Diario dal Kosovo

Gita alle cascate di Mirush


3 novembre   Oggi è il primo giorno di festa del lungo weekend del Bajram e decidiamo di abbandonare il traffico di Pristina per andare a respirare un po’ d’aria pulita. Il gruppo è numeroso: io, Petra, Riccardo, Marco, Laura (un’altra volontaria del VIS che ha già trascorso 16 mesi in Kosovo e lavorerà qui per un altro anno) e un altro Marco, che fa servizio civile in Albania ed è venuto a trovarci.   Ci dirigiamo in direzione nord-ovest e viaggiamo per circa un’ora. Quindi, lasciamo la macchina e cominciamo a camminare. Subito ci sono alcune difficoltà, perché il sentiero che imbocchiamo termina dopo pochi metri in un pantano che ci obbliga a tornare indietro. No ci scoraggiamo e prendiamo un’altra strada, che sale verso la collina di fronte a noi. Il tempo è bello, il sole è caldo e camminiamo volentieri. A un certo punto vediamo due cacciatori e chiediamo loro informazioni. In qualche modo capiamo la risposta e ci dirigiamo verso le cascate. Dopo altri 20 minuti circa di cammino raggiungiamo una cascatella (vedi foto) e ci riposiamo un po’. Sarà questa la cascata di Mirush o ce n’è altre più grosse. Il gruppo si divide: Riccardo e Laura si inerpicano su per la montagna alla ricerca delle cascate, io e gli altri ci riposiamo. Dopo un po’ i due ritornano e dicono che dall’alto si vedono altre cascate, molto più grandi. Purtroppo non hanno portato la macchina fotografica e non possono mostrarcele. Tra le persone che non hanno avuto voglia di improvvisarsi scalatori c’è addirittura chi insinua che Riccardo e Laura hanno inventato tutto solo per giustificare la sfacchinata…Però nessuno ha la forza e la voglia di andare a controllare e con questo dubbio ci mettiamo in marcia per tornare alla macchina.   Questa volta prendiamo un sentiero diverso che un paio di volte sembra finire…Le battute sulle possibili mine ancora presenti su questi sentierini si sprecano, ma alla fine tutto va bene: ci sporchiamo solo scarpe e pantaloni in un pezzo molto fangoso e siamo di nuovo in macchina.   Sono nel frattempo le quattro del pomeriggio e non abbiamo ancora mangiato, quindi ci fermiamo nel ristorante più vicino e mangiamo un’ottima trota al forno. Quando usciamo è buio e ci avviamo verso casa, appesantiti nel corpo ma sereni nello spirito…