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Sono gli angeli tutti tremendi... (R.M.Rilke)

 

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VANITAS VANITATUM ET OMNIA VANITAS

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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 16 Aprile 2007 da angel_of_grief

Da Repubblica.it
Le lapidi ottocentesche dei cimiteri della zona catalogate e raccolte su Internet
La Spoon River di casa nostra sulle rive del lago Maggiore
Stefania Radman
 
Armida Rossi è emigrata negli Stati Uniti nel 1907. Un viaggio testimoniato da quell´immenso archivio della speranza formato a Ellis Island, il porto di New York dove è arrivata con 30 dollari in tasca. Proveniva da "Dumenger", come hanno scritto storpiandone il nome, i funzionari americani che l´hanno registrata. Arrivava, cioè, da Dumenza, un paese sulla collina antistante il lago Maggiore che Armida non ha mai più rivisto. Era diretta a Saint Louis e si è ritrovata in California.
Crows Landing, precisamente: dove si è ricostruita la vita e dove nel 1924 è stata raggiunta dalla notizia che la sua amata sorella Rosina era morta di parto. Disperata e impotente decide di fare l´unica cosa che le riesce, a migliaia di chilometri di distanza: spedire una piccola targa metallica, grande come un palmo di mano, «in segno d´affetto e d´un perenne sconforto per la triste e irreparabile departita». Una targa che, quando è arrivata a destinazione, è stata aggiunta alla lapide di Rosina Rossi Bonera nel piccolo cimitero del suo paesino natale. Questa storia, come altre centinaia di piccole e grandi storie ottocentesche, è raccontata dalle lapidi dei cimiteri sul lago Maggiore che un piccolo gruppo di infaticabili certosini sta catalogando e rendendo disponibile in Internet, (www. verbanensia. org/lapidario. asp). Una Antologia di Spoon River di casa nostra, che raduna tristissime storie di bambini, racconti di intere famiglie spezzate dall´immigrazione o dalle sfortune, ma anche proclami ideologici e umorismo involontario. C´è, per esempio, il rivoluzionario convinto che ha fatto scrivere sulla sua tomba a Germignaga: «M. L. 1894-1980. Vissuto e morto da socialista, comunista, marxista, leninista. Fedele a Gramsci, Stalin, Mao Tse Tung, all´internazionalismo proletario» e ha fatto mettere la falce e il martello al posto dei poco amati angioletti. Ma c´è anche la lapide del militante fascista morto giovanissimo, cui «L´idea gli valse il martirio» e che «Fieri nello strazio i parenti posero». Oppure c´è la piccola pietra incisa per la banda del paese, che doveva commemorare nel l´anno del centenario i musicanti morti e si è ritrovata invece a testimoniare dei «musicanti morti nel centenario» come se i festeggiamenti fossero stati tanto intensi da essere letali. E c´è, infine, la tomba di Piero Chiara a Luino: semplice e lineare, ma con una improbabile scritta latina che mal si adatta non solo ai tempi in cui fu incisa (Chiara morì nel 1986) quanto soprattutto alla dissacrante penna dello scrittore.
«L´idea di un museo lapidario in Internet risponde innanzitutto a un´esigenza storica, perché le lapidi sono fonte preziosa di dati - spiega il curioso progetto Alessandro Pisoni, che ne è coordinatore e motore per il Magazzeno Storico Verbanese, continuando in un certo modo l´opera del padre Pier Giacomo, che fu archivista dei Borromeo - . Un´opera simile è stata realizzata a fine ottocento da Vincenzo Forcella, della Società Storica milanese: era in sette volumi. Come è intuibile, Internet è decisamente più agile ed economico». Un progetto che parte da una precisa convinzione: «I cimiteri non sono altro che archivi di pietra, con una caratteristica assolutamente affascinante: qui non si conservano semplicemente dati, ma storie di vita».
I cimiteri però sono grandi archivi all´aperto che non sono eterni come possono sembrare: «Spesso i comuni devono fare spazio, con il risultato che le parti più antiche dei cimiteri vengono smantellate e tombe centenarie finiscono per essere gettate o tritate nelle macchine. Con questo lavoro noi abbiamo voluto evitare che si perdesse, con il marmo, anche la memoria». A procedere a questo sforzo di catalogazione, finanziato anche dalla provincia di Varese, sono in sette: «La prima fase, quella della foto alle lapidi, tocca a me - continua Pisoni - finora ne ho scattate circa 800. Poi vengono spostate su cd, lette e trascritte da Anna Elena Galli, Lucia Barassi Rivi, Sergio Monferrini, Fabio Copiatti. Infine c´è un lavoro di redazione della scheda che poi viene pubblicata online, in vista anche del libro che pubblicheremo a giugno. E, in questo, mi stanno aiutando Valerio Cirio e Fabrizio Pagani».
La prima zona oggetto della ricerca è a nord della sponda lombarda del lago Maggiore: luoghi come Maccagno, Dumenza, Tronzano, dove milanesi prima e tedeschi poi ne hanno fatto il loro buen retiro. Ma la ricerca non si ferma qui: «Contiamo infatti di catalogare anche la zona al di sotto del Tresa» conclude Pisoni. Cioè altre centinaia e centinaia di tombe di località come Laveno e Angera, tanto per citarne un paio tra i più noti. Che riveleranno, va da sé, altrettante storie degne di questa originale antologia di Spoon River del terzo millennio.
(10 aprile 2007)

 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 21 Marzo 2007 da angel_of_grief

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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 21 Marzo 2007 da angel_of_grief

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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 21 Marzo 2007 da angel_of_grief

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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 20 Marzo 2007 da angel_of_grief

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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

Cesare Pavese (1908-1950)

 
 
 
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Data di creazione: 18/03/2007
 

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QUID SUM MISER TUNC DICTURUS?

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Dies irae, dies illa
solvet saeclum in favilla:
teste David cum Sibylla.

Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus!

Tuba mirum spargens sonum
per sepulcra regionum,
coget omnes ante thronum.

Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.

Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
unde mundus judicetur.

Judex ergo cum sedebit,
quidquid latet apparebit:
nil inultum remanebit.

Quid sum miser tunc dicturus?
Quem patronum rogaturus,
cum vix justus sit securus?

Rex tremendae majestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salva me fons pietatis.

Recordare, Jesu pie,
quod sum causa tuae viae:
ne me perdas illa die.

Quaerens me, sedisti lassus:
redemisti Crucem passus:
tantus labor non sit cassus.

Juste judex ultionis,
donum fac remissionis
ante diem rationis.

Ingemisco, tamquam reus:
culpa rubet vultus meus:
supplicanti parce, Deus.

Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.

Preces meae non sunt dignae:
sed tu bonus fac benigne,
ne perenni cremer igne.

Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.

Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis:
voca me cum benedictis.

Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis:
gere curam mei finis.

Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.

Huic ergo parce, Deus:
pie Jesu Domine,
dona eis requiem.

Amen.

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buon fine settimana... io ho l'influenza. :(
Inviato da: angel_of_grief
il 24/03/2007 alle 15:22
 
ciao come va?
Inviato da: rudyzzo
il 22/03/2007 alle 14:47
 
ti ho anche io tra gli amici ben venuta bel :)
Inviato da: rudyzzo
il 19/03/2007 alle 19:54
 
grazie. l'ho appena aperto, quindi c'è poco....
Inviato da: angel_of_grief
il 19/03/2007 alle 17:57
 
 

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