un mostro a tre teste

Post n°19 pubblicato il 19 Novembre 2014 da lascrivaniadiGiada
 

organizzare la cena del 21  dicembre si sta dimostrando piu complicato del previsto. 

una delle controindicazioni di aver scelto di lavorare per sé è che il lavoro non ti abbandona mai, ci pensi sempre perché sei TU la soluzione,  sei TU che decidi,  che scegli, che sbagli o vinci.

non puoi incolpare il capo che è un incompetente.

non puoi chiedere a qualcun'altro di fare il lavoro al posto tuo.

non puoi giustificarti rifacendoti a ipotetici colleghi.

sei solo, perché hai iniziato a credere di poter fare meglio.

e non si può dubitare. il rischio del dubbio è che si insinui, come acqua. che si infiltri, che scavi.

che faccia crollare tutte le certezze.

organizzare la cena dei soci del 21 dicembre si sta dimostrando più difficile del previsto perché abbiamo due teste diverse,  io e Davide,  ragioniamo da due vette diverse e vediamo realtà diverse.

io ho idee grandiose, da cena con annessi e connessi, pure vin brulè e coro natalizio.

e Davide mi trascina nella realtà, dove fare lo spiedo,  e se piove, e se nevica, e le tessere, e il coro.

è forse il suo ruolo, quello di mettermi di fronte al fatto che dobbiamo crescere piano piano, che strafare adesso sarebbe tirarsi la zappa sui piedi.

allora tento di crescere anch'io,  come vorrei crescesse l'Inventario,  con radici solide ma rami alti,  tento di zittire il mio orgoglio e provo a imparare a volare basso ma costante.

le idee del mega evento natalizio non le abbandono,  le metto nel cassetto per l'anno prossimo. 

Il 21 dicembre organizziamo una cena, per i soci, per gli amici, per dirci buone feste.

ci sarà Alberto Iottini con le sue poesie in dialetto, ci sarà forse spiedo forse casoncelli. 

molti forse. e domani si aggiungeranno i 'ma' 'forse' 'però' del terzo socio.

troveremo un punto d'incontro,  e cresceremo ancora un po, insieme. 

perche abbiamo scelto così,  perché abbiamo creduto che insieme potessimo fare meglio.

 

sottofondo: una bimba raffreddata che tossisce mentre dorme

vicino a me: un calendario di sei anni fa

 
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troppa pioggia

Non sempre si ha il tempo di fermare i momenti sulla carta..a volte la vita si riempie cosi impetuosamente che non ti lascia respiro, che ti impedisce anche di fermarti un attimo per mettere in fila parole di senso compiuto che possano esprimere cosa vedi e cosa senti. 

a volte penso che se non scrivo non potrò ricordare, a volte penso che se non scrivo di cio che vivo è come se non avessi vissuto. 

stasera i minuti si sono rincorsi, tra musica improvvisazioni confessioni cocktail nuovi e tanta pioggia.

 stasera mi sono persa a guardare max e osva che suonavano miliardi di strumenti, che sembravano un'orchestra surreale piuttosto che un duo. osservavo la voce, come da semplice respiro si faceva suono, e quel suono dalla bocca passava al microfono, e poi diventava momento reale e vibrante. 

ogni volta penso sia magia, come alcune persone abbiano la fortuna di avere Voce per trasmettere cosi semplicemente bellezza e armonia. 

e ogni volta li ringrazio, ma nel mio piccolo "grazie" c'è molto, molto di più. Esprimibile senza voce, questo talento a me non è stato donato. 

ho solo lettere da mettere una vicino all'altra, cercando un equilibrio di pensiero e di senso.

e di consenso, se troverò il coraggio.

 

sottofondo: stiff upper lip Ac/dc

 

sul tavolo accanto a me: tovagliette di plastica di Eolo e Monster & Co. per la pastasciuttata delle 2

 
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buongiorno sono Giada!

ore 00'14 già venerdi 14 novembre 2014

tutto il giorno appiccicata al computer e al telefono.

senti i gruppi rispondi alle mail scrivi al comune telefona all'asilo per la cena di raccolta fondi.

poi per fortuna arrivano le tre e mezza e posso andare a prendere la nostra piccolina, che oggi sto con lei, che oggi è serata coccole mamma-figlia.

allora si gioca si ride si parla ci si racconta si vive insieme, che ultimamente manca tanto.

poi lei si addormenta, tra le mie coccole e le favole di Gianni Rodari, e io torno al computer, cerco, sbircio profili, scarico foto, creo eventi, scrivo mail che finiscono nelle bozze, e quando dovrei mettermi a scrivere per me, per quelle pagine che prima o poi pubblicherò, mi accorgo che è già mezzanotte passata, che ho mal di testa e che ho fame, e che stare sullo sgabello mi fa informicolare le gambe.

e non ho voglia di togliermi la maschera e buttarmi sui tasti.

alle sette c'è la sveglia, coccole vestiti colazione capricci coccole asilo.

e poi spero che ci sia un pò di sole, che potrò togliermi i vestiti di scena e guardarmi un pò allo specchio.

sottofondo: I Miserabili di Marco Paolini

sul tavolo: Forme/finestrelle per imparare, collana di perline

 
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perfetti, come la birra e il pampero

dopo due giorni interi da mamma torno a scrivere qui

dopo aver scritto per me e basta torno nella modalità "scrivere qualcosa di non troppo personale che poi chi legge si spaventa e non legge più"

stasera il passato è tornato a trovarci, sovrapponendosi per qualche minuto al presente, che passa a bere l'aperitivo, che propone un amico cantautore per una serata, che passa a salutare.

un'amica di mezzo secolo fa entra "ero a casa da sola, e mi è venuta voglia di venire qui a leggere un pò"..chiede a Lillo un bloodymary e si accomoda sulla poltrona col libro a mò di gatto coccoloso sulle gambe.

Davide cucina, zuppa di cipolle che riscalda l'anima.

E io che alle cipolle sono allergica mi inebrio di profumi, e delle espressioni deliziate di chi assaggia.

Si apre la porta ed ecco, le sorprese che non ti aspetti. 

Amici di dieci vite fa, che mai avresti pensato potessero varcare la soglia dell'Inventario.

Colleghi, gente della notte, che sei anni fa finiva di lavorare alle due e mezza e cascasse il mondo ci si trovava tutti da Davide, fino alle sei, fino all'alba a far colazione con la gente "normale" che usciva per andare al lavoro e ci guardava storto, come se gli strani fossimo noi; noi che facevamo il lavoro più bello e più assurdo del mondo, che ti pesa ma che non puoi farne a meno, che dici "domani smetto" ma ci ricaschi, sempre. 

E c'è chi, più folle degli altri, il locale se lo apre, se lo gestisce, se lo vive.

Non siamo stati gli unici, ad averci creduto. Qualcuno prima di noi. E questo qualcuno si è preso la serata libera per passare a trovarci, lui e la sua compagna, perfetta per lui come la birra col cicchetto di pampero, loro e una bimba che nel pancione non è stata ferma un attimo. 

Conto velocemente. 

Ci conosciamo da quasi 15 anni. 

Dai tempi del dixieland, e poi la gasthaus, e poi il grande Holly, e poi il niño, e poi il bw, e poi l'Easy.

E poi adesso, noi già genitori, loro che tra poco lo saranno realmente.

Qualcuno crede ancora che lavorare in un locale sia un lavoro come un altro, che sia superficiale, che non abbia valore.

Io penso alle miliardi di vite che ho conosciuto, le storie che ho sentito, le persone a cui ho fatto da psicologa senza aver mai fatto fattura..penso agli insegnamenti ricevuti da chi si confessava, penso alle storie d'amore che ho visto nascere. Penso che ho studiato tanto, sui libri, penso che la vita in università sarebbe stata vuota e senza contatto con la realtà, se non avessi avuto il lavoro al bar a mostrarmi come funzionano le cose sul campo.

Penso che senza questo lavoro saremmo tutti più poveri, dentro. 

E certe soprese non sarebbero così piacevoli.

 

Certo non ho mantenuto la promessa iniziale. Non riesco mai a non metterci qualcosa di troppomio quando scrivo.

 

Musica di sottofondo nella testa: Mario di Lorenzo Jovanotti, che forse la conosco solo io

sul comodino: una luce bassabassa per non disturbare chi dorme

 
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elogio alle nuovebrutteabitudini

Post n°15 pubblicato il 10 Novembre 2014 da lascrivaniadiGiada
 

molla il telefono

e parla con qualcuno. .

chiunque

anche al cane

ma poi non correre su Twitter 

a scrivere che stai parlando col cane

il social eterno è la vitavera

il tuo stato non devi scriverlo

ti si legge in faccia

non devi aggiornare

o postare

o taggare

alza gli occhi dal quel cazzo di schermo

e

guarda negli occhi chi hai di fronte

annusa il profumo

assapora i minuti che trascorrono

e condividi solo a parole

parole dette con la bocca

non con la tastiera

sotto ai tuoi discorsi nessuno 

cliccherà il pollice all'insù

ma certo persone vere ti stimeranno

qualcuno perfino ti amerà

certo non per la foto figa

che metti su Facebook

 

la vita è altrove

l' arte è altrove

 
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