella roba, servano dei Watt e non noccioline. Ergo, vuol dire che qualcuno ha provveduto ad aumentare l’utenza per quella serata o, tanto peggio, il comune ha provveduto a farlo in tempi non sospetti, andando in contro alle richieste di Mancini e soci, che tra le tante attività in programma, previdero con lungimiranza l’organizzazione di concerti abusivi, con esenzione bolletta ENEL, SIAE, ordine pubblico, etc.

 

Potremmo scrivere di questo (e lo faremo!) mille altre volte, nell’attesa che qualche fantasioso amministratore dica la sua, ammettendo il tutto, ma negando che il comune sapesse o potesse sapere. Sembra che il gioco delle 3 scimmiette sia tra i passatempi preferiti di questa amministrazione (allo sbaraglio), ma una volta colti sul fatto – come per la vicenda del ristorante magico (che appare e scompare…) – di solito lo si viene colti ancora.

 

Fine della festa.

 
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Dove vuole arrivare il "compagno" Fini?

Post n°128 pubblicato il 08 Settembre 2009 da kit_1809
 

(di Vittorio Feltri; Il Giornale del 08 Settembre 2009)
Mi piace... lo pubblico!

Caro presidente Fini,
sono abituato agli attacchi personali di giornalisti e politici e non mi sono offeso dei tuoi nella circostanza dell’affaire Boffo. Hai definito i nostri servizi in proposito esercizi di killeraggio, qualcosa di vergognoso, un esempio di giornalismo da bandire; le stesse accuse rivolteci dalle voci e dalle penne di sinistra non più intinte nell'inchiostro rosso, bensì nell’acqua santa; voci e penne che fino ad alcuni mesi orsono erano impegnate a criticare la Chiesa, il Papa, i vescovi, i parroci e anche i sacristi colpevoli di ingerire negli affari interni dello Stato italiano.

Poiché anche tu, come me, sei avvezzo agli attacchi (per lustri ti hanno dato del fascista, a te e perfino a Tatarella, giudicato indegno di sedere al governo perché missino), accetterai quanto sto per dirti con spirito sportivo. Specialmente adesso, che sei amato più dall’opposizione che dalla maggioranza, reputerai civile un dibattito alla luce del sole, addirittura pubblico e con i crismi della democraticità.

Sulla vicenda Boffo ti sei comportato, tu, e non il Giornale, in modo vergognoso. Hai espresso un'opinione dura verso di me senza conoscere, nella migliore delle ipotesi, i fatti. Se li avessi conosciuti saresti stato prudente. Invece hai sparato per il piacere di sparare o per convenienza, che è anche peggio. Ti sei accodato agli intelligentoni del Pd e ai cronisti mondani di la Repubblica nella speranza di fornire un’altra prova che hai le carte in regola per entrare nel club dei progressisti.

Non c’è altra spiegazione logica al tuo atteggiamento ostile verso un quotidiano che non ha ficcato il naso sotto le lenzuola ma nelle carte del Tribunale, divulgando un decreto di condanna e non le confessioni di una puttana come ha fatto la Repubblica con il tuo tacito consenso, visto che non risulta tu l'abbia biasimata per la campagna trimestrale, contro il leader del tuo partito, condotta esclusivamente sulla scorta di chiacchiere da postribolo.

Prima di unirti al coro invocante la mia crocefissione in piazza, dato che non sei ancora il segretario del Pd, bensì il presidente della Camera, avresti dovuto informarti. Bastava una telefonata a me, e non sarebbe stata la prima; se non altro, ascoltando l'altra campana, ti saresti chiarito le idee e le tue dichiarazioni sarebbero state più caute. Non ti è neanche passato per la mente che un conto sono i pettegolezzi e un altro i reati. Obietterai. Ma tu hai dato dell'omosessuale al direttore dell'Avvenire. Ti rispondo, caro Fini: l'omosessualità non è un reato; e neppure un peccato, per me non cattolico. Piuttosto tu, amico mio, un paio di anni orsono ti lasciasti sfuggire una frase infelice e memorabile: "Un maestro elementare non può essere gay". Con ciò dando per assodato che un gay sia anche pedofilo.
Converrai, di questo dovresti vergognarti.
Poiché l'omosessualità non è in contrasto con la legge, non mi sarei mai sognato di rimproverarla a Boffo. E in effetti gli ho solo "ricordato" le molestie a sfondo sessuale a causa delle quali è stato condannato dalla giustizia ordinaria, e non da me. Il Giornale si è limitato a riferire un episodio, ciò rientra nel diritto di cronaca (ho scritto cronaca, non gossip).

Prendo atto che in un biennio hai cambiato posizione sui gay e non li consideri più - era ora - immeritevoli di stare in cattedra. Però un'altra volta avvisaci prima delle tue virate, altrimenti ci cogli impreparati. A proposito di virate. Sei ancora di destra o da quella parte ti sei fatto superare da Berlusconi? Non è una domanda provocatoria. Nasce piuttosto da una costatazione. Sulla questione degli immigrati, parli come un vescovo. Sul testamento biologico parli invece come Marino, quello della cresta sulle note spese dell'Università da cui è stato licenziato.

Intendiamoci, su questo secondo punto, molti sono d'accordo con te perfino nel Pdl, me compreso. Ma sul primo, scusa, è difficile seguirti. Tempo fa con Bossi firmasti una legge, che porta i vostri nomi, per regolamentare gli ingressi degli extracomunitari. La quale legge, nella pratica, si è rivelata insufficiente per una serie di lacune organizzative e burocratiche su cui sorvolo per brevità. Era ovvio che il governo di centrodestra, non appena insediato, correggesse e integrasse quelle norme introducendo il reato di clandestinità e, grazie alla collaborazione della vituperata Libia, i respingimenti, che non riguardano gli aventi diritto all'asilo politico, ma chi viene qui convinto che l'Italia sia un gruviera in cui ogni topo, delinquenti inclusi, ottiene ospitalità e impunità.

A te la nuova disciplina, benché indispensabile, non va a genio. E vai in giro a dire che è una schifezza, e immagino, tu punti a farla cancellare. Affermi che occorre essere più umani. Edificante. Ma come si fa? Ci teniamo tutti gli immigrati incentivando altri arrivi in massa? E dove li mettiamo? Case, ospedali, scuole, servizi e posti di lavoro: provvedi tu a crearli? Con quali soldi? Buono chiunque a essere umano scaricando sulla collettività - in bolletta - ogni onere. Perché viceversa non ti dai da fare per persuadere l'Europa, che ci fa le pulci, a condividere con noi il problema e a pagare le spese della soluzione? Per esempio con la spartizione, fra i vari Paesi membri della Ue, degli immigrati che approdano alle nostre coste?

A te non premono soluzioni alternative, sennò faresti proposte anziché lanciare critiche alla tua stessa maggioranza. Ti sta a cuore la simpatia della sinistra, che non sai più come garantirti. Il motivo si può intuire; se sbaglio correggimi. Miri al Quirinale perché hai verificato che la successione a Berlusconi avverrà con una gara cui è iscritta una folla. Fare il ministro non ti va; hai già dato. Fare l'uomo di partito, figurarsi; anche qui hai già dato. Continuare ad occupare la presidenza della Camera? Che barba. E allora rimane il Colle, lì a due passi da Montecitorio.

Per arrivarci servono molti voti, ma non ne hai abbastanza nel Pdl. È necessario raccattarne a sinistra, alla quale, dunque, fai l'occhiolino nell'illusione di sedurla. Oddio. L'hai sì conquistata; lo si è potuto vedere alla Festa dell'ex Unità dove sei stato salutato quale novello Berlinguer. Ma la sinistra ti usa perché le fai comodo; sei il suo tassì. Al momento di eleggere il presidente della Repubblica (la prossima legislatura) ai progressisti sarà passata la cotta. E da loro non beccherai un voto.

Consiglio non richiesto: rientra nei ranghi. Torna a destra per recitare una parte in cui sei più credibile; non rischierai più di essere ridicolo come lo sei stato spesso negli ultimi tempi.

 
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