Diario dal Kosovo

Partenza della mia ragazza e discorsi su Tito


19 dicembreOggi e' un giorno abbastanza triste per me perche' dopo un mese e mezzo la mia ragazza, Petra, torna a casa a Vienna. Nonostante le difficolta' iniziali, e' riuscita a trovare uno stage interessante alla Raiffeisen Bank. Inoltre, il suo capo le ha detto che dovrebbe avere un posto sicuro se lei torna, a partire da febbraio. Quindi, la mia speranza inziale per ora si e' realizzata: se va tutto bene Petra dovrebbe tornare a febbraio  e riusciremmo a stare ancora insieme nel freddo e lontano Kosovo. Alle 3 del pomeriggio l'accompagno all'aeroporto e ci salutiamo. Non riusciamo neanche ad essere veramente tristi , perche' tra appena 10 giorni avremo un'altra occasione per vederci. Quest'anno, infatti, trascorrero' la fine dell'anno (dal 29 dicembre al 4 gennaio) a Vienna!Alla sera ho incontrato i padroni della casa per ridar loro le chiavi dell'appartamento di Petra e ho trascorso con loro un'ora di intense chiacchierate e discussioni, prima in generale su Pristina, poi, inevitabilmente, sul periodo prima e dopo la guerra. I due padroni della casa, marito e moglie, sui 55 anni, ricordano felicemente gli anni della loro vita sotto il governodi Tito. Ne danno nua versione quasi fiabesca: tutti i diversi gruppi etnici (Albanesi, Serbi, Croati, Bosniaci, ecc,) andavano d'accordo, tutti potevano viaggiare in tutta la Yugoslavia, c'erano lavoro ed istruzione per tutti. Poi Tito e' morto ed e' arrivato il nemico Milosevic: da allora la vita e' sempre peggiorata e si e' arrivati alla guerra. Ora le cose vanno meglio, ma ci vorranno anni e decenni per ricostruire rapporti amichevoli con gli altri gruppi, e questo li rattrista molto. La storia da loro raccontatami e' sicuramente molto di parte e soggettiva, ma in fondo loro e non io hanno vissuto tutta la storia sulla loro pelle ed e' difficile per me, italiano, andare da loro a dire: guarda che non e' andata proprio cosi'. Quindi, ascolto con interesse, accetto il the da loro offerto e li saluto, augurando in perfetto albanese un felice anno nuovo.