Giada all'ingresso

memoleDark al banco


Mi ricorda Memole.Un folletto vestito di nero, con i capelli lunghi e biondi, due occhi grandi e labbra sottili colorate di viola.Un basso che sembra più grande di lei, un nome che è metà del mio.MI piace, questa donnina che mi chiama per nome, che beve mojito e ha un cappello strano.Se ne sta al banco e sembra sputata fuori da un racconto invernale, fuori fa freddo e lei dondola a ritmo di blues, tiene il ritmo con la cannuccia sul piatto dell’aperitivo.Mi fa pensare alle luci di Natale, e lei vestita di nero che si staglia sul bianco della neve.La immagino che scrive poesie, che vive in un appartamento all’ultimo piano di un palazzo alto, e dalla sua finestra vede i tetti della città, vede le altre finestre illuminate.Una sigaretta spenta tra le labbra, una piantina solitaria sul davanzale.Lei rimane al banco e tiene il ritmo, forse quello che immagino è semplice poesia.Ma mi piace pensare che quando uscirà di qui, dopo aver suonato per noi, ritornerà in una storia in bianco e nero dove c’è sempre musica. Sottofondo: “headturner” Joss Stone Sulla scrivaniaRossa: Americano e locandina della serata / Fogazzi&Bellan Duo