c'è tutto un mondo..

W V.E.R.D.I .. ABBASSO PIO IX !!!


 Continuo la mia crociata celebrativa del 150° anniversario dell’Unità. Un anniversario difficile da festeggiare “unitariamente” se la Lega inneggia alla Repubblica di Venezia e rende un ipocrita omaggio alle “vittime di Fenestrelle” mentre Lombardo e soci cavalcano il partito del sud e accarezzano fantasie neoborboniche …Per puro amore di polemica riporto alcuni brani liberamente tratti da: “Per una difesa liberale del Risorgimento.” di Dino Cofrancesco Insomma il “processo” al  Risorgimento italiano, con le sue luci e le sue ombre, registra, una faziosità e uno spirito di revanche quali non si erano mai visti da centocinquant’anni a questa parte. Abbiamo visto un papa, come Paolo VI, riconoscere l’inevitabilità della fine del potere temporale, ma col papa polacco abbiamo assistito all’elevazione agli altari di Pio IX, il nemico più irriducibile dello Stato moderno.E oggi:  “ i corvi neri del revisionismo storiografico antisabaudo si levano in volo numerosi per ricordarci i costi umani ed economici dell’unificazione della penisola, gli errori commessi dalle classi dirigenti prima e dopo la proclamazione del Regno, le confische dei tesori accumulati nel Mezzogiorno, le violenze degli “eserciti di occupazione”.  Addirittura c’è chi parla di “persecuzione anticristiana” !!!  Scambiando il cappello di Garibaldi per un fez e la sciabola di Vittorio Emanuele .. per la spada dell’Islam. In questa ottica, i liberali e i democratici del Sud diventano tutti “collaborazionisti”, mentre gli unici veri italiani rimangono i sudditi fedeli ai vecchi regni e staterelli preunitari. I lontani eredi di Cavour e di Mazzini dovrebbero vergognarsi di discendere da chi ha cancellato lo Stato della Chiesa, dove gli ebrei venivano ogni sera rinchiusi nel ghetto e i peccati erano considerati come veri e propri reati? Dovrebbero dolersi di aver ammirato i Cuoco, i Settembrini, i De Sanctis che il “paternalismo” borbonico avevano sperimentato sulla loro pelle? Dovrebbero additare come modelli le repubbliche di Genova e di Venezia in mano ad aristocrazie chiuse e corrotte?  Senza curarsi di spiegare il tracollo militare del “Regno di Franceschiello” sotto la spinta “possente” di un migliaio di “banditi”, i moderni revisionisti rinnegano i plebisciti di annessione e liquidano il processo unitario identificandolo come “imperialismo massonico-piemontese”. Tutto questo è stato rimuginato in passato solo “nelle madrasse del tradizionalismo cattolico”, o nei salotti “incipriati” della “Napoli codina”, ma oggi il tentativo esplicito è quello di affermare la dimensione atea ed eversiva del Risorgimento, di attribuire i mali “atavici” dello stato ai meccanismi del processo unitario, dipingendo col “rosa dell’oblio” e “il grigio della menzogna” un efficiente Meridione preunitario ed un paradisiaco  Stato Pontificio .  E invece, a ben vedere, molti dei limiti politico-culturali del nostro paese affondano le loro radici proprio nelle realtà preunitarie: se ancora oggi non riusciamo a distinguere tra reato e peccato, non è forse un’eredità del potere temporale della chiesa ?se ancora oggi il capitalismo italiano è un’aristocrazia chiusa, corrotta e provinciale, non lo dobbiamo anche all’eredità delle antiche Repubbliche mercantili?se ancora oggi il meridione reclama l’assistenzialismo non è forse un’eredità del paternalismo statalista borbonico? Se un limite dobbiamo denunciare nel Risorgimento, è proprio quello di aver fatto propri i limiti degli stati preunitari, di aver accettato “gattopardescamente” che tutto cambiasse perché nulla cambiasse …