Un diario? Quasi.

Post N° 433


Dopo i giorni dell’afa e del nulla il cielo limpido e la calda estate mi hanno rimesso in equilibrio, che poi il mio è un equilibrio squilibrato e basta un’inezia per farmi esplodere in scintille di felicità e nell’attimo successivo profondare nel piombo dei pensieri più cupi. Sono stanca di non avere un percorso segnato dai paletti delle aspettative attese. Sono stanca davvero di non sapere cosa farò da grande e sembra una barzelletta detta da una vecchietta come me, eppure mi sento di non essere ancora in grado di dire chi e cosa sono. So molto bene cosa non sono. Sarà che la negazione è più facile dell’affermazione quando le certezze sono limitate al qui ed ora. Non sono serena e nemmeno tranquilla e quieta come sembra. Il serpente velenoso che avvelena la parte più nascosta di me è l’insoddisfazione. Non mi accontento. Non mi basta quello che ho. Voglio quello che è la, oltre l’orizzonte del desiderio. Voglio la realizzazione del sogno. E dopo questa perla di saggezza mi guardo Jonny Zero che è un bel telefilm, molto fuori dalle regole e molto fuori orario, e lui è un gran bel pezzo di maschione, lustrarsi gli occhi fa bene prima di andare a nanna.