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Un blog creato da petercapra il 04/04/2008

La Città Creativa

Applicazione coerente di Creatività Progettuale

 
 

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AQUILA HOLDING PROGETTO DI SOCIETA' PER AZIONI DI ISPIRAZIONE ETICO ESTETICA AD AZIONARIATO DIFFUSO E POPOLARE

Post n°17 pubblicato il 19 Aprile 2009 da petercapra
 
Foto di petercapra

La necessità
Le Società per Azioni
Critica del privilegio
Azionariato Popolare
Ossequio alla Costituzione Italiana
La Creatività strumento al lavoro

La necessità di procedere alla conquista del mercato capitalistico per produrne una nuova evoluzione verso la diffusione di una maggiore crescita umana, ad un tempo culturale e materiale, passa attraverso la sostanziale trasformazione dei protagonisti della scena mondiale nel loro modo di porsi e operare all’interno della storia dell’Umanità. 

Le Società per Azioni a forte capitalizzazione, culminanti nelle multinazionali, determinano e condizionano con la loro azione settori importanti della vita umana, sociale individuale, avendo il potere di generare e di togliere ricchezza, di migliorare o distruggere l’ambiente, attraverso il loro ciclo operativo integrale.

Nell’attuale scenario sociale sperequativo, non solo le classi politiche coltivano i privilegi personalistici estremi ai danni della gente comune, ma i folti management delle società private del pari spogliano azionisti e gente comune del giusto per coltivare le loro unilaterali e personali ricchezze.
Se vogliamo davvero incidere su una trasformazione reale della società, particolarmente qui in Italia, paese vittima di privilegi iniqui e sperequazioni legalizzate, la gente comune deve costituirsi in azionariato popolare e forgiare e controllare una classe dirigente onesta, proba, che lavori per il giusto e che sostituisca all’avidità della ricchezza personale la soddisfazione di contribuire al benessere collettivo e alla felicità propria e generale.     In ciò si realizza la concreta rappresentazione dei primi e fondamentali articoli della Costituzione Italiana, segnatamente: art. 1/2/3/4/5, così vilmente disattesi dalle istituzioni e da certa ristretta parte del popolo italiano.
Per fare questo è sufficiente utilizzare reativamente le disposizioni vigenti che consentono, a partire dalla Costituzione dei Comitati Promotori, la proposta pubblica di costituzione delle Società per Azioni.

L’obiettivo
Promotori e manager
Il Comitato Promotore
Il Patto AQUILA
Settori d’intervento
Centrale informatizzata per le fonti d’informazione

L’obiettivo è raccogliere migliaia, milioni d’azionisti avendo cura di istituire obiettivi produttivi d’interesse generale pubblico e insieme dotarsi di statuto e di regolamenti interni tali da impedire l‘indebito arricchimento degli amministratori e dei manager. Promotori e manager devono piuttosto asservirsi strutturalmente al principio di sussidiarietà e solidarietà, di etica e di estetica, costituendo un vero e proprio giuramento al progetto AQUILA e suo tramite alla Costituzione Italiana.  Riversandone gli articoli più significativi nell’oggetto sociale, perciò legati fiduciariamente a tale missione. Occorre riferirsi ad eminenti personalità italiane che hanno dato prova di operare disinteressatamente per l’Italia e le genti. Costoro devono essere invitati a fare parte del primo Comitato Promotore, costituendosi in tal modo garanti dell’idea e della sua successiva e concreta attuazione.
Saranno altresì promotori delle successive attività produttive che impegneranno la prima e le successive delle Spa, ciascuna impiegata su quei settori strategici del mercato che sono indirizzati al benessere collettivo e all’evoluzione positiva della creatività umana.

L’operatività delle Società aderenti al patto AQUILA: dovranno statutariamente intervenire nei settori di pubblica e immediata utilità, intervenendo nel mercato con soluzioni che apportino benefici reali alle collettività.
I proventi azionari dovranno essere reinvestiti in parte consistente per creare nuove affiliazioni e procedere ad interventi locali realizzati nello stesso segno Etico Estetico.
Per iniziare i settori d’intervento individuati sono 3:
Energia solare
Software libero
Gestione energetica dei rifiuti urbani
A questi se ne potranno aggiungere all’infinito, essendo pressoché infinite le possibilità di sviluppo della creatività umana positiva, che costruisce in armonia con le genti e con l’ambiente.
Il patto AQUILA si dota di un’efficiente centrale informatizzata a sondare le fonti d’informazione mondiale, al fine di produrre le basi d’elaborazione dell’esperienza.
Si potranno così valutare nuove iniziative a formare il tema e l’oggetto sociale delle nuove Spa. Dovranno garantire rispetto del lavoro e dell’ambiente e con il loro oggetto sociale operare una trasformazione reale e materiale di uno specifico settore della realtà umana, ad iniziare dai campi più strategici delle attività umane, anche mediando esempi già attivi in altre parti del mondo.

Applicazioni coerenti di creatività:

L’attuazione di questo programma applica la comprensione della qualità del cambiamento epocale in atto nelle relazioni umane mondiali, perché sotto la globalizzazione dell’economia e delle nuove povertà che essa crea, è al lavoro la trasformazione delle relazioni umane, tanto dei popoli ricchi che di quelli poveri, come il prof. Richard Florida, teorico della nuova “classe creativa” documenta:  «La nostra economia è in profonda trasformazione (.....). Il fattore chiave nella competizione globale non sono più beni, servizi o flussi di capitale, ma la competizione tra le persone (…). Ciò che più conta oggi è la nuova disponibilità di capitale umano, d’idee, di capacità innovativa, quella forza che consente di fare cose nuove (...).. Il motore di questa forza sono le persone non sono le macchine. Persone brillanti, preparate, istruite, creative; persone che, a differenza delle macchine, non stanno ferme ma si muovono e lo fanno in maniera crescente. Per questo la mobilità del capitale umano e delle idee è il fattore così importante nella competizione globale.«
Richard Florida “The Flight of the Creative Class”,
pubblicato da Harper Business.
Per questo è necessario diventare un attivo polo d’attrazione di genti e d’idee, per elevare il livello di progettualità e cooperazione nella società, per riportare il cuore vivo metropolitano a battere e a superare le politiche particolari, settarie, discriminanti: un formidabile antidoto verso gli aspetti più deleteri dell’attuale società del consumo, dello spreco e dell’inquinamento.
La ricchezza dell’anima, il calore del cuore al servizio delle rigogliose attività umane.


Roma, 3 aprile 2009
Peter Capra
“La Città Creativa” e altri contributi sul sito:
<http://www.petercapra.eu>
contact: peter@petercapra.eu

 
 
 

POLO DELLA FELICITA' E COMUNANZA

Post n°16 pubblicato il 08 Marzo 2009 da petercapra
 

I due aspetti principali di questo periodo culturale sono:
La ricerca della felicità (autentica)
La interconnessione ( esiste molta letteratura sulla legge di attrazione).
Dunque perchè non creare un Polo tipo:
POLO DELLA FELICITA' E COMUNANZA o POLO DELLA COMUNANZA FELICE o qualcosa di simile?

 
 
 

Il paese di Pulcinella? No grazie, il paese di Galilei.

Post n°15 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da petercapra
 

Pubblico la mia nota il Paese di Galileo Galilei, a 400 anni della scoperta dell'universo e della nuova scienza.
Queste considerazioni nascono all'indomani della speranza mondiale suscitata dall'elezione a presidente di Obama negli Usa, sollecitate dalle amare nostrane considerazioni che mi sono state cortesemente inviate, " ITALIA, Il paese di Pulcinella" http://www.facebook.com/profile.php?id=1608890449&ref=name#/note.php?note_id=45700087139&ref=mf.
Desidero insistere che dovremo trovare il meglio in noi stessi se vogliamo uscire dal pantano corrotto che è oggi la landa italiana.
Non sarà nè facile nè comodo, ma certamente entusiasmante e gioioso, se lo vorremo.
Ripiegarsi nell'immagine del Paese dei Pulcinella alla fine porta l'acqua al mulino di chi si critica.
E' tempo di riconoscerlo: gli uomini sono biologicamente incapaci di rinunciare al certo (esistente) per l'incerto (inesistente), che altro non è che la traduzione sociale della legge del principio del piacere (biologico) scoperta dal più alto ricercatore dell'intera storia umana Sigmund Freud, quello che ha scoperto l'universo interno degli uomini e della specie.
Ne scaturisce automaticamente che costituendo sistemi di valori nuovi e libidici, si possono sostituire quelli che imperano nel paese della corruzione intrinseca, che non è solo quella degli affari, ma dei cervelli e degli occhi.
Lo dicevo eoni fa, qui su internet, non servono nuovi occhiali ma nuovi occhi: la Creatività.
Per questa via si ricostruisce il tessuto culturale di un paese che alla storia ha dato non solo pulcinella, ma per esempio Galileo Galilei che ha rivoluzionato la scienza ben prima dei soliti anglofoni riccastri, coi soldi del mondo, che ancora oggi ci tocca glorificare, noi il paese di Dante, povero europeista, secoli avanti la storia.
Come diceva Heine, la storia la fanno gli uomini nati troppo presto.

Stiamo già scaricando le nostre responsabilità, ancora una volta, sulle spalle altrui. Perchè? Non c'è forse da qualche parte qui in Italia, un Obama che ancora non sa di esserlo, schiacciato dalla corruzione e dalle caste, per cui i migliori se ne vanno? Saranno i migliori ma anche tanto codardi, vergogna dei Mazzini, Garibaldi, dei Pisacane e tanti altri che hanno dato la vita per questa poco riconoscente Italia.
Quando capiremo che c'è un Obama in ognuno di noi e serve il coraggio di dargli voce. Non illudiamoci che con la vecchia mentalità, saremo diversi da chi speriamo di sostituire.
Tiriamo fuori il meglio da noi stessi, oltre noi stessi verso gli altri.
Paradise Now!
Peter Capra

 
 
 

LE VERITA' CONTRAPPOSTE

Post n°14 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da petercapra
 

Recentemente  ho letto su Facebook  ad opera di due storici, una vivace contrapposizione tra forme religiose politeiste e monoteiste.
http://www.facebook.com/home.php#/topic.php?uid=43189326138&topic=6029&ref=mf
La dotta polemica ha sollecitato  in me, filosofo e poeta, un profondo sentimento di “pietas” per la condizione umana nel suo divenire; dalle origini, da quando il mitico primate nostro capostipite si staccò dai rami per iniziare il lungo cammino di civiltà.
La tensione di prevalenza presente negli scritti contrapposti, è tipica di tutte le religioni, senza distinzione,  che rivendicano il primato della verità  assoluta.
Per affermarne il principio, non solo si sono macchiate di eccidi generalizzati ma hanno imposto condizioni di vita a popoli interi contrassegnati dal senso di colpa generale.
Tanto che c’è da chiedersi se siano state strumenti effettivamente utili per l’evoluzione della condizione umana o se piuttosto il prezzo che hanno richiesto per assicurare quel certo  livello di umanizzazione ai popoli e alle masse sia stato un prezzo adeguato per la razza umana.
Fermo restando, che sono sempre avanguardie o gruppi d’individui che detengono il potere ad imporre alle masse credenze, morali, regole, costumi, talvolta in maniera esplicita, talaltra in maniera ermetica e talaltra ancora, nascosta.
Per esempio, il dominio mondiale “ globalizzato” dell’iperconsumismo e della pubblicità che lo veicola è nelle mani di meno di 10 grandi organizzazioni, derivanti da famiglie europee di bancari del 600/700, organizzazioni che condizionano la politica, le leggi e gli ordinamenti.
La scienza storicamente non si è comportata meglio, assicurando comunque eccidi numericamente non inferiori. Stessa cosa la politica con le sue diverse dottrine.
Come si vede, sono tutti strumenti che hanno fondamentalmente tradito la loro promessa di dare felicità, libertà e benessere generalizzati alla razza umana.
Il senso di colpa generale, che era l’ombra sui destini dell’umanità a maggiormente preoccupare Sigmund Freud, lo si trova nella cultura dominante di  tutti i giorni.
Lo  riversano nelle case i giornali e le televisioni che coltivano proiezioni paranoiche e distruttive, creando allarmismo, disgusto, depressione, infelicità della condizione umana; non sanno fare altro.
L’umanità è usa confondere i mezzi con i fini, con tale puntualità che solleva il sospetto che il fine dichiarato non sia il reale obiettivo di tali azioni.
Le religioni, qualsiasi religione, in quanto tali, sono mezzi per il conseguimento di fini aleatori: stati di grazia, benefici e paradisi diversi.  
Il maestro scienziato Sigmund Freud nel suo scritto “L’avvenire di un’illusione” del 1927 che in certo qual modo segue Totem e Tabù del 1915 - dove analizzava le religioni primitive quelle cioè originali dei nostri avi -, con la solita onestà intellettuale e perizia medica di ricercatore enuncia: ho tentato di mostrare che le rappresentazioni religiose sono scaturite dallo stesso bisogno che ha generato tutte le altre acquisizioni della civiltà, ossia dalla necessità di difendersi contro lo schiacciante strapotere della natura.
Questa strapotente natura non deve intendersi solo come esterna ma ben di più nel caso umano come interna, nella relazione tra l’io e il corpo, tra la mente, lo psichico e il soma.
Sostengo che i due problemi fondamentali dell’umanità, quelli che spingono alle devastanti distorsioni dei comportamenti umani, sia dei singoli che d’intere masse sono essenzialmente due, strettamente correlati:
1.    il problema della certezza della  morte individuale
2.    la contrapposizione del sentimento individuale alla consapevolezza dell’immortalità della specie.
Si consideri che l’uomo di Neanderthal ha vissuto per 60.000 anni; è prevedibile che il suo antagonista e soverchiatore Homo Sapiens, se non cederà di schianto all’eccidio generalizzato  che il suo potenziale distruttivo contiene, ha molti millenni ancora davanti a sé.
Dunque, considerando ciò che hanno realizzato in un pugno di anni la scienza da un lato e le politiche pretesamente democratiche dall’altro, è prevedibile che l’umanità potrà realizzare quanto la fantascienza più spinta ha prodotto di futuribile in fatto di società, scoperte scientifiche e  tecnologie produttive.   
Dei destini delle religioni, monoteiste o politeiste, non so dire, ma certamente la loro influenza è destinata a diminuire a misura della crescita della consapevolezza e della responsabilità, a misura del superamento di quest’epoca “della resistenza”  in cui l’umanità si è ribellata all’ultima grande scoperta  scientifica dell’anima, quella che ha aperto l’abisso dell’inconscio all’interno di ciascuno individuo.  
L’assunzione di responsabilità che ne è conseguita è purtroppo nelle possibilità di pochi di essere gestita.
Sta a questi pochi aiutare gli altri in questo compito di consapevolezza profonda, riscoprendo valori di solidarietà reale, per esempio studiando e aggiornando forme di convivenza evolute, recuperando valori etico estetici improntati all’amore reciproco.
Vi sono due recenti scoperte delle neuroscienze che costringono a rivedere gli abituali concetti
delle relazioni umane e della storia.
Sono i neuroni specchio, che ci fanno agire “a immagine e somiglianza”.
Sono le emozioni che si sono rivelate la vera chiave tra soma e psiche.
Lungi dall’essere un fenomeno esclusivamente psicologico, le emozioni  si fissano addirittura ai geni e questo spiega scientificamente come le credenze millenarie possano sopravvivere nella specie, unitamente al fatto che, come evidenziò già Freud, le cose che hanno veramente valore nella vita psichica sono piuttosto le emozioni. Sono la risorsa più preziosa della vita mentale e della vita organica che dominano altresì il soma a mezzo degli ormoni.
Con queste consapevolezze si apre un mondo nuovo di conoscenza e responsabilità.
Per esempio le masse non abbandoneranno l‘iperconsumismo più pernicioso, inquinante e distruttivo se esso non sarà sostituito da qualcosa di emotivamente valido.
Il denaro è simbolo che consta di un potente legame emotivo transgenerazionale.
Potrà sostituirlo solo un dispositivo di eguale potenza.
Concludo giustificando questo intervento, cui fui invitato da Lorenzo Maria Sturlese, con la  riflessione che lo studio del passato nel suo legame con la contemporaneità è fondamentale in vista di una sintesi che ci proietti nel divenire.

 
 
 

Vivere in comunità, perché.

Post n°13 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da petercapra
 

Prendiamo atto finalmente che il problema fondamentale degli esseri umani, ancorché seppellito nell’inconscio, sta nell’accettare il destino di morte implicito nel vivere individuale e per converso nell’incapacità di vivere pienamente e felicemente la propria vita finita; consideriamo che tale incapacità si estende al conflitto che oppone il singolo dalla vita breve e finita alla specie immortale cui appartiene, al grande fiume del passato, presente e futuro.
Per questi motivi di fondo gli esseri umani vivono egoticamente, appiattiti cioè sul proprio “Ego”, egoisticamente, inconsciamente, irrazionalmente, facendo terra bruciata per i posteri che verranno.
Ignorano insieme il più drammatico dei problemi: il ritmo esasperato della crescita demografica.
I suoi effetti saranno presto devastanti per l’intero pianeta che sarà letteralmente consumato e depauperato, a causa del capitalismo consumistico globalizzato, da masse ugualmente fameliche e incontrollate.

Vivere in comunità è un antidoto sociale.
Vediamo perché con alcune avvertenze preliminari.
Vivere in comunità è un punto d’arrivo che avviene nel corso della vita individuale in seguito ad una cosciente maturazione della personalità e delle sue relazioni.
Per avere successo occorre che preluda e contenga una vera e propria trasformazione di modelli mentali e di prassi educative.
Occorre preliminarmente:
1. Sopravvalutare l’amore e i suoi sentimenti mentre si svalutano l’odio e le sue componenti.
2. Avvicinare l’identificazione psicologica tra gli individui tale che sia favorita la comunicazione empatica e le relazioni dirette, sincere e amorevoli.

In breve, la ricerca della qualità dell’approccio relazionale, tanto sul lato interno della personalità quanto delle relazioni esterne.

Vivere in comunità significa creare l’ambiente più favorevole perché queste premesse trovino la loro realizzazione.
Armonizzare il proprio spazio mentale e fisico con gli Altri, articolare regole e comportamenti per una gestione partecipativa, propositiva e condivisa della vita sociale comporta una radicale trasformazione delle regole comunemente intese della convivenza.
Tali modelli che impegnano ugualmente le donne e gli uomini e che portano ad una ripartizione ugualitaria di ruoli e responsabilità, possono diventare i modelli da implementare, generalizzandoli, nella società.
Provenendo da individui che curano maturità e trasformazione sarà naturale praticare e diffondere atteggiamenti quali: consumo razionale e cosciente, risparmio e disciplina ecologica, regime sobrio e indirizzato all’armonia e alla bellezza, politiche propositive e strategie risolutive dei problemi.
Zero inquinamento e promozione dell'armonia.


Vivere in comunità: esperienza vissuta e considerazioni attuali.
Con circa dieci anni di vita in comunità a cavallo tra gli anni 70/80, sono stato protagonista diretto della più avanzata avanguardia culturale in fatto di relazioni sociali dirette.
Il modello implementato da noi comunardi era di Comune Sessuolibertaria, la quale basata sulle ricerche e speculazioni psicoanalitiche sociologiche di Whilelm Reich e di Sigmund Freud, ma anche del Marcuse di Eros e Civiltà, si poneva il problema della trasformazione delle relazioni amorose e sessuali, secondo uno standard d’amore libero nuovo, da scoprire e da creare.
Come dire che l’ansia di liberarsi da modelli esperiti come repressivi e oppressivi era più urgente dell’esigenza razionale di trovare e coltivare l’armonia e la bellezza delle relazioni.
Cionondimeno posso affermare, in piena coscienza, che ebbi il privilegio assoluto di vivere materialmente il Paradiso, quand’anche brevemente e transitoriamente e perciò stesso affermare che il Paradiso Terrestre esiste, Così posso sottoscrivere la profezia di Julian Beck (anch’egli comunardo, e quindi cosciente delle problematiche relazionali) “Il Paradiso sarà collettivo o non sarà”.
Tuttavia, la posizione estrema adottata “contro la famiglia” contrapponeva formalmente quelle comunità all’istituzione “famiglia”, santificata dal capitalismo e dalle religioni, correttamente individuandola come veicolo di trasmissione della repressione e dell’oppressione.
Martin Lutero fino dal 1520, l’aveva posta a fondamento della nascente borghesia sulla via del futuro capitalismo.
La rivoluzione sessuale catalizzava il rifiuto e la proposizione in un unico momento. 
Come tutte le rivoluzioni, per il fatto stesso di essere rivoluzione, si votava al fallimento. Mancava dell’essenziale momento della trasformazione: non si possono attuare cambiamenti d’amore condivisi con l’odio. Dove si distrugge non si potrà costruire in maniera durevole. Eravamo giovani, ancora lontani dai desideri di maternità e paternità, in quella fase in cui la gioventù esuberante pare destinata a vivere per sempre.

La comunità che vedo oggi contempla al suo interno più generazioni.
Anziani, bambini, adolescenti, adulti che si perdono insieme nel fiume della vita, armonizzando materialmente il passato, il presente e il futuro, sentendosi protagonisti nel fiume della vita e felici di avere realizzato il proprio compito biologico di figli e di genitori. Le responsabilità divise secondo le reciproche possibilità. Il rispetto vicendevole che nasce dall’amore. Le relazioni amorose e sessuali libere quanto le trasformazioni e le maturità individuali potranno. Regole sociali per la convivenza che esaltino lo spirito di vivere insieme in armonia e bellezza.
Si tratta di riscoprire la comune radice che lega l’etica all’estetica, realizzando l’armonia.
Con un avvertenza finale: l’eccesso di familiarità parentale nelle famiglie biologiche contravviene troppo spesso elementari norme dell’educazione e del rispetto che mai ci sogneremmo di riservare ad amici o comunque terzi, e tuttavia la soluzione dei problemi relazionali famigliari è garanzia di una vita affrancata e serena.


Roma, 13 gennaio 2008

Nadia’s comment:
È un documento molto bello perché contiene un rapido escursus storico e un paio di preziosissime chiavi di lettura della vita e della storia come quella che il paradiso deve essere necessariamente collettivo, è quasiinsito nella sua definizione, e quella della famiglia che è stata portata al fallimento come istituzione a causa di una appropriazione indebita da parte di chiesa e capitalismo.
Se tale usurpazione della storia non fosse avvenuta forse la famiglia oggi sarebbe molto più vicina alla tua idea di comunità.
Compimenti per la tua saggezza e pacatezza.

 
 
 

Seguitando a dialogare con Giuseppe

Post n°12 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da petercapra
 

Giuseppe ha scritto
Concordo Peter, e infatti chi da giovane, quando non era ancora sommerso dalle incrostazioni della vita, non ha composto poesie?
Per quanto riguarda siti, blogs e gruppi mi riferivo a quelle, composti sempre dalle stesse tre persone che cercano di portare, con queste iniziative di Mktg (così le chiamo) prive di un progetto culturale, nuove adesioni al Centro politico.
Ma così sperano di combattere il Belusconismo e il Veltronismo con i loro stessi metodi. Sono amici e le mie sono osservazioni costruttive.
Un abbraccio, buona domenica
  
Peter ha risposto
Caro Giuseppe,
quanto bene mi fanno le tue parole. Allora vorrei dire:
Riprendiamo a camminare tra i colonnati d'Antica Grecia,
Non vi saranno incrostazioni tra i candidi marmi
testimoni del nostro dialogare nuove emozioni.
Di poesia godere ancora l'interminabile stagione.

 
 
 

DIALOGHI CON GIUSEPPE 

Post n°11 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da petercapra
 

Risponde PETER
Caro Giuseppe, il pullulare di siti è come quello dei libri. Montagne di spazzatura, a parte il divertimento estetico (il termine è inteso nella sua profondità filosofica)  quando i libri fondamentali dell'umanità si contano sulle dita.
Come fare allora per procedere all'approfondimento culturale? All'allargamento delle menti, alla crescita della consapevolezza profonda, alla compenetrazione di mente/corpo, all'apertura dell'anima?
La poesia?
Obama con la poesia ha vinto, perché gli esseri umani hanno un bisogno fisiologico di sognare.
Il problema allora è la qualità dei sogni, la loro autenticità essendo essi lo specchio dei desideri profondi.
Le neuro scienze hanno recentemente scoperto che le emozioni sviluppano alcoolii metanolici che viaggiando sulle sinaspi e sui neuroni, si fissano al dna.  
Si spiega dunque la tenacia delle pazzie, la trasmissione genetica della tare psichiche.
Come potremo usare allora queste nuove consapevolezze contro i luoghi comuni?
Freud diceva che le uniche cose che contano nella vita psichica individuale sono le emozioni.
Lo cantava anche il compianto Lucio Battisti!
L‘umanità lo sa.
Purtroppo il condizionamento è tale che i desideri possono essere apparenti, difensivi, aggressivi, distorti, in copertura di altre esigenze fisio-psicologiche  e un sacco di altre cose.
L’ossessione al consumo, il desiderio di ricchezza,  per esempio, l’astinenza da fumo, droghe, alcool, caffeina etc…
Ci occorrono nuovi strumenti, le nostre menti si devono aprire ed evolvere, debbono comprendere più a fondo e più quantità, debbono distinguere la qualità, l’autentico dall’inautentico.
In questo mare turbinoso occorre un faro:  imperioso, lucente, rettilineo.    

 
 
 

DIALOGHI CON L'AMICO LORENZO

Post n°10 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da petercapra
 

Scrive LORENZO:
Commento all'articolo di Pietro Capra sugli antichi greci
(http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article5217)
Ho letto l’articolo "Restituire nobiltà alla politica", ma non sono convinto che la Democrazia sia l’unica forma di civiltà ammissibile. Posto che essa sia sempre auspicabile, dobbiamo riconoscere che la tradizione dell’Antica Roma, in cui esisteva un bilanciamento tra le classi sociali, abbia prodotto un durevole avanzamento dell’umano consesso. La Repubblica Italiana invece conferendo la sovranità al Popolo ha forse cannibalizzato alcune elite che quantomeno avevano l’esperienza per governare lo Stato. Per cui un conto è arrivare alla democrazia a seguito di un processo graduale, come nell’antica Grecia e nella moderna Inghilterra; altra cosa è imitarne le forme in una società che non vi è ancora pronta. Non possiamo non ammettere che in Italia l’assenza repentina del potere monarchico ha prodotto, oltre a un pregevole laboratorio di idee, anche focolai di potere illegale di matrice malavitosa e più tardi terroristica.

Risponde PETER
Ringrazio Lorenzo dell’apertura del dialogo, precisando che il mio articolo sulla Nobiltà della Politica (http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article5217) è un appello “agli uomini di buona volontà” piuttosto che un’analisi o peggio un giudizio sulle causalità storiche. Il discorso sulle diverse forme di civiltà è piuttosto complesso per essere trattato in un breve articolo.
Spunti su formazione e divenire delle attuali civiltà borghesi li ho pubblicati al sito http://www.petercapra.eu/ nella presentazione del Progetto di Fondazione, Roma Caput Mundi.
Sul fatto che il repentino passaggio da monarchia a repubblica sia il fulcro della creazione dei centri d’illegalità italiani, malavita, del terrorismo, alla luce dei pregressi storici è tesi suggestiva ma da dimostrare e certo non si può ignorare il contemporaneo affrancamento dall’ideologia fascista, che polarizzò centrali di attivisti e conflitti autonomi.
Che dire poi della Francia che gestì nel sangue il passaggio da monarchia a repubblica?
Mentre il banditismo esisteva dal medioevo, il terrorismo moderno ha la sua prima giustificazione teorica nell'affermazione del surrealista Breton ( intendendosi qui quello della Route Armee Fraction e delle Brigate Rosse, quello orientale ha altre radici), ed ha attraversato la cultura di Francia, in particolare, dello XX secolo; negli anni ‘60 i situazionisti si chiedevano Terrorismo o Rivoluzione ? – Roul Vaneigen aprile 1962 -. Ciò probabilmente deriva dall'anima più brutale della Rivoluzione Francese, quantomeno nel suo profilo sadico, cui non è estranea la successiva influenza e commistione di derivazione marxista.
In ogni caso l'Italia d’oggi, circa il livello di corruzione, è equiparata ai paesi africani dagli organismi di monitoraggio mondiali.
Corruzione, conflitti d’interesse, nepotismo - di questo insieme ricordo le invettive di Catone in epoca romana -, con le mafie più varie, nazionali e internazionali, stanno precipitando il paese nel più vasto degrado e miseria ad un tempo materiale e morale.
Piuttosto è singolare il fatto che nel paese portabandiera dei valori cattolici la situazione generale rammenti oggi l’epoca della corruzione dilagante che determinò la scissione riformista del frate agostiniano Martin Lutero.
Tuttavia io credo che nelle coscienze di ciascuna persona si sta aprendo un nuovo spazio che segnerà un’evoluzione nelle relazioni umane, quale non si era conosciuta in passato.
Indubbiamente lo scambio favorito da internet fa procedere l’umanità a tappe forzate sulla strada delle conoscenze, della cultura e dell’interconnessione, la meta? Sempre lei, la conquista dell’Eden.

 
 
 

Per la Solidarietà e le Felicità collettive e condivise

Post n°9 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da petercapra
 

Pubblico volentieri la lettera di risposta che ho inviato a EMMA BONINO, la quale così personalmente m'invitava a una chiamata solidale.
Caro Pietro,
In una situazione economica  precaria e grave come quella di questi giorni, può apparire totalmente fuori  agenda parlare di occupazione femminile e riforme possibili. Tuttavia è forse  proprio questa congiuntura a render necessario uno sforzo comune per non  abbandonare le donne italiane, maggiormente esposte ai rischi di un sistema in  affanno.
Per questo come  delegazione Radicale alla Camera e al Senato abbiamo voluto organizzare un forum  di discussione dal titolo "In pensione quando, al lavoro come? Donne, crisi  economica, vulnerabilità sociale, occupazione, equiparazione", che si terrà  martedì 9 dicembre dalle 14.30 alle 18.30 presso la Sala Bologna del Senato (Via  Santa Chiara 5).  Ti  aspettiamo!
Emma  Bonino

Cara Emma,
Ti prego di una risposta urgente al sotto esteso mio appello, con cui rispondevo motivatamente alla tua chiamata impellente a difesa dell’occupazione femminile.
Come dicevo a mia moglie, che ci legge per conoscenza, impiegata delle Generali Assicurazioni, prima si comincia a mettere mano seriamente ai fondamenti del problema e meno perdiamo tempo.
La diga che sta crollando di questo falso sistema (Telecom  che vende fumo e parole vacue) vede i Vs. convegni rimanere una nuvola fuori della realtà e destinati ad un eco che nel migliore dei casi uscirà debolmente dai palazzi del privilegio, che vivono a scapito del popolo bambino che perde, una dietro l’altra, le roccaforti fasulle del lavoro.
Bisogna mettere mano ai fondamenti della discriminazione, della collusione, e della corruzione: ripristinare urgentemente nelle coscienza i valori della solidarietà, della creatività, della ricerca in primis della felicità collettiva, art. 1 della Costituzione Americana, tradito dai suoi stessi figli, che vollero porsi a guida dei popoli e che sono i maggiori responsabili del distorsioni capitalistiche e dell’impoverimento mondiale.  

Potrai irridere il mio sforzo, a paragone del Vostro attivismo, purtroppo destinato a rimanere di facciata, ma la forca caudina che io indico, novello Martin Lutero, schierandomi da ricercatore filosofo vero contro il privilegio la sperequazione e il palazzo, se non oggi, bisognerà comunque inchinarvisi domani avviando il paziente lavoro adulto che dovrà riformare le leggi e l’intero sistema.
Sul presupposto univoco, che tutto raccoglie in se, della realizzazione della felicità generale e condivisa. Come diceva Julian Beck: il paradiso sarà collettivo o non sarà. 
Nell’auspicio di avere incontrato una donna illuminata,  quale ricordo con nostalgia l’Adela Faccio.
Saluti Cordiali
Pietro Capra

Vorrei qui ricordare due cose: Le parole di Kennedy ( che riecheggiano Whitman) , che sia come sia , ha pagato con la vita la sua dedizione alla democrazia e alla sua difesa: 

NON CHIEDERTI COSA PUO’ FARE IL TUO PAESE PER TE, CHIEDITI COSA TU PUOI FARE PER IL TUO PAESE!
Insieme, non posso non commuovermi ogni volta di fronte al manifesto dell’umanità, che inneggia all’indipendenza e mette la felicità al primo posto:
“Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i 
vincoli politici che lo avevano legato ad un altro ed assumere tra le altre potenze della 
terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina, un giusto 
rispetto per le opinioni dell'umanità richiede che esso renda note le cause che lo 
costringono a tale secessione. Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se 
stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro 
Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca 
delle Felicità.” 


Carissima Emma,
come filosofo e poeta che s’interessa e pratica politica (ero candidato alle ultime comunali di Roma con il mio programma in 10 punti “La Città Creativa”  www.petercapra.eu) sto scrivendo “La Libertà delle Donne” essendo dall’adolescenza assertore che una vera liberazione del genere umano può solo procedere da una vera liberazione delle donne.
Non sottovaluto affatto il problema che tu poni ora, ti invito tuttavia ad un incontro perché c’è il bisogno assoluto di una nuova dimensione politica ( nel senso nobile dei nostri padri filosofi Greci) di cui le donne possono essere la chiave. Ti invito pertanto a un incontro urgente per non porre tempo in mezzo a una trasformazione che è viva e palpitante, sotto la piattezza disillusa dominante.
Di Pietro mi invitò a fondare una scuola per gli ignoranti del suo partito, dopodichè non se ne fece nulla poiché quel partito ha preferito coltivare il populismo più becero, come si è reso purtroppo evidente.
Veltroni e Occhetto, semplicemente non hanno risposto all’urgenza dell’appello, l’uno vivacchia nelle sue contraddizioni, l’altro nei suoi silenzi impotenti.
Intanto Baccini continua a navigare con incerto andamento tra le spine di rose che non fioriscono e neppure fioriranno con le attuali premesse e con l’attuale cultura. Cordiali saluti. 
Pietro Capra

 
 
 

Restituire Nobiltà alla Politica

Post n°8 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da petercapra
 

RESTITUIRE NOBILTA' ALLA  POLITICA
L’attuale scenario politico mi fa rinverdire quanto scritto lo scorso aprile:
In questi giorni, nei numerosi contatti per la mia campagna di candidato al Comune di Roma, mi trovo davanti gente disgustata da troppi anni di politica corrotta e del privilegio alle spalle della gente. 
Tuttavia non mi stanco di ripetere che il fatto che la politica sia stata usata male e per procurare vantaggi personali in luogo del benessere condivisibile generale, a danno della crescita culturale del paese, non autorizza minimamente a detestare una disciplina che è nata per promuovere la civiltà dei popoli. 
Voglio rammentare che i nostri Antichi Avi Greci inventarono la democrazia in un mondo esclusivamente barbaro e selvaggio. 
Pur con dei limiti, la democrazia rimane in assoluto l’unico modo di governo accettabile, se mai richiede l’impegno e il contributo di tutti. 


Vorrei qui ricordare due cose: Le parole di Kennedy, che sia come sia , ha pagato con la vita la sua dedizione alla democrazia e alla sua difesa: 

NON CHIEDERTI COSA PUO’ FARE IL TUO PAESE PER TE, CHIEDITI COSA TU PUOI FARE PER IL TUO PAESE! Insieme, non posso non commuovermi ogni volta di fronte al manifesto dell’umanità, che inneggia all’indipendenza e mette la felicità al primo posto: 


“Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i 
vincoli politici che lo avevano legato ad un altro ed assumere tra le altre potenze della 
terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina, un giusto 
rispetto per le opinioni dell'umanità richiede che esso renda note le cause che lo 
costringono a tale secessione. Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se 
stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro 
Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca 
delle Felicità.” 


I nostri padri e i nostri nonni e bisnonni hanno combattuto duramente tanto per l’indipendenza che per la democrazia. 
E’ nostro dovere di figli, nipoti e pronipoti adoperarci perché la nostra azione politica possa essere giusta e realmente risolutiva dei problemi sociali e individuali. 
E’ facile criticare la politica standone fuori, come se i politici dovessero essere i genitori del popolo bambino e........cambiargli i pannollini. 

La politica siamo noi e sta a noi rifondarne i principi più salutari per il benessere collettivo. 
Voglio anche dire che il movimento che stiamo fondando per la buona politica avrà uno stile e una condotta che rifletteranno le sue componenti e la sua base. Dunque impegniamoci tutti per coinvolgere in questo progetto entusiasmante di riforma della nazione e delle città il maggior numero di persone e di cervelli, perché stili e comportamenti non discendano più dall’alto ma siamo espressione democratica e collettiva. 
Chiudo con Giorgio Gaber che cantava: Libertà è partecipazione (non è stare sopra un albero). 


Con amore e per la felicità, 
Peter Capra 


Cultura & Info al sito http://www.petercapra.eu
 
 

 
 
 
 

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