Feb.16, 2010 Condanna di primo grado, negli scorsi giorni, al Tribunale di Novara, nei confronti di G.G., una guardia venatoria volontaria di Barengo, rea di attività di caccia eseguita con mezzi non consentiti e in orario notturno. I fatti risalgono all´ottobre del 2008. Una pattuglia del Corpo Forestale dello Stato, in servizio notturno di prevenzione contro il bracconaggio, aveva sorpreso la guardia venatoria, munita di carabina con ottica, mentre esercitava la caccia sulla collina compresa tra Fara Novarese e Barengo. Gli agenti avevano subito proceduto a sequestrargli l´arma e a contestargli vari illeciti amministrativi in materia di caccia. All´atto dell´accertamento, l´uomo s´era giustificato, affermando di essere impegnato nell´abbattimento delle nutrie e per dare forza aquesta versione chiese l´intervento di un agente della Polizia Provinciale, che, in piena notte, giunse alla caserma della Forestale di Oleggio, fornendo copia dell´autorizzazione da lui rilasciata a G.G. per la caccia alle nutrie. L´autorizzazione, però, si è rivelata falsa. L´agente della Polizia Provinciale, quella notte, non solo non stava accompagnando G.G. nella battuta alle nutrie, come sarebbe invece obbligatorio, ma nemmeno si trovava in servizio, tant´è che, a suo carico, si è proceduto per favoreggiamento e peculato per aver usato l´auto di servizio (l´agente ha patteggiato alcuni mesi fa per questa vicenda). Nelludienza dell´11 febbraio, G.G. ha cambiato la sua iniziale versione dei fatti, affermando che quella notte si trovava in attività di vigilanza legata alla sua funzione di guardia volontaria. Tale versione non ha, però, convinto il giudice, che lo ha condannato per attività di bracconaggio. In precedenza, già nel 2008, e sempre a seguito dei fatti di quella notte, la Questura di Novara aveva ritirato il porto d´armi per difesa personale che G.G. possedeva, in relazione alla sua attività di guardia volontaria.www.oknovara.it
Condanna in primo grado per guardia delle Associazioni Venatorie sorpresa a caccia di frodo
Feb.16, 2010 Condanna di primo grado, negli scorsi giorni, al Tribunale di Novara, nei confronti di G.G., una guardia venatoria volontaria di Barengo, rea di attività di caccia eseguita con mezzi non consentiti e in orario notturno. I fatti risalgono all´ottobre del 2008. Una pattuglia del Corpo Forestale dello Stato, in servizio notturno di prevenzione contro il bracconaggio, aveva sorpreso la guardia venatoria, munita di carabina con ottica, mentre esercitava la caccia sulla collina compresa tra Fara Novarese e Barengo. Gli agenti avevano subito proceduto a sequestrargli l´arma e a contestargli vari illeciti amministrativi in materia di caccia. All´atto dell´accertamento, l´uomo s´era giustificato, affermando di essere impegnato nell´abbattimento delle nutrie e per dare forza aquesta versione chiese l´intervento di un agente della Polizia Provinciale, che, in piena notte, giunse alla caserma della Forestale di Oleggio, fornendo copia dell´autorizzazione da lui rilasciata a G.G. per la caccia alle nutrie. L´autorizzazione, però, si è rivelata falsa. L´agente della Polizia Provinciale, quella notte, non solo non stava accompagnando G.G. nella battuta alle nutrie, come sarebbe invece obbligatorio, ma nemmeno si trovava in servizio, tant´è che, a suo carico, si è proceduto per favoreggiamento e peculato per aver usato l´auto di servizio (l´agente ha patteggiato alcuni mesi fa per questa vicenda). Nelludienza dell´11 febbraio, G.G. ha cambiato la sua iniziale versione dei fatti, affermando che quella notte si trovava in attività di vigilanza legata alla sua funzione di guardia volontaria. Tale versione non ha, però, convinto il giudice, che lo ha condannato per attività di bracconaggio. In precedenza, già nel 2008, e sempre a seguito dei fatti di quella notte, la Questura di Novara aveva ritirato il porto d´armi per difesa personale che G.G. possedeva, in relazione alla sua attività di guardia volontaria.www.oknovara.it