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« LE DITTATURE TOTALITARIEIL NEOREALISMO E IL CINEMA »

LAMENTO PER IL SUD di Salvatore Quasimodo

Post n°28 pubblicato il 12 Maggio 2013 da angelproff
 

 Salvatore Quasimodo

Il poeta vive ormai stabilmente al Nord, ma il suo pensiero, corre alla Sicilia dove è nato e cresciuto. Al sentimento d'amore e di nostalgia che lo lega alla sua bella terra, egli unisce un sentimento di rabbia nel saperla abbandonata, carica di antichi problemi e contraddizioni.

Salvatore Quasimodo

LAMENTO PER IL SUD

La luna rossa, il vento, il tuo colore
di donna del Nord, la distesa di neve...
Il mio cuore è ormai su queste praterie,
in queste acque annuvolate dalle nebbie.
Ho dimenticato il mare, la grave
conchiglia soffiata dai pastori siciliani,
le cantilene dei carri lungo le strade
dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie,
ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru
nell'aria dei verdi altipiani
per le terre e i fiumi della Lombardia.
Ma l'uomo grida dovunque la sorte d'una patria.
Più nessuno mi porterà nel Sud.

Oh, il Sud è stanco di trascinare morti
in riva alle paludi di malaria,
è stanco di solitudine, stanco di catene,
è stanco nella sua bocca
delle bestemmie di tutte le razze
che hanno urlato morte con l'eco dei suoi pozzi,
che hanno bevuto il sangue del suo cuore.
Per questo i suoi fanciulli tornano sui monti,
costringono i cavalli sotto coltri di stelle,
mangiano fiori d'acacia lungo le piste
nuovamente rosse, ancora rosse, ancora rosse.
Più nessuno mi porterà nel Sud.

E questa sera carica d'inverno
è ancora nostra, e qui ripeto a te
il mio assurdo contrappunto
di dolcezze e di furori,
un lamento d'amore senza amore.

La poetica di Salvatore Quasimodo si puo suddividere in tre fasi principali. La prima fase ha come temi salienti la malinconia, l'amore per la terra siciliana e i ricordi legati alla sua infanzia. In questo primo periodo egli si ispira ai temi della poesia contemporanea tipica degli autori come Pascoli e D'annunzio.

La seconda fase della sua produzione letteraria ha come base l'ermetismo. La poesia è più "pura", in quanto l'autore si impegna nello studio di lingue classiche.

La terza fase invece scaturisce dall'esperienza orribile della guerra. Il suo modo di scrivere deve quindi trasformarsi nell'espressione dell'animo umano e la poesia mette in luce l'odio e il rifiuto verso la guerra, ma anche il desiderio di restituire all'uomo la fiducia nella vita e nel futuro, anche attraverso le illussioni.


Quasimodo si impegna in una poesia che manifesta l'aberrazione per la guerra e l'ansia di "rifare" l'uomo, ridandogli le sue illusioni e la fiducia nel futuro.

Nel 1959 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Nelle prime raccolte pubblicate Acque e terre (1930) e Ed è subito sera (1942) Quasimodo sviluppò i temi della solitudine, raccontando la condizione dell'uomo che è perennemente legato a tutto ciò che riguarda la sua infanzia e il suo passato. Tali ricordi rappresentano ciò che l'uomo stesso ha perduto e non potrà più ritrovare. Acque e terre è ambientata e dedicata alla Sicilia, sua terra natale.


L’isola diventa il simbolo di una felicità perduta a cui si contrappongono il dolore e la difficoltà della condizione presente, dell’esilio in cui il poeta è costretto a vivere. Dalla rievocazione del tempo passato emerge spesso un’angoscia esistenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. Questa condizione di dolore insopprimibile assume particolare rilievo quando il ricordo è legato ad una figura femminile, come nella poesia Antico inverno.

Il paesaggio della Sicilia è spesso al centro della sua ispirazione, in tutte e tre le fasi della sua produzione letteraria.

Si impegnò nella traduzione dei poeti greci, il che gli donò un 'arricchimento del linguaggio poetico, nonchè una migliore ispirazione. Le esperienze della guerra lo indussero adallontanarsi dagli aspetti più rigidi dell'Ermetismo, ad abbandonare le meditazioni solitarie e ad avvicinarsi a tutti gli uomini. Tutto ciò si nota soprattutto in Giorno dopo giorno (1949) e nella raccolta successiva La vita non è un sogno (1949). In quest'ultima, descrive il sud come un luogo dove il sangue continua a macchiare la terra. Si tratta dunque di una raccolta mirata anche a rappresentare le ingiustizie sociali, nelle quali il rapporto con Dio è un dialogo che certe sulla solitudine e le ingiustizie terrene.

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