il glob solitario

Vegetarismo


"Vegetarismo" - Prima parte Di Wladimiro Lembo, esponente del Centro Italiano Ricerche !                                                             
 
Secondo gli antropologi, originariamente, ovvero milioni di anni fa, gli uomini primitivi vivevano nelle foreste africane e, più propriamente, sugli alberi ed erano prede e non ancora cacciatori.  Per quanto riguarda l’alimentazione erano fruttariani/crudisti ma, a causa delle glaciazioni, buona parte delle foreste andarono distrutte, obbligando gli esseri umani a fuoriuscirne, riversandosi nella savana ed a nutrirsi di ciò che principalmente la natura offriva loro: la carne degli altri animali.  Non essendo però ancora in grado di cacciare, in quanto non avevano la forza o gli strumenti per poterlo fare, erano costretti a comportarsi come gli sciacalli, ovvero mangiavano i resti delle prede lasciate dagli animali carnivori/onnivori.  Basta leggere un testo di anatomia comparata per comprendere che l’uomo non è né carnivoro, né come molti erroneamente credono onnivoro, perché la morfologia di questi ultimi è più simile ai carnivori  che  all’uomo.  Per cominciare, la nostra struttura dentaria è adatta a masticare ma non ad azzannare o a frantumare le ossa, i canini sono lunghi quanto gli altri denti e non sono a sciabola (che servono ai carnivori/onnivori per lacerare le carni), nella saliva degli umani c’è un enzima detto ptialina o alfa-amilasi che ha la funzione di iniziare la digestione degli amidi presenti nei cereali, nei legumi e in alcune verdure, per questo bisogna masticare a lungo, perché la digestione comincia in bocca, non a caso gli antichi dicevano: ”Prima digestio est in ore”, mentre, la digestione della carne, avviene direttamente nello stomaco, infatti i carnivori/onnivori non masticano, non avendo la ptialina ed inghiottiscono, più precisamente, l’uomo, come tutti gli animali che mangiano i vegetali, hanno i movimenti laterali della mandibola per ben triturare il cibo, mentre i carnivori/onnivori hanno solo i movimenti in verticale.  L’intestino dell’uomo è lungo circa dieci/dodici volte il suo tronco, cosicché i vegetali possono stazionare a lungo senza problemi, mentre i carnivori/onnivori, lo hanno lungo appena tre/cinque volte, perché la carne, nel calore di un apparato digerente, moltiplica i tempi di putrefazione sviluppando numerose sostanze tossiche quali: la cadaverina, la putrescina ed altre che affaticano enormemente il lavoro del fegato, dei reni e dello stomaco, predisponendoli ad epatiti, nefriti e tumori, quindi i residui devono essere eliminati al più presto e, per far ciò, si avvalgono anche di succhi gastrici venti volte più potenti dei nostri, per poter digerire ossa e carni crude e per far ciò hanno l’enzima uricasi che serve a sciogliere l’acido urico delle carni, infatti il traffico intestinale di un vegetariano è di 24 ore, mentre quello di una persona che adotta un regime ricco di carni è di 72 ore.  Inoltre l’animale carnivoro/onnivoro era anzitutto capace di raggiungere in corsa la preda ed una volta raggiunta, con una zampata affondava gli artigli e, subito dopo, le zanne, mentre per l’uomo tutto ciò era quasi impossibile da attuare anche perché le nostre mani e le nostre unghie erano troppo deboli ed adatte piuttosto a raccogliere i cibi che la natura ci offriva, infatti il pollice della mano è opponibile alle altre dita proprio per afferrare il cibo, così come facevano e fanno i nostri parenti più stretti: i gibboni, i gorilla, gli scimpanzè e gli urang tang, con i quali condividiamo il 98% del patrimonio genetico; di conseguenza, per catturarla, si è avvalso di espedienti tipo trappole e, per abbatterla, di semplici pietre e bastoni,  successivamente anche di asce, frecce, lance ed ancora più “recentemente” di fucili… e solo circa 10.000 anni fa, quindi in un periodo relativamente recente, ha cominciato ad allevare gli animali.  Anche per poterla mangiare l’uomo deve ricorrere ad un altro espediente, deve farla “frollare”, ovvero deve aspettare diversi giorni per poterla mangiare in quanto appena ucciso l’animale è troppo duro ma la putrefazione comincia subito e continuerà nell’intestino di chi la mangerà; deve cuocerla perché non è in grado con la sua dentatura di strapparla ed aromatizzarla perché il suo gusto, dal punto di vista organolettico, lo disgusterebbe, problemi che non toccano i carnivori/onnivori.  Alcuni pensano che è grazie alla carne che l’uomo primitivo ha cominciato a vivere più a lungo ma gli studi antropologici hanno dimostrato che l’allungamento dell’età è avvenuto dopo che da quadrupede è diventato bipede ed ha potuto innanzi tutto vedere molto più lontano, avvistando così più facilmente i nemici animali od umani e, successivamente, con le due mani libere è stato in grado difendersi più facilmente, sia utilizzando corpi contundenti, sia avvalendosi della scoperta del fuoco  grazie al quale poteva dormire non più all’ aperto, esposto alle intemperie ed agli animali feroci ma nelle grotte, avendo però l’accortezza di mantenere il fuoco sempre acceso davanti all’entrata.  Infine, nonostante che da milioni di anni l’Uomo mangi la carne, le sue caratteristiche anatomiche non sono cambiate e la nostra sensibilità non permetterebbe al 99,9% della popolazione di procurarsi la preda uccidendola con le proprie manie e siamo costretti a demandare questo triste compito a qualcuno che lo faccia per noi (cacciatori, macellai, pescatori),  mentre gli animali carnivori/onnivori non si pongono questo problema che riguarda la sensibilità e ciò che comunemente chiamiamo macelleria o mattatoio non sono altro che degli obitori ovvero “catene di smontaggio”, dove esseri pacifici vengono assassinati per far godere dieci centimetri del corpo umano, quelli che vanno dalla bocca alla gola, inquinando però tutto il resto del corpo fisicamente e mentalmente.  Che dire poi delle condizioni innaturali in cui vengono tenuti gli animali negli allevamenti industriali, dove vivono rinchiusi tra sbarre che ne impediscono ogni movimento, riempiti di estrogeni, sulfamidici, vaccini, cortisoni, antibiotici, erbicidi, ormoni, tranquillanti…, la carne contiene, inoltre, adrenalina (ormone autoprodotto sentendo le urla strazianti e l’odore del sangue di chi li precede nella sala di abbattimento, spesso squartati mentre sono ancora vivi  che, ad alte dosi, rimane nei muscoli come un veleno), acido lattico, colesterolo, trigliceridi, acidi urici, che finiranno nell’organismo di chi li mangerà favorendo l’insorgere di malattie (a detta anche dell’O.M.S., Organizzazione Mondiale della Sanità), come l’arteriosclerosi, il colesterolo, l’obesità, la gotta, la trombosi, l’ictus, il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiache, l’ipertrofia renale, la stitichezza, i blocchi intestinali, enteriti ed enterocoliti, le varici, i tumori (in particolare ne sono colpiti lo stomaco, il colon, la prostata, l’utero ed il seno)… e la carne in scatola, per la conservazione, ha in aggiuntai nitriti ed i nitrati che sono già di per sé cancerogeni.  Inoltre da oltre venti anni, grazie a ricercatori giapponesi ed indiani è stato sfatato il mito delle proteine “nobili” della carne, in quanto è stato scoperto che, (combinandole tra loro, nella stessa giornata), le proteine estratte dai vegetali sono uguali a quelle della carne, con in più il vantaggio che non contengono grassi saturi che intasano le arterie ma, anzi, le puliscono. (SEGUE SECONDA PARTE) By: Centro Italiano Ricerche Fonte: http://www.centroitalianoricerche.com/index.php?option=com_content&view=article&id=299:andromeda&catid=101:ambiente&Itemid=155 
"VEGETARISMO" - Parte SecondaDi Wladimiro Lembo, esponente del Centro Italiano Ricerche !                                                                              
 
Studi fatti su popolazioni vegetariane e non, hanno dimostrato che le prime hanno una vita media più elevata delle seconde di almeno sei anni e con una minor incidenza di malattie durante la loro esistenza, grazie ad un maggior numero di anticorpi (dati forniti dal World Cancer Research  Fund e dall’American Institute for Cancer Research).Non a caso il prof. Umberto Veronesi (uno dei più importanti oncologi a livello mondiale ed ex Ministro della Salute) ed il premio Nobel per la biologia Renato Dulbecco hanno dichiarato che sono diventati vegetariani e consigliano questa prassi come misura dietetica antitumorale.Per quanto riguarda la possibilità che anche i vegetali possano soffrire (fermo restando che dobbiamo pur mangiare per vivere), gli studiosi affermano che il sistema neurovegetativo delle piante è molto più semplice di quello degli animali e che di conseguenza anche gli stimoli negativi ne risultano più attenuati, infatti se ad un animale gli tagliamo un arto rischia di morire dissanguato e sicuramente (a parte la coda delle lucertole) non gli ricresce ma quando potiamo una pianta diventa più rigogliosa di prima.
Inoltre per ottenere un chilo di carne bovina occorrono circa 16 kg. tra cereali e legumi con conseguente spreco di risorse alimentari; provate, infatti, ad immaginare per quanti giorni riuscirebbe a nutrirsi una persona se avesse solo un kg. di carne da mangiare e per quante settimane invece quella stessa persona potrebbe mangiare se si nutrisse di quei 16 kg. di cereali e legumi così sprecati e questo perché nell’animale, durante il processo di trasformazione, si ha una notevole perdita delle proteine e dell’energia contenute nei vegetali, dato che parte dei nutrienti vegetali serviranno solamente a sostenere il loro metabolismo ed a produrre tessuti non commestibili (tendini, ossa…) ed una parte verrà poi eliminata con le feci,  cosicché, per un allevamento di bovini messi in un ettaro di terra, si otterranno, in un anno circa 66 kg di proteine, mentre destinando lo stesso terreno alla coltivazione della soia, si potrebbero ottenere, nello stesso tempo, 1848 kg. di proteine, ovvero 28 volte di più!Di conseguenza non è difficile intuire che paradossalmente distruggono più cereali e legumi i mangiatori di carne che i vegetariani!Per non parlare poi dello spreco di acqua, perchè per alimentare solo quel kg. di carne si avrà bisogno (considerando che le stalle ed i mattatoi vanno lavati) di circa 18.000 litri di acqua potabile!, mentre ne bastano 180 per produrre un chilo di grano.E’ stato calcolato che se tutti i terreni coltivati per dar da mangiare agli animali venissero riconvertiti per produrre cibo vegetale, il nostro pianeta potrebbe nutrire (distribuendolo uniformemente), una popolazione almeno cinque volte superiore a quella attuale (quindi circa trenta miliardi di persone), risolvendo così il problema della fame nel mondo, mentre purtroppo ogni anno vengono distrutti circa 300.000 chilometri quadrati di foresta per far posto agli allevamenti  di animali ed alla carta che dovrà servire per contenerne i resti cadaverici chiamati hamburger, contribuendo così anche al continuo aumento della desertificazione.E che dire delle distruzioni di foreste per cedere il posto a mandrie di bestiame?!
Ogni anno in Amazzonia, considerato il polmone verde del mondo, centinaia di km quadrati di foresta viene abbattuta a  questo scopo da parte delle multinazionali della carne, costringendo anche i suoi legittimi abitanti, gli Indios ad arretrare continuamente e mandando squadroni della morte ad eliminare chi si rifiuta, triste sorte toccata qualche anno fa anche ad un americano che era ufficialmente considerato il loro ambasciatore presso le Nazioni Unite.Che dire poi dell’uccisione di queste povere bestie?, fino a qualche hanno fa si dava loro una o più bastonate in testa per ucciderle e non sempre morivano subito, cosicché il taglio della gola spesso avveniva che erano ancora vive, ora questo trattamento si pratica ancora nei paesi poveri che non possono permettersi (per motivi economici) di finirle con un colpo di pistola come succede nei paesi occidentali ma, ugualmente, non sempre muoiono subito…Occorrono sette calorie vegetali per produrre una sola caloria animale, questo vuol dire che sei calorie vanno perse e per ottenere un kg. di farina è necessario utilizzare circa 22 g. di petrolio, mentre per produrre un kg. di carne ce ne vogliono circa 193 ovvero circa 9 volte di più, inoltre gli allevamenti intensivi producono fino a tre tonnellate di liquami per ogni cittadino che, tramutandosi in gas metano, inquinano il sottosuolo e le falde acquifere e la cui evaporazione genera il 18% dei gas serra, (più di quelli prodotti dai trasporti!), tutto ciò è una delle cause principali delle piogge acide, dell’effetto serra e del buco dell’ozono! 
Spesso, in televisione, fanno vedere immagini provenienti dal terzo e quarto mondo di uomini, donne e bambini malnutriti od in procinto di morire (la fame nel mondo uccide circa 6.000.00 di bambini ogni anno!), peccato che non mostrino quasi mai gli immensi campi per la produzione di foraggio destinato agli animali allevati nei paesi ricchi o gli allevamenti, grandi centinaia di km quadrati, che pochi latifondisti miliardari hanno impiantato in quelle stesse terre (l’Etiopia dove c’è un’immane carestia è solo l’esempio a noi più vicino) per esportare l’alimento carneo e darlo in pasto all’uomo occidentale già ipernutrito e soggetto sempre più alle problematiche dovute all’ obesità, quindi chi mangia la carne contribuisce, anche se inconsapevolmente, alla fame dei popoli sottosviluppati!La spinta per non mangiar più carne dovrebbe essere non solo salutistica, perché, in questo caso, se la si mangiasse solo due tre volte al mese, probabilmente non nuocerebbe più di tanto alla salute ma anche etica in quanto il 99% della carne che si mangia viene da allevamenti intensivi, ovvero prigioni dove gli animali non hanno spazio per muoversi e vengono alla fine assassinati, in pratica il vegetarismo non dovrebbe essere una dieta ma uno stile di vita etico.In Italia, fino a tutti gli anni “Cinquanta”, l’alimentazione era prevalentemente a base di cereali, legumi, verdure e frutta, la carne si mangiava non più di una volta al mese (poco più il pesce) e, questo modo di alimentarsi, era famoso in tutto il mondo con il nome di “Dieta Mediterranea”, internazionalmente riconosciuta come la più salubre per l’organismo umano, tanto che malattie come l’arteriosclerosi, l’infarto, l’ictus, il diabete, i calcoli al fegato, l’artrite ed alcuni tipi di cancro erano molto rari; solo chi aveva tanti soldi mangiava carne in gran quantità, i ricchi, infatti, che si ammalavano spesso di gotta (malattia provocata da un accumulo di acido urico, generatrice di gravi infiammazioni articolari, che gli animali neutralizzano con l’enzima uricasi, che l’uomo non produce), ci tenevano a far sapere di avere quella patologia, perché simile malattia era segno di benessere economico (infatti era chiamata malattia dei Re!), naturalmente questa patologia è assente negli animali carnivori/onnivori.(SEGUE PARTE TERZA) By: Centro Italiano Ricerche