c'è tutto un mondo..

QUESTI INVECE LI CONOSCIAMO GIA’ MA …


 sebbene siano stati spazzati via dalla storia .. cancellati dal Parlamento .. pluribannati anche su Libero .. tornano sempre, e pedissequamente tentano di propinare agli incauti la loro velenosa ideologia . Abbandonati i cadaveri putrefatti dei loro idoli storici, da Lenin a Togliatti, passando per Mao e Ho Chi Minh, orfani del libretto rosso e delusi dal “grande balzo” nel capitalismo della tigre cinese,  imbalsamato nel cachemire anche Bertinotti ... gli ultrasinistri nostrani si attaccano disperatamente all’ultimo sanguinario mito del comunismo: Cuba. Si, è vero, anche Castro ha un piede nella fossa e sta per ricongiungersi al suo killer preferito, quell’Ernesto Che(sso) Guevara, che non si vergognò di definirsi portatore di « odio come fattore di lotta - l’odio intransigente contro il nemico - che spinge oltre i limiti naturali dell’essere umano e lo trasforma in una reale, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere». … ma loro ancora insistono nel definire Cuba un “paradiso del socialismo”. Ignorando la miseria galoppante che imperversa nell’isola (tutta colpa dell’embargo americano, dicono), l’isolamento culturale e la repressione violenta di qualsiasi dissidenza, le centinaia di prigionieri politici fatti morire nelle più infami carceri del mondo, hanno il coraggio di scrivere (riporto integralmente e ovviamente in maiuscolo, come si confà a cotanti democratici): NON E' VERO , LEGGI BENE IL MIO POST , A CUBA C'E' UNA COSTITUZIONE E QUESTA E' STATA VOTATA DA TUTTI 95% E PIU DELLA POPOLAZIONE CON UN REFERENDUM ... L'ARGOMENTO E' SERIO E ARTICOLATO SU WIKIPEDIA TROVI NOTIZIE SU CUBA , SU FIDEL CASTRO SUL LORO GOVERNO , QUESTO DISSIDENTE FARINAS E' UN PANNELLA LOCALE OGNI TANTO FA SCIOPERO DI FAME ...E CREA DISORDINI ... TI HO POSTATO DA ME LA RISPOSTA DEL GOVERNO CUBANO ... NON POSSIAMO ESCLUDERE CHE QUESTO FARINAS SIA UN VENDUTO ALLA CIA E ALL'AMERICA. NOTI NEMICI DA SEMPRE .. ANCHE QUI DA NOI QUELLI RITENUTI SOVVERSIVI LI ARRESTANO ... IN MOLTI CASI LI MENANO E LI FANNO MORIRE ...IL TUTTO MOLTO NASCOSTO E SEGRETO OVVIAMENTE . Infatti tutti i dissidenti sono dei “pericolosi agenti della Cia” .. e vengono trattati secondo le “democratiche  istruzioni” lasciate da quello sporco assassino chiamato el Che, il più coerente leninista dell'America Latina, è l'autentico motore dell’ideologia totalitaria e della macchina penitenziaria statale di Cuba.  Sotto la sua impegnativa e organica guida, prese corpo la "DSE". Il Dipartimento della Sicurezza di Stato, noto anche con il nome di "Direcciòn general de contra-intelligencia". Un dettagliato regolamento elaborato puntigliosamente dal medico argentino, fissò le punizioni corporali per i dissidenti recidivi e "pericolosi" incarcerati: salire le scale delle varie prigioni con scarpe zavorrate di piombo; tagliare l'erba con i denti; essere impiegati nudi nelle "quadrillas" di lavori agricoli; venire immersi nei pozzi neri. Marta Frayde, già rappresentante di Cuba all'Unesco e, dopo i primi anni, incarcerata, ha descritto le celle riservate ai "corrigendi": sei metri per cinque, ventidue brandine sovrapposte, in tutto quarantadue persone in una cella. Le accuse nei Tribunali sommari rivolte ai controrivoluzionari vengono accuratamente selezionate e applicate con severità: religiosi, fra i quali l'Arcivescovo dell'Avana, Monsignor Jaime Ortega; adolescenti e bambini; omosessuali.  La fortezza La Cabana di Santiago anche nota come “galera de la muerte”, venne utilizzata come centro di smistamento. Il procuratore Guevara  illustrò a Fidel Castro e applicò un "Piano generale del carcere", definendone anche la specializzazione. Vennero così organizzate le case di detenzione "Kilo 5,5" a Pinar del Rio. Esse contenevano celle disciplinari definite "tostadoras", ossia tostapane, per il calore che emanavano.  Il campo di concentramento La Cabanas ospitava le "ratoneras", buchi di topi, per la loro angustia.  La prigione Boniato comprendeva celle con le grate chiamate "tapiades", nelle quali il poeta Jorge Valls trascorrerà migliaia di giorni di prigione. Il carcere "Tres Racios de Oriente" includeva celle larghe un metro, alte un metro e ottanta centimetri e lunghe dieci metri, chiamate "gavetas".  La prigione di Santiago "Nueva Vida" ospitava cinquecento adolescenti. Quella "Palos", bambini di dieci anni; quella "Nueva Carceral de la Habana del Est", omosessuali dichiarati o sospettati. I carcerieri le chiamano «celle tappate, stanze di un metro per due dove i detenuti trascorrono fra due e quattro mesi, senza acqua potabile e in un calore soffocante». È qui che finiscono i prigionieri politici di Fidel Castro, quelli ingabbiati per le loro opinioni. Qui il mito della sanità cubana non funziona. Qui in queste celle, non ci sono medici e non ci sono medicine. Qui si crepa, nel nome di Fidel, del Che e dell'isola felice. Ne parla il film su Reinaldo Arenas "Prima che sia notte", di Julian Schnabel uscito nel 2000, credete che sia cambiato qualcosa? Amnesty International ha condannato il governo dell'Avana, che "continua a sopprimere la libertà di espressione del popolo cubano" e denuncia che almeno 71 persone versano in "condizioni inumane"."Per finire in galera basta esprimere disaccordo con le autorità" - afferma il rapporto di Amnesty - "Di questi 71 prigionieri, Amnesty International non è in grado di definire l'esatta posizione giudiziaria. Sono ormai 17 anni che al personale dell'associazione per i diritti umani non viene concesso l'accesso a Cuba".Orlando Zapata Tamayo, membro del Movimiento Alternativa Republicana e del Consejo Nacional de Resistencia Civil e fu arrestato il 6 dicembre 2002 e imprigionato per oltre tre mesi. Il 20 marzo 2003, dopo appena 13 giorni di libertà, fu arrestato una seconda volta e inviato alla prigione Kilo 8 di Camaguey. Al tempo del suo secondo arresto stava partecipando ad uno sciopero della fame organizzato dalla Assembly to Promote a Civil Society, che aveva il significato di petizione per la liberazione di prigionieri politici. Fu accusato di vilipendio della figura di Fidel Castro, disordine civile e disobbedienza e fu condannato a 36 anni di carcere. È morto in carcere, il 23 febbraio del 2010.