Ex luce, tenebrae...

Post N° 6


Da Repubblica.ithttp://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/La-Spoon-River-di-casa-nostra-sulle-rive-del-lago-Maggiore/1567687Le lapidi ottocentesche dei cimiteri della zona catalogate e raccolte su InternetLa Spoon River di casa nostra sulle rive del lago MaggioreStefania Radman Armida Rossi è emigrata negli Stati Uniti nel 1907. Un viaggio testimoniato da quell´immenso archivio della speranza formato a Ellis Island, il porto di New York dove è arrivata con 30 dollari in tasca. Proveniva da "Dumenger", come hanno scritto storpiandone il nome, i funzionari americani che l´hanno registrata. Arrivava, cioè, da Dumenza, un paese sulla collina antistante il lago Maggiore che Armida non ha mai più rivisto. Era diretta a Saint Louis e si è ritrovata in California.Crows Landing, precisamente: dove si è ricostruita la vita e dove nel 1924 è stata raggiunta dalla notizia che la sua amata sorella Rosina era morta di parto. Disperata e impotente decide di fare l´unica cosa che le riesce, a migliaia di chilometri di distanza: spedire una piccola targa metallica, grande come un palmo di mano, «in segno d´affetto e d´un perenne sconforto per la triste e irreparabile departita». Una targa che, quando è arrivata a destinazione, è stata aggiunta alla lapide di Rosina Rossi Bonera nel piccolo cimitero del suo paesino natale. Questa storia, come altre centinaia di piccole e grandi storie ottocentesche, è raccontata dalle lapidi dei cimiteri sul lago Maggiore che un piccolo gruppo di infaticabili certosini sta catalogando e rendendo disponibile in Internet, (www. verbanensia. org/lapidario. asp). Una Antologia di Spoon River di casa nostra, che raduna tristissime storie di bambini, racconti di intere famiglie spezzate dall´immigrazione o dalle sfortune, ma anche proclami ideologici e umorismo involontario. C´è, per esempio, il rivoluzionario convinto che ha fatto scrivere sulla sua tomba a Germignaga: «M. L. 1894-1980. Vissuto e morto da socialista, comunista, marxista, leninista. Fedele a Gramsci, Stalin, Mao Tse Tung, all´internazionalismo proletario» e ha fatto mettere la falce e il martello al posto dei poco amati angioletti. Ma c´è anche la lapide del militante fascista morto giovanissimo, cui «L´idea gli valse il martirio» e che «Fieri nello strazio i parenti posero». Oppure c´è la piccola pietra incisa per la banda del paese, che doveva commemorare nel l´anno del centenario i musicanti morti e si è ritrovata invece a testimoniare dei «musicanti morti nel centenario» come se i festeggiamenti fossero stati tanto intensi da essere letali. E c´è, infine, la tomba di Piero Chiara a Luino: semplice e lineare, ma con una improbabile scritta latina che mal si adatta non solo ai tempi in cui fu incisa (Chiara morì nel 1986) quanto soprattutto alla dissacrante penna dello scrittore.«L´idea di un museo lapidario in Internet risponde innanzitutto a un´esigenza storica, perché le lapidi sono fonte preziosa di dati - spiega il curioso progetto Alessandro Pisoni, che ne è coordinatore e motore per il Magazzeno Storico Verbanese, continuando in un certo modo l´opera del padre Pier Giacomo, che fu archivista dei Borromeo - . Un´opera simile è stata realizzata a fine ottocento da Vincenzo Forcella, della Società Storica milanese: era in sette volumi. Come è intuibile, Internet è decisamente più agile ed economico». Un progetto che parte da una precisa convinzione: «I cimiteri non sono altro che archivi di pietra, con una caratteristica assolutamente affascinante: qui non si conservano semplicemente dati, ma storie di vita».I cimiteri però sono grandi archivi all´aperto che non sono eterni come possono sembrare: «Spesso i comuni devono fare spazio, con il risultato che le parti più antiche dei cimiteri vengono smantellate e tombe centenarie finiscono per essere gettate o tritate nelle macchine. Con questo lavoro noi abbiamo voluto evitare che si perdesse, con il marmo, anche la memoria». A procedere a questo sforzo di catalogazione, finanziato anche dalla provincia di Varese, sono in sette: «La prima fase, quella della foto alle lapidi, tocca a me - continua Pisoni - finora ne ho scattate circa 800. Poi vengono spostate su cd, lette e trascritte da Anna Elena Galli, Lucia Barassi Rivi, Sergio Monferrini, Fabio Copiatti. Infine c´è un lavoro di redazione della scheda che poi viene pubblicata online, in vista anche del libro che pubblicheremo a giugno. E, in questo, mi stanno aiutando Valerio Cirio e Fabrizio Pagani».La prima zona oggetto della ricerca è a nord della sponda lombarda del lago Maggiore: luoghi come Maccagno, Dumenza, Tronzano, dove milanesi prima e tedeschi poi ne hanno fatto il loro buen retiro. Ma la ricerca non si ferma qui: «Contiamo infatti di catalogare anche la zona al di sotto del Tresa» conclude Pisoni. Cioè altre centinaia e centinaia di tombe di località come Laveno e Angera, tanto per citarne un paio tra i più noti. Che riveleranno, va da sé, altrettante storie degne di questa originale antologia di Spoon River del terzo millennio. (10 aprile 2007)