GIORNI
E infilerò i giorni in una collana,
 tra i fili di  pietruzze dei giorni inutili,
ci saranno piccole perle di dolcezza,
e quando riuscirò a chiuderla
con un fermaglio stretto ,
la metterò nel cassetto
quello dei ricordi belli,
insieme ai pezzetti
di anima graffiata.
Eli

 
Creato da: laancella il 17/08/2005
Scrivere come parlare. Come giocare.

 

 
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Post N° 436

Post n°436 pubblicato il 16 Agosto 2008 da laancella

Mi sembra impossibile di arrivare ad essere un unico pensiero, e sempre quello rivoltato e rivoltato nella mente fino a farne un ossessione. Un incubo. Una strada di cui non vedo la fine. Non è da me. Non so aspettare. Quello che mi succede si deve risolvere subito. Quello che voglio lo voglio subito. Senza attese. Senza dilazioni. Perché lo so che nel tempo dell’attesa costruisco infiniti scenari e poi non distinguo più quel che è vero da quel che è falso fantasia finzione. Adesso è solo tempo di attesa. Non una lunga attesa si tratta solo di pochi giorni, ma mi sgomentano. Eppure sono stata in silenzio per due anni e mezzo e solo ora ritrovo voce e passione? La verità quando ti arriva addosso come un treno in corsa ti uccide. È morta la titti silente e paziente ed è rinata quella che non sta zitta nemmeno se le tagliano la lingua. Qualunque cosa succederà sarà dolore, ne ho una cognizione così acuta che non mi spaventa. Forse la consapevolezza di avere una battaglia da affrontare mi rende più forte, anche se in questo momento mi sento uno stupido informe ammasso di confusione e su tutto prevale l’odio, viscerale e totalizzante, verso un fantasma che potrebbe essere la causa della mia sconfitta.

 

 
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Commenti al Post:
laancella
laancella il 17/08/08 alle 23:45 via WEB
Non sono tipo da premonizioni, anzi in queste cose sono ottusa o per meglio dire non attenta. Quando in ufficio mi vengono a dire “ma sai che il Tizio se la fa con la Tizia” oppure “ma hai visto che la Sempronia è incinta” cado dalle nuvole. Non mi accorgo dei segnali, dei pettegolezzi, delle piccole sensazioni. Per me un qualunque accadimento per essere avvertibile deve essere plateale, chiaro, inequivocabile. E non è da dire che non mi interesso dell’universo mondo che mi gira intorno è che lo percepisco solo per quello che è e non per quello che nasconde. E quindi è strano che abbia una brutta premonizione. In questo ferragosto anomalo ho avuto tanto di quel tempo per pensare che ho rivoltato la mia vita come un calzino e ho cercato di farlo con uno sguardo esterno, come non fosse la mia vita, ma quella di un altro, un altro a cui voglio bene, ma un altro, un’altra. Non è che abbia tirato fuori verità assolute e rivelazioni straordinarie. C’è qualcosa che incrina tutto il paesaggio. Il sospetto. Il dubbio. È un animale feroce. Ho cercato di capire in quale momento e per quali motivi il mio matrimonio ha iniziato a diventare la gabbia che mi faceva soffocare, cercando le motivazioni, da quando abbiamo rimesso insieme i cocci, da circa il ’91. Dire che il rapporto tra me e M. sia stato idilliaco sarebbe una menzogna, ma abbiamo avuto momenti belli, talmente belli che ricordarlo ora mi fa un gran male. Il tempo della “quercia” come lo chiamo io, il tempo in cui il figlio cresceva e c’era Castoglio e i nonni. Nel ’96, inverno, mi disse che si era innamorato di un’altra e mi sono scoperta gelosa, io che credevo di non esserlo nemmeno un po’, gelosa, d’una gelosia delirante, ma sopportai che si vivesse quella storia per poi scegliere me e quello che seguì fu un periodo bellissimo. Credo non ci sia stato un momento in cui tutto si è rotto, è stato il solito lento decadimento della consuetudine che diventa abitudine che diventa noia che diventa gabbia. Che diventa solitudine in due. Terribile sentirsi soli quando si è insieme. Mi sono anche chiesta se c’è stato un tempo in cui ho pensato di non amarlo più. Quello non l’ho trovato. Le litigate feroci. Il mio piangere. Ricordo che mi svegliavo piangendo e non sapevo se era perché non sopportavo più la sua presenza o se non riuscivo ad avere più la sua attenzione. Quella sua frase “Non mi interessi” mi aveva ferito in una maniera atroce ed ancora adesso e stasera che mi ha ridetto “Non mi interessi” mi ha fatto piangere. Con M. piango, a singhiozzi e non riesco a trattenermi. È una cosa che non so controllare. Mi ha sempre fatto incazzare questa mia incapacità di essere lucida e razionale con lui. In questi due anni e mezzo di separazione sono stata in silenzio, lucida e razionale. Da un lato per una specie di anomalo senso di colpa nei suoi confronti per averlo privato di questa casa che è anche la sua casa, dall’altro per quel pudore sbagliato di ritornare sui miei passi. Più che pudore paura, paura di rifare ancora e sempre gli stessi errori. La stessa paura che ho anche adesso. Solo che adesso prevale la paura di perderlo davvero e per un’altra. E su tutto questo si innesca la rabbia. Delirante e devastante. È per rabbia che gli ho telefonato una volta al giorno, cercando in tutte le maniere di rovinargli la vacanza e non credo di esserci riuscita se non per un po’ di irritazione e preoccupazione. E così ritorno a quello che ho sempre pensato, non so vivere con lui e non so vivere senza di lui. E se fossi ormai fuori tempo massimo? Vorrei riuscire a non pensarci, a pensare ad altro, a scrivere di altro. Ma non ci riesco. Domani torna. Martedì ci vediamo. Mercoledì?
Non lo so.
(Rispondi)
 
 
Miss_XX
Miss_XX il 18/08/08 alle 16:37 via WEB
...
(Rispondi)
 
 
 
laancella
laancella il 24/08/08 alle 01:22 via WEB
!? in parti uguali
(Rispondi)
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 20/08/08 alle 11:26 via WEB
Leggo “è morta la titti” e penso “cazzo!” Poi continuo a leggere. C'è la rabbia. C'è il dolore. C'è la gelosia. C'è l’amore. A targhe alterne ma pur sempre amore.
Allora è vita. E penso “cazzo!”
che bello leggere che
oltre a correre per pagare le bollette correre per andare in ufficio correre per fare la spesa e pensare strada facendo che cazzo cucinare e ritirarsi con il prosciutto cotto o crudo e una fetta di robiola o di stracchino così non accendiamo nemmeno il gas e bastano i piatti di plastica oltre a decidere vestendosi che cosa mettersi oltre che a guardare quella collina del disonore che diventa giorno per giorno la catasta dei panni da stirare oltre che oltre che oltre che
che bello leggere che
c’è chi vive di rabbia vive di dolore vive di gelosia vive d’amore
non fa niente se è amore a targhe alterne
son sempre sentimenti
allora non è vero che la titti è morta ma è più viva che mai
e capricciosa
sorrido.
(Rispondi)
 
 
 
laancella
laancella il 24/08/08 alle 01:25 via WEB
Signor lupopezzato,
se non sapessi che non mi conosce direi che lei sì, eh sì, che mi conosce e fin troppo bene!
Sorrido e rido.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/08/08 alle 17:46 via WEB
In queste situazioni, ho sempre pensato che a prevalere fosse quel senso del possesso sopito dalla presunzione della propria sicurezza, risvegliato dalla presenza di qualcuno che svela tutta la nostra insicurezza. Per dirla con altre parole, finchè non c'è nessun'altra a marcare il nostro territorio ci sentiamo forti tanto da fare e disfare a piacimento. E' per questo che non sono convinta che si possa parlare d'amore. A volte è spirito di rivalsa...della serie "chicazzoseituchetipermettidiportartiviaunacosaMIA"? Ecco... Chi vivrà vedrà
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/08/08 alle 17:47 via WEB
ops...Ale
(Rispondi)
 
 
 
laancella
laancella il 24/08/08 alle 01:27 via WEB
Me lo sono chiesta anch'io, e sicuramente quello del possesso minacciato da una lei qualunque è stato una scintilla, anzi lo schiaffone di cui avevo bisogno per dare uno scrollone a me stessa, per il resto, resto confusa...
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