Un diario? Quasi.

Post N° 402


Deliziosa allegrezza che cancella il cielo senza colore e lo trasforma nel sipario di un teatro dell’immaginario. Un pomeriggio ed una sera da regalarmi. Ritrovare il punto di contatto tra le storie che ruzzolano nella mia testa e la tastiera. Fregarmene del tasto che manca. Fregarmene di tutto che non sia quello che voglio veramente fare. Ecco. Oggi. Solo oggi mi accorgo che domani non sarà lunedì, ma una domenica in cui il tempo rabbioso e tirato se ne starà buono e zitto in un angolo nell’attesa che io lo consumi. E lo consumerò con la lentezza e la piacevolezza dei miei ritmi e non dei suoi. Sotto a questo mio scrivere suona la musica di Bregovic che mi ha regalato G. e l’ascolto per la prima volta. L’altro pensiero che si innesta su questi è il bisogno fisico di darmi spazio. Dovrò aspettare lo scorrere di questi quattro anni e l’unica cosa che posso fare è prepararmi a realizzare quello che non è più un sogno, ma un vero progetto. Adesso scrivo, non so che cosa, ma le mie dita lo sapranno meglio di me.