Diario dal Kosovo

Parlando di guerra dal parrucchiere...


23 ottobre   E’ domenica e decido di andare dal parrucchiere. La mia preoccupazione è trovarne uno che sappia parlare anche un po’ di inglese, in modo da potergli dire che tipo di taglio desidero. Il caso vuole che io finisca nello studio di un giovane parrucchiere, che parla inglese ottimamente. Durante il taglio, cominciamo a parlare: il suo nome è Besim, ha abbandonato il Kosovo durante la guerra e ha vissuto sette anni in Inghilterra, dove ha studiato per diventare parrucchiere e ha la lavorato in uno studio di Londra. Adesso è tornato a Pristina e ha aperto un suo studio. E’ contento di essere di nuovo a casa, dove vivono i genitori e il resto della famiglia. Un altro suo fratello ha deciso, invece, di rimanere a Londra.   Gli descrivo anche il mio lavoro al Centro Don Bosco, gli dico che insegno italiano. Parliamo volentieri e lui mi racconta del premio vinto a Birminghan ad una gara per parrucchieri professionali. Alla fine mi dice: “Ecco, ti ho fatto un taglio supermoderno di stile occidentale. A Londra ti avrei preso 25 sterline per questo taglio”. “E in Kosovo?” chiedo speranzoso. “In Kosovo cinque euro, shampoo e taglio”. Considerando i prezzi italiani, è un vero affare. Lo ringrazio e lo saluto con le mie stentate frasi in albanese. Lui mi guarda sorpreso e si congratula per le mie conoscenze linguistiche. Adulazione? Non lo so, ma vado a casa contento e con un taglio “occidentale”…