Un diario? Quasi.

Post N° 448


Nevica. Lo sanno tutti. In me crea due sentimenti opposti. Mi piace e la detesto. Mi riempio gli occhi dell’incanto che sa creare. Scompare tutto quello che è brutto e resta il mantello bianco, puro e compatto, bello da sentirlo come un stretta al cuore. E il silenzio. La neve nasconde anche i rumori. È come se cadendo cancellasse il rumore. La casa è sempre più bozzolo e rifugio. Eppure mi piace uscire ed annusare l’aria che ha un profumo da stordire. Fredda eppure piacevole. Pulita. Pulita dai fumi e dalle incrostazioni che fanno parte del vivere quotidiano. La neve non è quotidiana e quindi è straordinariamente meravigliosa. Eppure nel mio paese di pianura l’inverno dovrebbe essere questo, della terra che riposa sotto la neve, del freddo che fa lacrimare gli occhi, del lungo silenzio nelle lunghe notti. Ma ci siamo dimenticati di tutto questo chè negli ultimi inverni prevaleva l’umido appiccicoso delle stagioni sbagliate. Eppure la detesto. Mi impedisce di muovermi come piace a me, con la libertà di non dover dipendere da nessuno. La mia bicicletta ed io. Ma mi sa che domani mattina la mia bici non sarà il mezzo migliore per girare per il mio paesello e nemmeno girare a piedi sarà il massimo, a meno che non avere un paio di sci da fondo. Ma per questi problemi ci penserò domani, per ora mi godo la nevicata.