Un diario? Quasi.

Post N° 431


Stanchezza, il cervello si rifiuta di pensare. Che poi è una balla. Il pensiero non si ferma. Magari riuscissi per un po’ a fare a meno di questo continuo vorticare di cose che non so tradurre in parole e discorsi di senso compiuto. Assomigliano agli straccetti sfilacciati di nuvole che erano sparsi per quel cielo così azzurro. Ognuna aveva una sua forma misteriosa che potevo far finta fosse un muso di gatto, una penna di gabbiano, un vestito da sposa, una marmitta d’insalata, un lenzuolo stropicciato, una qualunque cose mi fosse venuta in mente. Cerco di tacere ed in realtà dentro parlo fino a restare senza fiato. Ma non c’è un filo logico. Mi chiedo spesso come riesco ad arrivare a determinate emozioni partendo dal nulla. È come sgrovigliare un filo annodato. Ci vuole pazienza e di quella non ne ho. Di solito strappo il filo e butto via. Stupisco anzi di me in questo periodo che riesco ad aspettare che succeda qualcosa. Non saprei come dirlo in altra maniera. Mi sento sull’orlo di un cambiamento. Radicale e totale. Uno stravolgimento del mio mondo conosciuto. Non ne ho paura. Lo aspetto. Non faccio alcunché per provocarlo e nemmeno per evitarlo. So con la certezza delle mie ambiguità che saprò riconoscerlo ed accettarlo. Per ora è tutto in pausa. Ferma. Immobile. Prigioniera della mia libertà.