La bottega dei sogni

I mali della solitudine (visto che Daniele non scrive da un po' scrivo io!)


Al giorno d'oggi, forse perchè è aumentato lo stress, forse perchè i ritmi di lavoro e le tipologie di lavoro stesse sono cambiate, vuoi che se ne parli di più, siamo diventati molto più sofferenti. Io li definisco i "mali della solitudine", cioè quei mali che ci attanagliano quando siamo soli con noi stessi, quando torniamo a casa e non c'è nessuno ad accoglierci o anche se c'è non ci sentiamo capiti e compresi. Sicuramente il più diffuso è la depressione sia negli uomini ma molto più frequente nelle donne, soprattutto quella post partum. Non dimentichiamo però che ci sono anche l'ansia e gli attacchi di panico, che ci colgono impreparati con tremori, tachicardia, dolori al petto e paura di morire. In questo caso un buon ansiolitico risolve sempre il problema. Le fobie, ovvero delle paure spropositate e irrazionali verso qualcosa o qualcuno che un soggetto normale riuscirebbe benissimo a controllare. Non meno importanti ma che in questi ultimi periodi stanno colpendo molto i giovani, la bulimia nervosa, caratterizzata da abbuffate ricorrenti e in seguito il rigetto autoindotto del cibo ingerito. Le persone affette da questa psicosi utilizzano lassativi e diuretici per tenere sempre sotto controllo il proprio peso. Non da meno l'anoressia nervosa, in cui il soggetto ha una vera e propria avversione verso il cibo e un rapporto conflittuale con la propria persona, il peso, le forme, la taglia, dimagrisce a vista d'occhio e nel caso delle donne, vi è la scomparsa del mestruo. Non so darmi una spiegazione a tutto questo, so per certo che le persone che si rivolgono ad uno specialista come ad esempio uno psicologo o uno psichiatra sono in aumento. A mio avviso credo che si viva in un perenne "disagio" sociale, dove principalmente manca la comunicazione, dove l'effimero ha preso il sopravvento e soprattutto dove si è smarrita la propria  identità individuale. Una delle domande che spesso viene fatta da uno psicoterapeuta è:"HAI AUTOSTIMA DI TE STESSO?". Credo che il fulcro di tutto il discorso ruoti attorno a quella semplice frase. Molto spesso infatti le persone che soffrono di tali disturbi hanno scarsa autostima, idealizzano gli stereotipi del momento o hanno vissuto dei traumi psicologici in passato. Dobbiamo infatti ricordarci che per vivere bene con gli altri dobbiamo prima di tutto vivere bene con noi stessi, se ciò non accade non saremo mai completi, finiti... la nostra identità ha bisogno di essere creata, plasmata e poi messa a confronto col prossimo.Cinzia