TUTTO SCORRE........

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Il re dei  camosci seppe improvvisamente che era quello il giorno.Le bestie stanno nel presente come vino in bottiglia,pronto a uscire.Le bestie sanno il tempo in tempo,quando serve saperlo.Pensarci prima è rovina di uomini e non prepara alla prontezza.Guardò in su per un saluto all'aria e si mosse in discesa.Calpestò il precipizio con i cuscinetti delle zampe senza spostare un sassolino.L'unghia divisa tra il dito terzo e il quarto si apriva e si adattava a pochicentimetri di appoggio.Non era una discesa ma un arpeggio. Arrivò 10 metrisopra l'uomo steso sotto di lui,con il fucile a fianco. Intanto si era svegliato e guardavaverso il basso dove il branco abbassava il muso sul pascolo. Il re dei camosci restòfermo impettito sopra il vuoto,la farfalla bianca in punta al suo corno sinistro.Uno stormo di ali nere si abbassò dalla cima senza un grido. Il re respirò calmotra collera e disgusto per l'assassino di sua madre e dei suoi. L'uomo sapeva prevedere,incrociare il futuro combinando i sensi con le ipotesi,il gioco preferito.Ma del presente l'uomo non capisce niente. Il presente era il re sopra di lui.*****************************************************************L'uomo era una schiena facile da calpestare.Saltandoci sopra lo poteva scaraventare in basso. Il re pesava quanto l'uomo,mai se n'era visto uno di taglia simile.Si alzo il ciuffo di schiena in segno di battaglia.Scosse il corno nell'aria per liberare la farfalla,picchiò l'unghia dello zoccolo sopra la roccia,rumore perchè l'uomo si voltasse.Non lo voleva di schiena ma di fronte.L'uomo si girò a serpe verso il fucile in tempo per vedere il re dei camosci che gli veniva addosso a precipizio con due balzi in discesa.Era forza,furia e grazia scatenata.Uno strepito di grida e una folla di ali chiamò per la montagna. Gli zoccoli anteriori sfiorarono il collo dell'uomo, i posteriori fecero volare via il cappello.Il re gli era saltato addosso sfiorandolo senza un graffio e volava in basso verso il branco che aveva rizzato orecchie e musi.******************************************************************Era il vento vestito di zampe e di corna,era il vento che sposta le nuvole e spazza le stelle. Fosse stato in piedi,l'uomo si sarebbe buttato a terra per tenersi,ma già sdraiato non poteva servirgli di afferrarsi ai sassi.Se gli cadeva sul petto l'avrebbe sfondato con le zampe e trascinato giù.Il re gli era saltato sopra senza toccarlo,gli aveva tolto il fiato e il sole il tempo di sentirsi perduto e ritrovarsi illeso. Volò giù in picchiata, le unghie strepitavano sui sassi schizzando scintille mentre l'uomo imbracciava l'arma con la spalla sinistra e lo seguiva dalla tacca di mira.Scrosciavano piccole valanghe al seguito del re,uno strascico bianco.*******************************************************************Con l'occhio aperto lo vedeva schizzare imprendibile,già fuori tiro.Il re lo aveva vintoun altra volta.Il branco vedeva correre a valanga verso di loro in pieno giorno,al sole il loro re.Non potevano accorgersi dell'uomo.Ogni camoscio si fermò dov'era a guardare la novità speciale del loro signore delle tempeste,uscito allo scoperto incontro a loro.Il re non li raggiunse.Si fermò all'improvviso,s'impennò sulle zampe davanti e tornò indietro.Scalò un sasso appuntito,piantato su uno sfasciume di rocce appese al vuoto.E restò lì.Era il giorno perfetto,non si sarebbe più battuto contro nessuno dei suoi figli e non doveva aspettare l'inverno per morire.******************************************************************* Aspettò lì fermo la palla da 11 grammi che gli passò dall'alto in basso il cuore.Morì prima di sentire  il fragore dello sparo.Cadde dalla cima del sasso e rotolò verso i camosci.Qui l'uomo vide una cosa che mai era stata vista.Il branco non si disperse in fuga,lentamente fece la mossa opposta.Prima le femmine,poi i maschi,poi i nati in primavera salirono verso di lui,incontro al re abbattuto.Uno per uno chinarono il muso su di lui,senza un pensiero per l'uomo in agguato.Toccarono con le corna,una spinta leggera,il dorso fulvo e inspessito del padre di tutti loro.Le femmine appoggiarono 2 colpi,i piccoli sfregarono timidi i loro primi centimetri sul mantello invernale,già scuro,del loro patriarca.Niente era più importante per loro  di quel saluto,l'onore al più magnifico camoscio mai esistito.L'uomo guardava.Abbassò il fucile.La bestia lo aveva risparmiato ,lui no.Niente aveva capito di quel presente che era già perduto.In quel punto finì anche per lui la caccia,non avrebbe  sparato ad altre bestie.Il presente è la sola conoscenza che serve.L'uomo non ci sa stare nel presente.Si alzò e  scese lentamente alla bestia uccisa.********************************************************************L'uomo arrivò al re, il branco era ancora vicino,a guardare.La più aspettata vittoria era gemella uguale di una sconfitta mai conosciuta prima.Disprezzò l'istinto che gli aveva allineato il tiro.Gli venne uno sputo in gola e un'acqua al naso,mentre gli occhi si erano appannati. Ladro di vita indomita,sovrana.Contò gli anelli delle corna,gli anni accumulati a cerchio.Valevano più dei suoi,aveva ucciso un vecchio.Una fitta alla spalla sinistra accusava il rinculo.Era in ginocchio sopra il re dei camosci........che guardava lontano oltre di lui,occhi abituati al cielo.Erri De Luca "Il peso della farfalla"