La Città Creativa

Il senso recondito del successo di OBAMA, Presidente USA


Care amiche, cari amici,si è fatto un gran parlare della clamorosa affermazione di Obama alle presidenziali USA, perfino adducendo taluni  che si eleggeva il presidente del mondo.Non si può  dare del tutto torto loro in quanto, come è sotto gli occhi di tutti, gli USA, hanno scaricato i  costi delle loro politiche locali e federali, sia interne che esterne,  sul mondo intero.Io non credo onestamente che Obama potrà così tanto con gli scenari che si trova ad affrontare o che ad arte gli sono confezionati dalla presidenza e burocrazia uscente. Eppure, sotto le gesta umane, le più disparate, muove quell’energia vitale che sorregge la fin qui immortalità della specie, cui l’individuo non può che rassegnare la propria vita finita, a termine e il conflitto intergenerazionale che lo porta a compromettere il mondo con la sovrappolazione, il consumo e lo spreco dissennato, l’inquinamento generalizzato.Poiché il senso vero della vita risiede nel cuore/cervello:Poesia, il senso che mi strugge da volerne fare sassi delle parole; da volere fare delle parole preziose il concreto, la roccia, il cemento, la malta imperforabile. Che la poesia scenda dal fetido limbo carezzevole voluto dalla mente alta, lontana dal cuore!La lirica involuta e attorcigliata a se stessa si liberi a scolpire statue imperiture e le passioni eterne della specie.Il nostro collo è grosso, tondo e largo, a unire la testa al corpo, perché la parte più antica del cervello è un fascio che circonda l’addome, e tale fascio si lega al cervello per l’autostrada del collo.I colli degli uomini sono oggi colli di bottiglia,   dove il fluire corpo-passione-mente si strozza e non passa. Obama ha parlato in poesia, è stato detto. Uomo di poesia è stato chiamato.Per questo ha vinto restituendo sogni contro chi li aveva rubati. Perchè il suo collo largo  permette alle sue parole di avere radici larghe e generose che affondano nel cuore, che affondano nei geni degli avi e degli sciamani d’Africa,  i quali si  unirono da tempo immemore in una grande preghiera, che lo sollevasse, novello Cristo nero.Perché è dal cuore dell’Africa che noi Sapiens, tutti, veniamo. Peter Capra