Un diario? Quasi.

Post N° 446


Sarò capace di strapparmi questa pelle sottile e uniforme, monotona, bianca come il cielo nei giorni di nebbia, fatta di cemento e asfalto, asfissiata dalla mancanza di aria e di verde? Pelle di città, troppo uguale a quella di chi mi sta a fianco nella folla della metropolitana e pur standomi a fianco mai conoscerò. Mi metterò una pelle nuova di terra e fango, di foglie verdi e fili d’erba, di sabbia, di sole, di sale, ruvida e scura, segnata dalle imperfezioni e dai colori, profumata di fieno e di mare. Questa nuova pelle si formerà esatta sulla mia carne per vivere in quell’altrove sospeso tra terra cielo acqua, dove le stagioni sono scandite dai frutti e dall’orto. Saprò che tra il sole e la luna c’è il tempo del giorno e della notte e avrò tutto quello di cui ho bisogno.