Creato da kiwai il 24/12/2009

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BUTTIAMOLA IN CACIARA !!!

Post n°781 pubblicato il 28 Maggio 2012 da kiwai

 

Una caratteristica di chi ha poche idee e molto ben confuse è quella di sfuggire alla logica, tuffandosi nell’oceano del qualunquismo demagogico sindacaleggiante.

 

“Dice anche che non esistono imprenditori pubblici, a questo punto mi chiedo che lavoro fa perché non sa nemmeno quello che dice. Siccome che [aih aih aih !!!] da imprenditore, così come dice di essere, si sente onorato di appartenere alla categoria dei 'self made men', e spero per lui che sia così, vorrei parlare di quelli che invece riescono a mandare in fallimento intere aziende magari facendosi pagare dalla azienda i lavori di casa propria ..”

 

Se tu parli di “rape”, lui ti risponde con una sgangherata dissertazione sulla “dieta dissociata” … confesso la mia abissale incompetenza, ma ignoro se ci sia una correlazione tra le rape e una simile dieta … un fatto però è certo:

NON ESISTONO IMPRENDITORI PUBBLICI.

 

E siccome “non è mai troppo tardi” … (a questo punto è indispensabile un po’ di “squola serale” per il nostro) vediamo di precisare la definizione giuridica di imprenditore e gli aspetti caratterizzanti dell’impresa:

1. è imprenditore una persona fisica o giuridica, che svolge un’attività economica volta ad utilizzare i fattori produttivi (capitali, lavoro e materie prime) per ottenere un prodotto (bene o servizio);

2. i beni e servizi che costituiscono il prodotto dell'impresa sono solo quelli che hanno un valore economico; i beni o servizi privi di un valore di scambio non costituiscono "prodotto" in senso economico;

3. sull'imprenditore ricade il rischio d'impresa ovvero il rischio del risultato economico dell'attività intrapresa;

 

Ne discende senza possibilità di strumentali confusioni, che:

laddove il “prodotto non ha valore di scambio”, come nella “pubblica amministrazione”è ridicolo parlare di “imprenditori pubblici”;

laddove non esiste “rischio d’impresa”, come per i carrozzoni a partecipazione statale, è ridicolo parlare di “imprenditori pubblici”;

 

Sgombrato il campo dal sindacalismo d’accatto di chi confonde strumentalmente gli “imprenditori” con “i manager da carrozzone”, voglio ribadire un concetto che suscita devastanti crisi di orticaria proprio negli scalda sedie sindacalizzati ..   lo Stato non può e non deve essere imprenditore.

 

Lo Stato non può essere imprenditore , perché il “rischio d’impresa” ricade sui cittadini …

Lo Stato investe le risorse della collettività, in attività che sono estranee al mandato istituzionale, affidandone la gestione a soggetti che non rispondono dell’esito economico delle proprie scelte.

 

È di fatto una catena di scelte arbitrarie:

è arbitraria e determinata solo dalla politica, la scelta degli interventi, di cui poi nessuno risponde, neppure politicamente;

è arbitraria e determinata solo dalla politica, la scelta del management, di cui poi nessuno risponde, neppure politicamente;

sono arbitrarie e determinate solo dalla politica, le scelte aziendali, di cui poi i manager non rispondono, neppure politicamente;

gli unici a rispondere dell’esito economico (DISASTROSO) dell’imprenditoria statale sono i cittadini.

 

Lo Stato non deve essere imprenditore , perché deve fornire servizi senza valore di scambio …

Lo Stato deve investire le risorse della collettività, in attività che sono proprie del mandato istituzionale,, per fornire servizi di supporto alle attività dei cittadini, attraverso un sistema di controlli della regolarità dei rapporti privati e sociali, affidandone la gestione a soggetti che DEVONO garantirne l’efficienza, la tempestività  ed il buon funzionamento, rispondendo dell’esito.

 

E dell’esito DEVONO rispondere TUTTI gli operatori del pubblico impiego, dal “manager” all’ultimo degli uscieri, checchè ne dicano certi parassiti, difensori di fannulloni e scaldasedie, è con l’incentivazione del “lavoro”.. non con la difesa assistenzialista del “posto di lavoro” .. che si consente (attraverso una macchina burocratica snella ed efficiente) agli imprenditori veri (quelli che non hanno sedie da scaldare e rischiano in proprio) di far crescere il benessere ... di TUTTI.

 

P.S.

Ovviamente l’elenco riportato nella vignetta è larghissimamente incompleto .. ma rende l’idea.

 

 

Commenti al Post:
avvbia
avvbia il 28/05/12 alle 10:54 via WEB
Hai ragione k. lo stato chiama imprenditori questi signori che rischiano nulla e prendono un sacco di soldi. E' UNA VERGOGNA e per ora nn aggiungo altro..ciao. gino
 
Vince198
Vince198 il 28/05/12 alle 13:06 via WEB
Non vorrei avesse fatto confusione fra imprenditore e manager (sarebbe capacissimo).. Sai com'è, Kiw: oramai è proprio un povero diavolo sempre più conclamato, ergo - come al solito - dico: non ti curar di loro ma guarda e passa.. Tiremm innanz.. al prossimo post!
 
 
kiwai
kiwai il 28/05/12 alle 17:03 via WEB
No Vince, NON SA, NON PUO’, NON VUOLE RECEPIRE ..
continua imperterrito nella sua pretestuosa ignoranza, continua a farneticare di “imprenditori pubblici” perché non ha la minima idea di cosa significa “scavarsi il lavoro””investire risorse proprie”” non sapere cos’è uno stipendio” e “stare a casa a proprie spese” …
Poi per colmo di idiozia, ha il coraggio di "citare" chi dice esattamente il contrario di quanto afferma lui:
“Ma è curioso, (forse il termine esatto è vergognoso), il modo con cui la nostra società distingue l' imprenditore pubblico da quello privato di fronte all'insuccesso.
Il primo viene nominato in altra società di pari o maggior importanza, gratificato con una congrua buona uscita e i debiti dell'impresa vengono ripianati (con i soldi nostri, aggiungo io)…
Quando un imprenditore privato, fallisce nel suo progetto, non solo perde tutto quello che ha, ma è additato dall'opinione pubblica come un “fallito”…”

È proprio vero, “mai discutere con un cretino, ti porta al suo livello e ti batte con l’esperienza”
 
   
Vince198
Vince198 il 29/05/12 alle 11:10 via WEB
Al limite.. ma proprio al limite, Kiw, se proprio vogliamo parlare di mprenditoria (non imprenditore) pubblica, potremmo parlare dell'Iri e di CHI ha dato grande contributo a distruggerlo, regalando nostri gioielli dell'economia.. questo si, a "imprenditori esteri", "par une tace di blanc e neri" (come si usa dire qui da noi, in Fvg: "per un bicchiere di vino bianco e uno di vino nero")..
 
lamiapelle
lamiapelle il 28/05/12 alle 18:28 via WEB
non ho mai visto in 10 anni di digiland un essere così persistente nel perseguitare un altro nick. Pur di darti contro farebbe qualsiasi cosa. Kiw, il tuo clone è da ricovero
 
cajen.1972
cajen.1972 il 28/05/12 alle 19:19 via WEB
Nel post tu dici a caratteri cubitali che gli imprenditori pubblici non esistono, Mattinzoli invece distingue il pubblico dal privato, certo che starti dietro è dura... :-)
 
 
kiwai
kiwai il 28/05/12 alle 21:17 via WEB
Toh! Si è materializzato il clone ..
Dopo aver sbavato per tutto il web, lamentando la mia intolleranza per averlo messo in lista nera .. si è accorto di non esserci mai stato!
Lo dico sempre io che non è mai troppo tardi …
Allora colgo l’occasione per cercare, un’ennesima volta di fargli capire …
si chiama IMPRENDITORE:
(aperte virgolette) “chi rischia IN PROPRIO, chi non ha nessuno che gli paga uno stipendio, chi produce beni o servizi economici per il proprio UTILE.”(chiuse le virgolette).
La definizione è volutamente elementare e puramente didascalica.
Chiunque è padrone di storpiare l’italiano come meglio crede, ma confondere un “padrone” (con o senza “beli braghi bianchi”) con un “amministratore” non lo facevano neanche le mondine, che pur procaci, non brillavano certo per cultura.
La sinistra, chissà perchè, ha sempre coniato termini alternativi a “imprenditore”:
industrialotto, palazzinaro, padroncino, partite iva ..
adesso ci mancavano i manager .. men che meno “pubblici” !!!
 
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QUANTO COSTA
LA LIBERTA'???




La morte di un prigioniero di
coscienza, una persona in
carcere per le sue idee, senza
aver commesso alcun reato.
Orlando Zapata Tamayo,
42 anni, fù arrestato durante
la primavera del 2003 e condannato
a tre anni di carcere.
Durante la prigionia a causa della
sua attività di dissidenza nel
carcere, gli furono aggiunti altri
anni di detenzione fino a un totale
di 30 anni di reclusione.
BASTA YA!

 


 

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
ARTICOLO 19  
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini.

 
 

 
 
 

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