Un diario? Quasi.

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Strizzo gli occhi come una talpa che esce dalla tana e non riesce a capacitarsi che dal buio sia passata alla luce nel giro di una notte. Notte di letargo e letargia. Un vero inverno con tutto quello che era mancato ai miei ultimi inverni, perfino la sensazione che non avrebbe più smesso di piovere. Ci sono stati giorni in cui avrei voluto non esistere e per fortuna ero in ferie ed è molto più facile inventarsi motivi per non pensarci che non tra il cemento dell'ufficio, costretta a stare alla scrivania per troppe ore di seguito. Ora il sole ed il cielo alto e nitido, azzurro che di più non potrebbe, mi riconducono allo stupore del sentire sulla pelle il calore. Oddio, calore forse è un tantino eccessivo, diciamo tiepidezza che alle mie latitudini è il massimo per questa stagione. Ritorna la luce e la voglia di uscire ad annusare nell'aria quell'odore indefinibile di estate che verrà e non saprei come spiegare meglio la sensazione allegramente struggente di queste sere in cui mi affaccio al balcone e posso vedere i miei sogni camminare in fila indiana tra i tetti e le antenne.