L'estate sa di asfalto bollente. I marciapiedi di milano sono gommosi come chewingum, e le scarpe coi tacchi ci lasciano fossette indelebili. Così cammini con una fretta da carboni ardenti, con l'impressione che se ti dovessi fermare per più di qualche secondo i tacchi sprofonderebbero e tu rimarresti immobile lì per tutta la vita. Oppure, più plausibilmente, le tue scarpe rimarrebbero lì tutta la vita, e tu saresti costretta a procedere a piedi nudi.Milano si trascina di ora in ora in fiacca attesa del riposo dell'ape (ritivo). I localini si affollano di gente più o meno casual con in mano scodelline di cous cous alla vaniglia, orzotto con tranci di sedano, spiedini di pomodorini e crudité. All'ape si chiacchiera amenamente sputando noccioli di oliva e sorseggiando aperol. Appoggiati a un bancone fingendo di essere comodi, ci si destreggia tra una cannuccia e uno stuzzicadenti carico di mozzarelline. Milano smussa il caratteraccio inumidendosi la gola di gin tonic e rossini. Si ammorbidiscono gli sguardi anonimo-incazzati da mezzo pubblico, i polsi irrequieti da clacson e impennate di marce al verde, rallentano i passi stizzito-indifferenti sui marciapiedi.Il ritorno verso casa si fa lento come un ricordo. Ci si lascia dietro scie di pensieri, che sostano nell'aria come acqua di colonia.
Surge
L'estate sa di asfalto bollente. I marciapiedi di milano sono gommosi come chewingum, e le scarpe coi tacchi ci lasciano fossette indelebili. Così cammini con una fretta da carboni ardenti, con l'impressione che se ti dovessi fermare per più di qualche secondo i tacchi sprofonderebbero e tu rimarresti immobile lì per tutta la vita. Oppure, più plausibilmente, le tue scarpe rimarrebbero lì tutta la vita, e tu saresti costretta a procedere a piedi nudi.Milano si trascina di ora in ora in fiacca attesa del riposo dell'ape (ritivo). I localini si affollano di gente più o meno casual con in mano scodelline di cous cous alla vaniglia, orzotto con tranci di sedano, spiedini di pomodorini e crudité. All'ape si chiacchiera amenamente sputando noccioli di oliva e sorseggiando aperol. Appoggiati a un bancone fingendo di essere comodi, ci si destreggia tra una cannuccia e uno stuzzicadenti carico di mozzarelline. Milano smussa il caratteraccio inumidendosi la gola di gin tonic e rossini. Si ammorbidiscono gli sguardi anonimo-incazzati da mezzo pubblico, i polsi irrequieti da clacson e impennate di marce al verde, rallentano i passi stizzito-indifferenti sui marciapiedi.Il ritorno verso casa si fa lento come un ricordo. Ci si lascia dietro scie di pensieri, che sostano nell'aria come acqua di colonia.