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Il senso dei figli


Qualcuno (che non sa) pensa che la percezione dell'avere figli sia massima quando son piccini. Quando li abbracci, li nutri, parli con loro e sei tutto il loro mondo. Per me, dal mio punto di vista, è un po' diverso. Ci sono fasi, nel senso dei figli. In quella descritta è facile: stanno lì, con te, sempre. Anzi quasi ti chiedi quando riacquisterai la tua identità, la tua singolarità, la tua autonomia [Mai, mai!].Poi crescono, c'è la scuola, gli amichetti, l'amore! [così credono loro]Tu li segui, li consigli li accompagni sin che puoi, più crescono e più devi stare a distanza: "Lasciami qui, non ti far vedere".Ma è dopo il forte, è dopo il pungente, l'aspro del senso dei figli.Quando vanno via. E può capitare che tu li veda in preda a fatti, a vicende non gravi ma che non vorresti, che mai avresti voluto; e vorresti avere trent'anni di meno per scacciare i loro nemici, per sgomberare il loro cielo.Ma stai lì, vecchio faraone su una sedia, il cuore ti sanguina, ma la maschera sul viso è ferma e uguale.Non gli serve ora che tu ti agiti; forse serve che muova piccole leggere nascoste maniglie per spalancare vie d'uscita nella piramide in cui si sono cacciati