Diario dal Kosovo

Gita in Macedonia


22 ottobre   E’ di nuovo sabato. Questa volta io, Riccardo e Marco (i cui bagagli sono nel frattempo arrivati) ci dirigiamo in Macedonia, piu’ precisamente verso la capitale, Skopje.La distanza che separa le due citta’ e’ di solo 80 chilometri, ma ci vuole piu’ di un’ora e mezzo per percorrerli perche’ non ci sono autostrade. Il paesaggio, andando verso sud in direzione della citta’ Ferizaj, e’ abbastanza monotono e simle a quello incontrato andando verso Peja: pianura, campi, case in costruzione. Avvicinandoci al confine (e dopo aver superato indenni un controllo della polizia locale), la strada si fa’ un po’ piu’ ripida e alle pianure si sostituiscono le colline. Alla dogana aspettiamo in coda per circa 20 minuti, il controllo dei passaporti procede veloce e senza problemi.   Dopo aver ascoltato per un’ora la radio con musica in albanese, scopro nel cruscotto della macchina una vecchia cassetta con un live degli Scorpions. Anche se non sento queste canzoni da molti anni, mi tornano in mente i testi e mi metto a cantare Wind of Change e Alien Nation. I miei compagni di viaggio non si esaltano, ma nemmeno protestano, quindi direi che va bene...Verso l’una arriviamo a Skopje e facciamo un giro nella parte antica della città, caratterizzata da strette viuzze piene di negozi, tra cui prevalgono senza dubbio le gioiellerie. Dopo un po’ l’appetito prevale e ci sediamo in un piccolo ristorante con i tavoli all’aperto. Il cibo è ottimo e mangiamo carne, anche se in Macedonia è stato appena scoperto un caso di influenza aviaria. Il camieriere parla un ottimo francese e un po’ di italiano, quindi ci capiamo senza problemi. Un paio di ragazzi cercando di venderci profumi e sigarette. Quando capiscono che siamo italiani, dicono: “ Totti, Del Piero.”. Almeno i nostri calciatori sono famosi all’estero...   Dopo pranzo facciamo ancora un giro nella parte più nuova di Skopje e sembra di essere entrati in una nuova città: alle strette vie e ai negozietti, si sostituiscono grossi viali, una piazza enorme e centri commericiali di stile “occidentale”. La città è viva: ci sono persone ovunque, sopratutto giovani, i locali sono affollatissimi, i negozi e i venditori di strada fanno affari. Nel complesso di respira un clima molto aperto e cosmopolita, anche se preferivo di l’aspetto più antico e affascinante della parte vecchia della città.   Nel frattempo si è fatta l’ora di risalire in macchina per andare all’aeroporto di Skopje. Dopo pochi minuti di attesa arriva Don Javier, il padre salesiano, Direttore del Centro Don Bosco. Con lui facciamo il viaggio di ritorno a casa, mentre cominica a scendere l’oscurità. Tornando a casa ripenso alla giornata e mi ritrovo felice, pensando al nuovo mondo tutto da scoprire che sta di fronte a me: l’area balcanica è grande, ma io, in questo anno, ho una possibilità unica per visitarla e conoscerla.