La barca il viaggio

Timone


E così avviene che arriva la sera in cui si desidera accoccolarsi da soli e leggere The remains of the day e bersi un brodo di verdura. Un brodo di verdura, di quelli che ci si diverte a preparare con l'immagine sonora di carote e pomodori e cipolle che si dividono e si inseriscono in una pentola. Il tempo fuori dalle finestre ha vinto: insalata estiva 0, minestra invernale 1. Continuerà così, a vincersi minestre su minestre ed accumulare serate in cui si desidera solo un plaid e un buon libro. Vince la pioggia e vince il vento. Vincono le vibrazioni lente degli alberi contro l'aria umida. Vincono le chiocciole arrampicate sui pomodori, vincono le pozzanghere ticchettanti, vincono i nastri di pneumatici schizzanti, vincono ombrelli e cappucci e scarpe chiuse.E' andata. Mi sono arresa. Resistenza inutile. Prima o poi sarebbe successo, ed è successo oggi, così, senza preavviso. Ci sono cose a cui non si può porre rimedio. Arriva anche il post che ha lo stesso spirito dei pensierini delle elementari sui cambi di stagione. Tutto alla fine comincia da lì. Forse il nostro imprinting letterario è così intriso di racconti di stagioni che non possiamo farne a meno. E' arrivato l'autunno.Poi mi ci abituo, suppongo. Mi tornano in mente galosce e cappelli di plastica e salti nel fango. Sarà divertente, credo. Solo, vorrei fosse molto, molto più breve...