naufragi di Utopia

utopia dei generi


    Intorno alla metà degli anni '70, avevo trovato un impiego in un hotel della costa maremmana e tanto avevo detto e tanto avevo fatto, che i proprietari si erano convinti della mia eccellente esperienza nel campo, tanto da affidarmi la direzione del ristorante e della sua cucina. Avevo quindi alle mie dipendenze una trentina di gaglioffi provenienti tutti dalla Scuola Alberghiera di Castellana Grotte, Puglia, che naturalmente avevano fatto squadra comune contro di me. La cosa non nuoceva al lavoro, che i ragazzi compivano con accuratezza, dopo aver loro dato le consegne, ma l'ora di pranzo del personale era una specie di sfida da uno contro tutti. Il sottoscritto era scampato ad acque minerali abbondantemente corrette con il Guttalax ed aveva ripagato con egual moneta i malcapitati che ci avevano provato. In più le discussioni a bocca piena svariavano tra varietà di argomenti mai prevedibili e tener loro testa era un vero e proprio impegno. Quando mi trovavo a malpartito mi buttavo a sinistra, insomma la mettevo sulla politica, oppure tiravo una battuta. Un giorno, ad un commis di cucina facente veci di minestraio tirai là un:" Stai zitto, te, uomo senz'utero!" Non so come mi fosse venuto di dire una cosa del genere, ma il commis mi guardò come un polpo nella tana guarda la triglia di scoglio che s'affaccia a casa sua e mi rispose, non senza averci pensato su un 5 secondi, pari al tempo che serve per aprire un paracadute, per le rime:" No caro mio! Io l'utero ce l'ho, eccome!" Prima che mi sbattesse sul tavolo il suo utero per farmelo vedere e mentre gli altri stavano dibattendo sulla varietà regionale di certi nomi riferiti agli organi sessuali, mi sforzai di far comprendere al commis di cucina, che la mia era stata solo una battuta, che mai mi sarei preso la libertà di mettere in dubbio la sua valenza sessuale maschile, e che il tutto si poteva definire un "nonsense". Uomini e donne. All'epoca ancora si poteva dire senza che la cosa avesse bisogno di spiegazioni. Oggi credo che sia giunta l'ora di avere un po' di coraggio e cominciare a chiamare le cose con il loro vero nome. Da secoli si definisce nel senso antropologico l'uomo come sinonimo di umanità. La donna è delegata ad esserne un gregario nemmeno rammentato. L'uomo è il Figlio di Dio. La religione ha giocato il carico. E la donna? Vogliamo parlare della Filosofia? No. Non mi voglio dilungare troppo.Ma ho in mente una piccola modifica. Propongo che la parola Donna, con tutti i suoi ammennicoli, signorina, signora, bambina, ragazzina, Zietta, nonnetta, mammetta, femmina, malafemmina e così via, venga abolita dai vocabolari e dalle enciclopedie. Nel futuro l'umanità si chiamerà Uomo. Come prima e più di prima. Uomo senz'utero e uomo con l'utero. Come già è nella pratica in Europa, in Australia e nelle Americhe. Per l'Africa e l'Asia ci penseremo poi, se non vinceranno loro.