GIORNI
E infilerò i giorni in una collana,
 tra i fili di  pietruzze dei giorni inutili,
ci saranno piccole perle di dolcezza,
e quando riuscirò a chiuderla
con un fermaglio stretto ,
la metterò nel cassetto
quello dei ricordi belli,
insieme ai pezzetti
di anima graffiata.
Eli

 
Creato da: laancella il 17/08/2005
Scrivere come parlare. Come giocare.

 

 

Post N° 424

Post n°424 pubblicato il 02 Luglio 2008 da laancella

Avevo scritto tutta una bella cosa su Beethoven e la musica che pulisce le orecchie e l’anima mentre i rumori di sottofondo che accompagnano ogni minuto inquinano e saturano e alla fine non ascolto più nulla. Ma poi è arrivata la manina fatata di qualcuno che mi ha chiuso word senza salvare e PUFF svanito. Comunque la musica che ho ascoltato e sentito mi ha fatto bene. Beethoven. La Nona Sinfonia diretta da Zubin Metha da Piazza Plebiscito a Napoli. Odore di mare e frittelle nella mia memoria e lo spazio largo di una piazza.

 

 
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Post N° 423

Post n°423 pubblicato il 28 Giugno 2008 da laancella

Mi piace questa specie di vacanza. Sono sola. Il pargolo al mare per il fine settimana. Tra ieri ed oggi ho fatto tutto quello che dovevo fare, mestieri spesa bucati ordine cazzi e mazzi, veramente domani devo stirare e occuparmi delle piante e ho un vaso di basilico regalo prezioso di un amico prezioso e dopo vado su internet a cercare una ricetta per il pesto e insomma mi sembra di stare in vacanza e oggi gli dei hanno fato una cosa saggia togliendo un po’ di afa e quindi riesco perfino ad usare il pc, il mio nuovo gioiellino, e se avessi a portata di naso se non di vista il mare sarei la più felice delle creature su questa terra ed invece non ho il mare ma il solito orizzonte di tetti e di antenne e l’odore di asfalto caldo ma d’altra parte non si può avere tutto dalla vita.

 

Buona serata titti.

 
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Post N° 422

Post n°422 pubblicato il 21 Giugno 2008 da laancella

La prima cosa che scrivo con il mio regalo, il portatile nuovo.

Troppo lavoro e da delirio questa settimana per riuscire a stare alla sera seduta davanti al pc, il massimo che riuscivo a fare era spalmarmi sul divano ed addormentarmi con il collo storto per svegliarmi a notte alta, anzi quasi mattino, rincoglionita come un’ameba ubriaca e con dolori fino al mignolo del piede.

Sono stanca e lessata da una settimana delirante e da un venerdì di ordinaria follia, ma stanotte l’ho dedicata a caricare word, excel & Co. e l’antivirus che avevo appena rinnovato la licenza.

La tastiera è chiara e mi fa strano che non sia nera, però è bella, nitida e precisa, leggera e leggere sembrano anche le mie parole.

Insomma sono proprio contenta.

Buona notte.

 

 

 
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Post N° 421

Post n°421 pubblicato il 14 Giugno 2008 da laancella

L’ho già detto. Mi affeziono. Domani mi prendo un portatile nuovo e questo bordeaux che non è mai stato mio lo sento mio. Con lui ho scritto tanto, di me e delle mie fantasie, che mi sembra sia un pezzo di me, un prolungamento della mia mente, l’estensione delle mie dita. Mi spiace lasciarlo e accarezzo il buco dove c’era il tasto della e con tenerezza. Adesso ha anche una riga bianca verticale in mezzo allo schermo. Stanotte di aria fredda e di pioggia, d’attesa di qualcosa che non faccio arrivare alla soglia della coscienza lo saluto. La prossima volta che l’accenderò sarà per vuotarlo di qualsiasi traccia di me. Forse qualcosa resterà nella sua memoria di tutte le parole e il ticchettio dei tasti svolazzerà su questo tavolo assieme al fumo della mia solita sigaretta. Ciao Toshiba bordeaux.

 
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Post N° 420

Post n°420 pubblicato il 10 Giugno 2008 da laancella

Non è difficile. È sufficiente un angolo di cielo pulito e il tepore del sole sulla pelle. Mi basta stare ferma a sentire il caldo che si fa strada tra una cellula e l’altra e scioglie il grumo calcarizzato di tutto il male taciuto. Il sorriso volteggia come una farfalla colorata tra gli occhi e il naso e sulle labbra ci sono risate e parole come da tanto non ne dicevo. Rido. È la vecchiezza che mi fa essere così assurdamente dipendente dal colore del cielo. Oppure è che è facile dare la colpa dei mali umori ad un tempo schifosamente inclemente.

Il sereno del cielo ed il nitore dell’aria
non concedono né alibi né scappatoie.
Nel bene.
E nel male.

 
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Post N° 419

Post n°419 pubblicato il 01 Giugno 2008 da laancella

Essere qui tra questo cielo basso, bianco e fumoso, grigio sporco, umido sulla pelle e freddo dentro.

Stare ferma ad aspettare che cambi il tempo cercando di cambiare pensieri ed inganni.

Usare l’infinito senza azzardare nemmeno un ipotetico futuro ed ignorare perfino il presente.

Scrivere lettere che formano parole con un senso solo mio, di nuovo e sempre il mio centro di tutto.

Egoismo.

 
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Post N° 418

Post n°418 pubblicato il 25 Maggio 2008 da laancella

È da sabato scorso che non scrivo una delle mie solite stronzate. Grave. E perché non scrivo? Potrebbero esserci varie risposte. Quella che mi piace di più e che uso più spesso è che essendo ancora senza il tasto della lettera e mi risulta difficoltoso trasferire il flusso dei pensieri dalla mia testa (vuota) alla tastiera, ossessionata a trovare il buco dove infilare il dito con la pressione necessaria per scriverla sta cazzo di E senza far uscire una sequenza di eeeeeeeeeeeee. Non mi  viene da scrivere forse perché ho più nulla da dire oppure, che è la stessa cosa, ho troppe cose da dire e non ne scelgo nessuna. E ancora. Non ho voglia di scrivere. Però arriva subito la domanda. Perché non ho voglia di scrivere? Non voglio scavare dentro di me a cercare ultime verità che non esistono, per capire gli errori di oggi leggendo un passato immutabile, un passato che solo a toccarne un pezzetto mi fa un male dell’accidente. Non scrivo di me, ma non scrivo nemmeno i miei adorati racconti. Li ho dentro, in qualche posto, me li racconto mentre fumo la sigaretta fuori dall’ufficio e prima di addormentarmi, quando mi affaccio a guardare questa merda di cielo color “orzata”. E poi posso anche dare la colpa a questa stagione sbagliata, più sbagliata perfino di me, che mi deprime con la pioggia ed il freddo e il grigio che mi perfora l’anima e mi rende più pigra e oziosa di quanto non sia normalmente. Ma cosa è normale? L’apatia in cui mi rifugio?

 

 

 
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Post N° 417

Post n°417 pubblicato il 17 Maggio 2008 da laancella

Come fosse novembre solo un po’ meno freddo. Non voglio lasciarmi condizionare dal tempo. Lo ignoro. Ho tirato giù la veneziana del balcone ed ho chiuso fuori il cielo, così posso far finta che il cielo sia sereno, trapunto di stelle e con la luna più grande al mondo. E posso far finta di essere allegra e leggermente felice. È come giocare ad essere me stessa, ma un po’ meglio di quello che sono. Non sto bene nel senso esatto del termine, ma è come se stessi bene che nel mio incoerente modo di essere è il meglio che posso fare.

Aspettando domani.

 
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Post N° 416

Post n°416 pubblicato il 13 Maggio 2008 da laancella

Oggi ho dematerializzato. Cielo! Si fa perfino fatica a dirlo. La dematerializzazione è la rivincita della burocrazia. Con questa parola che sa tanto di teletrasporto c’è l’impegno sicuramente encomiabile di usare meno carta, anzi nell’ipotesi delle menti sublimi che l’hanno ideata di eliminare completamente gli archivi cartacei. Peccato che i dirigenti che devono firmare digitalmente i files zippati che ho inviato con la mail non sappiano come fare. Peccato che non sappiano nemmeno che cos’è un file zippato. Peccato che devo farlo io per loro. Invece di dematerializzare non sarebbe meglio materializzare un qualcosa che assomiglia a dei corsi per insegnare a usare questi strumenti a chi non ha nessuna voglia di farlo per i cazzi suoi. Perché quel poco o quel tanto che so di utilizzo del pc me lo sono “imparato” da sola, provando, sbagliando, provando e sbagliando fino a capire come si faceva. Eccheccazzo, se ci riesco io per 1.150,00 euri al mese, perché non ci può riuscire un dirigente per più del doppio del mio stipendio? Comunque oggi ho dematerializzato. Evviva!

 
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Post N° 415

Post n°415 pubblicato il 06 Maggio 2008 da laancella

E lo sapevo che nulla mi avrebbe rallegrato più del sole e del limpido cielo di un giorno che ha sapore dell’estate che verrà.

E nemmeno m’importa sapere di che umore sono, canticchio e rido come da tanto non mi capitava.

E metto sul ripiano in alto dell’armadio assieme al piumino l’assoluta assenza di parole con cui ho rasato lo spazio intorno a me.

E le rivoglio tutte le mie parole, tutte, anche quelle che non ho mai detto, anche quelle dimenticate, anche quelle che avrei voluto dire e non ho detto, quelle scomode fastidiose antipatiche, quelle belle come stelle e che fanno le rime sciocche di arabescate frasi barocche, quelle semplici e piane delle mani aperte, quelle assonnate e contorte dei miei incubi peggiori, quelle della paura e del coraggio, della follia e della saggezza, dell’amore e dell’amore chè non potrebbe essere altro che amore, quelle dell’odio non le conosco più le ho buttate via assieme a quelle del rancore.

E riacchiappare al volo con un salto in alto l’ultimo pezzo di filo dell’aquilone prima che fugga troppo in alto nel cielo e ricondurlo da me, nel mio orizzonte per giocarci ancora nel vento forte della sera.

E non importa nemmeno quanto di quello che sto scrivendo abbia senso se ha un senso nel momento in cui lo scrivo.

E attaccare parole come pezzi di un puzzle che solo io so che disegno avrà e in questo momento non c’è insoddisfazione, semmai è ricerca di un’altra dimensione dove poter inventare ore e minuti di un’altra giornata.

E la giornata di domani voglio sia luminosa come oggi anche dovesse piovere, nel mio mondo di fantasia, ci sarà il caldo sole che mi scalda le mani.

E adesso lavoro.

 
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Post N° 414

Post n°414 pubblicato il 24 Aprile 2008 da laancella

È così che devo fare. Iniziare da me per tornare da me. Tre anni fa non era stato difficile, no, nemmeno facile, ma almeno era un dividere cose e case, conti e canti, tangibili fatti e rabbie costruite su rancori e rivalse, danni e dolore, cambiamenti di vocali e numeri. Adesso mi è difficile perché l’amore non ha dimensione se non quella del sentire. Non sono mai stata brava ad abbandonare, nemmeno un libro iniziato e che non mi piaceva e allora continuavo a leggere con la forza d’inerzia perché l’imperativo era arrivare alla fine. Adesso mi accorgo che non abbandono nulla, semplicemente sono arrivata alla fine. Finire non è abbandonare. Finire è aprire con un coltello affilato una cicatrice. È infettarla con il dolore e avere dentro ed addosso questa nuova malattia.

 
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Post N° 413

Post n°413 pubblicato il 12 Aprile 2008 da laancella

Seguo con il dito il segno lasciato dalle parole sullo spazio vuoto davanti a me e sotto al polpastrello si forma l’immagine di quel vorrei che nascondo sotto cumuli di dubbi.

 

Del dubbio faccio la voce della mia volontà e se solo e per un attimo ho certezza la cancello stizzita con il dubbio leggero e facile della mia insicurezza.

 

Ci sono decisioni che arrivano veloci e dritte alla meta.

 

Altre sono faticose e arrancano affannate per sentieri impervi e si nascondono nei labirinti oscuri della banalità di giornate di bianchi e grigi e pioggia a dilavare ipocrisie e falsi demoni e notti da camminare schiacciando sotto i piedi i vetri taglienti dell’illusione e mi chiedo se ancora nelle mani ho la forza di trovare e trovarmi e ritrovarti dietro l’angolo oscuro della lontananza.

 

Nel silenzio esterno fanno troppo rumore i miei pensieri.

 

 

 

 
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Post N° 412

Post n°412 pubblicato il 08 Aprile 2008 da laancella

... ma hai presente quando ti senti sballottato da una parte all’altra e non ci stai più dentro? Che comincio un lavoro, uno di quelli belli con le tabelle tabelline tabellone che devono quadrare anche alla rovescia e tutta l’attenzione deve essere lì e solo lì e a me piacciono tanto perché mi depuro la mente da tutte le mie paranoie e alti e bassi e tristezze malumori allegrezze illogiche insomma la mia solita paccottiglia ed invece no! Eh no sarebbe troppo facile. È un continuo. Il telefono con le domande idiote che mi fanno perdere un casino di tempo e poi i colleghi in processione perché hai un bel dire mando le mail così non ho scassamento di palle ma poi le palle vengono a scassartele lo stesso con la mail stampata in mano che non la capiscono ed allora va farsi fottere l’attenzione e sono meno concentrata di un sugo di pomodoro e non posso nemmeno accendermi una sigaretta per scaricare il nervoso e allora affanculo e vado fuori a fumare e fuori piove. Meglio di così non si potrebbe.

 

 

 
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Post N° 411

Post n°411 pubblicato il 03 Aprile 2008 da laancella

La perfetta giornata primaverile. Oggi. Cielo che più nitido in queste lande non è possibile e solo una lieve soffice striatura di nuvole, quasi impercettibile scia di un aeroplano, mi faceva guardare in alto a pulirmi gli occhi dai troppi giorni di lampadine e grigio. E il sole, caldo e giallo, sicuro e quieto (ma quanto mi piace in ‘sto periodo la parola quieto?), scaldava la pelle con un tepore delicato, un po’ distratto, ma affettuoso e tenero. E c’era anche il vento, fresco, freddo, tramontana mi hanno detto, che arrivava a raffiche a disorientare le foglie. Le margherite nel pezzetto di prato, i boccioli sui rami, le piccole foglie verde neonato, i gatti sdraiati sull’asfalto del parcheggio, nel punto più riparato. Era un equilibrio esatto, da cartolina, da documentario. Perfino il mio altalenare tra allegria e paturnie era fermo su un sorriso stupito e stupido. Con il buio della notte ripercorro i colori del giorno e il sorriso rimane stupefatto, aggrappato alla voglia di rimettere le mani nella mia vita.

 
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Post N° 410

Post n°410 pubblicato il 31 Marzo 2008 da laancella

Il mio orologio interno non è in sincrono con quello normale. Mi succede ogni anno quando mi rubano un’ora, ed allora il sonno notturno si allontana da me. Stanotte non è notte, mescolo mali umori e tristezza, li amalgamo con la poltiglia dell’insofferenza e mi dò fastidio. Guardo l’orologio sul muro di fronte a me, so che è tardi e faccio finta di niente. Domani mattina sarò più bradipo del solito. C’è qualcosa di sbagliato in me se non riesco a non fare gli stessi errori, se non riesco a non usare le doppie negazioni. Se mi arrotolo ai nodi insoluti e irrisolvibili e pretendo di farne trame lisce e fili da tendere. La matassa ingarbugliata sarebbe meglio la lasciassi nell’angolo nascosto dello scaffale, vicino alla scatola polverosa dei ricordi che vorrei dimenticare.

 

 

“ci penserò domani”

Ma come mi è simpatica Rossella O’Hara!!!

 
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Post N° 409

Post n°409 pubblicato il 26 Marzo 2008 da laancella

Lontano c’è un suono vibrante, come una corda troppo tesa ed un archetto che cerca una nota impossibile.
Il punto più alto di un suono e dopo il silenzio.
Non è facile disegnare il silenzio e nemmeno riuscire a masticarlo.

Non c’è mai silenzio dentro di me, mentre vorrei a volte il silenzio di tutto e non sentir più il mormorio di quelle piccole frasi di dubbio che borbottano come l’acqua che bolle nella pentola e poi il silenzio pulito del lenzuolo bianco e liscio su cui appoggiare la fronte calda e un po’ di silenzio vuoto e scuro in cui chiudere gli occhi e non sognare e sapere che il risveglio sarà una sonorità nuova e ricamarlo il silenzio con l’ago ed il filo e il petalo del fiore.

E non potrà mai essere silenzio se per descriverlo uso parole e il senso dell’amore riesce a farmi sognare l’impossibile.

 
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Post N° 408

Post n°408 pubblicato il 23 Marzo 2008 da laancella

Arrivare un punto più avanti di quello in cui sono. Accettare la fine. Chiudere. Dire e dirmi basta. Eppure non mi sembra possibile. Non per un ritorno di fiamma, passione e un nuovo inizio. No. Non voglio questo. Voglio sapere. Sapere di me e di quanto davvero di questo amore mi è rimasto attaccato addosso. Razionalmente sono bravissima a dirmi che qualcosa resta, che il ricordo di così tanti anni non può esaurirsi e finire. La ragione sa che permane il sentimento, la metamorfosi dell’amore, l’affetto.
La lontana vicinanza.
La vicina lontananza.
Ossimori per identificare una sensazione che in questi due anni di separazione si è definita nella consapevolezza della mia libertà. Libertà che non ho ancora imparato a gestire, ma questo è un altro discorso. Dicevo, con il ragionamento arrivo all’acquisizione dell’equilibrio, al controllo delle pulsioni, forse snaturo il mio irriducibile istinto a fare quello che ho voglia di fare e resto in silenzio, lontana. Ma la ragione stasera se ne sta andando a farsi fottere e ho solo voglia di alzare il telefono e litigare con lui che non si è nemmeno degnato di dirmi un Buona Pasqua che per mera educazione si dice anche a chi ci sta sui coglioni. Ecco che ritorna la rabbia. Non esiste altra persona nell’universo mondo che mi faccia arrabbiare come ci riesce lui. Da sempre. Mi sembra di averlo amato e di amarlo per rabbia.
Per la rabbia di non riuscire a non amarlo.
Possibile che sia ancora qui a sentirmi una merda per una mancanza che avrei dovuto già assorbire e smaltire? I punti di domanda li odio, soprattutto quando sono domande che hanno già la risposta dentro. Se mi capita è possibile, e se mi capita è perché sono così cazzona da renderlo possibile. Adesso vado a farmi la doccia, incazzata.
E mi odio.
Cazzo, che casino.

 
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Post N° 407

Post n°407 pubblicato il 22 Marzo 2008 da laancella

Ho dovuto pensarci. Non mi era chiaro il motivo dell’incazzatura. Ho chiuso la telefonata con un moto di stizza e ho sbruffato, ma avevo da fare ed ho accantonato il pensiero. Era ieri. Oggi ho capito. Era il tono di voce. Quello supponente e imperativo, quello che mi faceva sentire una meschina macchiolina di merda, quello che mi feriva peggio di un pugnale, quello che mi risuonava dentro come uno schiaffo. Nel mio vagheggiare questo amore così grande, così unico, così importante ho dimenticato l’arroganza del suo tono di voce. Uno dei tanti motivi per cui vivere insieme era diventato impossibile. Uno dei tanti motivi per cui mi incazzavo e mi ci incazzo ancora. Allora, quando ancora vivevamo insieme, finiva che io urlavo che non ero uno dei suoi autisti, che a me doveva parlare con un altro tono di voce, che non accettavo ordini e lui che manco mi ascoltava e guardava la televisione. Adesso mi ci arrabbio ancora, ma per poco tempo, poi alzo le spalle e sorrido.

 
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Post N° 406

Post n°406 pubblicato il 20 Marzo 2008 da laancella

Impagabile sensazione del sole caldo sulla pelle e del brivido dell’aria ancora fredda.
Si accumulano pensieri e nel cielo senza nuvole seguo la loro traccia.
Impalpabile e vago sentore di quello che vorrei e che voglio, mescolati dal caso e dall’occasione a dare forma alla sostanza fragile del sogno.
Mi sorride malizioso il tempo disteso, come un bambino dispettoso che si nasconde dietro l’angolo e sbircia il momento in cui non lo guardo per farmi le boccacce.
Rido allegra e pettino all’indietro i capelli che mi nascondono un occhio.
La programmazione del fare si ferma estatica sulla porta della leggerezza.

Spengo la sigaretta.
Torno a lavorare.

 
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Post N° 405

Post n°405 pubblicato il 15 Marzo 2008 da laancella

ho notato che nel momento critico nella vera crisi viene fuori il meglio o il peggio di noi non ci sono le mezze misure non si può essere mediocri la reazione è al massimo in ogni senso

 
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